PANICALE - Un obiettivo comune nei programmi elettorali delle liste che si sono candidate per amministrare il Comune di Panicale nel maggio 2014, e, che, oggi rappresentano maggioranza e minoranze in Consiglio Comunale, era quello di realizzare la fusione dei Comuni di Panicale, Piegaro e Paciano.  Ad oggi dobbiamo però prendere atto che, arrivati ormai a metà legislatura, il Sindaco Cherubini prende solo ed esclusivamente tempo, nascondendosi sotto la bandiera dell’associazione dei servizi, che è cosa ben diversa dalla fusione degli Enti e che non va certo nella direzione della razionalizzazione della spesa, né nella migliore organizzazione dei servizi.

Sulla carta tutti d’accordo, in campagna elettorale si chiede la fiducia sulle promesse, ma poi, chi è stato chiamato ad amministrare questo Comune, ha messo un grosso freno a quello che era, ed è, uno degli obiettivi più importanti del suo programma e anche del nostro, ovvero il processo di fusione istituzionale delle realtà limitrofe.

Un Comune Unico per la Valnestore con oltre 10.000 abitanti, potrebbe essere anche l’inizio per pensare alla vera Città del Trasimeno che passi dalla Unione alla Fusione di tutti gli Enti. Il Comune Unico della Valnestore porta ad indubbi maggiori vantaggi, alcuni dei quali previsti dalle norme nazionali che favoriscono questi processi ed altri sono invece conseguenza diretta della scelta, infatti è questa  una operazione necessaria e strategica ai fini della efficienza amministrativa, della qualità dei servizi e dell’ottimizzazione delle risorse.

 I vantaggi in termini economici sono molto consistenti, tra l’altro aumentati anche dalla legge finanziaria per il 2016, infatti per i Comuni che si fondono è previsto un contributo straordinario commisurato al 40% dei trasferimenti erariali attribuiti per l’anno 2010 fino ad un massimo di due milioni di euro, vi è inoltre lo sblocco delle assunzioni rispetto al turn-over, e altri vantaggi in termini burocratico amministrativi che consentirebbero di organizzare meglio strutture che oggi sono ridotte ai minimi termini.

A nostro parere è comunque necessario che il processo di fusione  passi per una partecipazione democratica e quindi una condivisibilità da parte dei cittadini che si può attuare in due momenti, il primo che tende a garantire una corretta informazione attraverso iniziative pubbliche e sportelli informativi, il secondo riguarda la consultazione referendaria. E’ proprio per questo motivo che l’amministrazione Cherubini avrebbe dovuto avviare da tempo tutte le procedure, proprio per la qualità della partecipazione con la popolazione che richiede tempi e procedure lunghi, e, se si vuole essere pronti per il 2019, l’avvio delle procedure deve essere immediato e serio.

La fusione porterebbe anche ad un consistente abbattimento della spesa pubblica, con la riduzione dei costi della politica, un solo sindaco una sola giunta e un solo consiglio comunale, al posto di tre,  ma anche una riduzione dei costi della struttura con la razionalizzazione dei responsabili, l’ottimizzazione dei costi e la migliore organizzazione dei servizi.

Un Comune più grande ha anche una maggiore forza politica, e contare di più significa anche poter sostenere con più forza lo sviluppo economico ed occupazionale della Valnestore. Non si chiede a nessuno di rinunciare alla propria storia, né alla propria identità si offre piuttosto l’occasione a questa storia e a questa identità di essere protagonista in un mondo che cambia, mantenendo nelle singole realtà i servizi di base.

Solo queste sono le riforme che tendono all’abbattimento dei costi e al miglioramento dei servizi, obiettivo che non può essere perseguito né con l’Unione dei Comuni, né è sufficiente la sola associazione dei servizi. L’amministrazione Cherubini sta infatti puntando su questa ultima scelta, destabilizzando servizi e aggravando costi di ogni genere. Infatti associare servizi una volta con Piegaro, una volta con Paciano, una volta con Città della Pieve, è innanzitutto segno evidente che non si hanno le idee chiare su dove si vuole andare, in secondo luogo c’è una tendenza a spostare gli uffici a Tavernelle che non serve a nessuno se non a creare maggiori disagi e spese; a Tavernelle, luogo dove si concentra la maggior parte della popolazione, servono solo servizi front-office per garantire ai cittadini il facile accesso ai servizi comunali, poi nell’era dell’informatica il luogo dove si colloca la struttura burocratica non ha rilevanza alcuna.

E’ per questo che il Gruppo Consiliare “Uniti per Panicale” ha presentato due ordini del giorno che, secondo quanto previsto dal regolamento,  devono essere sottoposti al prossimo consiglio comunale, che dovrà essere convocato entro il 25 agosto prossimo. Il primo riguarda l’avvio delle procedure per la fusione dei Comuni, il secondo riguarda la dislocazione degli uffici comunali. Poiché la fusione era argomento comune a tutti i programmi ci aspettiamo un voto unanime, altrimenti qualcuno dovrà andare a dire ai propri cittadini che il programma con il quale ha chiesto voti non è più quell

IL GRUPPO CONSILIARE “UNITI PER PANICALE”

Stefano Gallo

Francesca Caproni

Andrea Gori  

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