CITTA’ DELLA PIEVE - Il Palio dei Terzieri è del Castello. In una gara nella quale ha dominato fin dal primo turno, il terziere dai colori nero e verde s'è portato a casa il Pallium di Città della Pieve con un punteggio di 45, 84, 114. A seguire il Casalino con 30, 75, 108 e infine il Borgo Dentro dal punteggio di 30, 75, 90.

Tre arcieri per ogni Terziere hanno lanciato tre frecce a testa lanciando in tre manches verso bersagli di toro mobili che aumentando di velocità ad ogni turno rendendo più complicato un tiro di precisione. I bersagli raffiguranti tre esemplari di razza chianina fissati su una giostra circolare che ruota ad una distanza di 33 metri dagli archi al termine della gara sono stati letteralmente assaltati dalla folla in festa. Conservare e firmare il toro della vittoria è un rito ormai imperdibile per i contradaioli vincenti. E quest'anno il Castello può vantarne uno in più. Festa grande a seguire per le vie della città, per una notte che per mesi resterà nei cuori dei sampietrini.  

In campo sono entrate per prime la autorità, il Comune con la sfilata delle massime figure ecclesiastiche e civili che ha aperto il corteggio, disponendosi sugli spalti a lato del “campo de li giochi”. E' la fase finale del corteo storico e l'inizio della gara.

Il corteo del Borgo Dentro con gli Armati delle Aquile in testa, seguiti dal carro allegorico di Ebe la custode della giovinezza, il trionfo dedicato alla caratteristica che meglio identifica il Terziere giallo e nero: quello di essere il Terziere più giovane. In mano un'ampolla di ambrosia, tra colonne greche su carro trainato da un cavallo nero. Segue Bandini II di Bandino, il signore della famiglia nobile e ancora i falconieri e i mercanti i cui passi sono scanditi dal rullo del tamburi e dai bagliori delle lame degli Sgherri di Balia.

Per secondo è  entrato il magnifico Terziere del Castello, le chiarine e i tamburi hanno scortato il gonfalone verde e nero e gli sbandieratori hanno aperto la strada agli arcieri capitanati da Romeo Scargiali. E' stata poi la volta del carro allegorico con Demetra segno di prosperità e speranza e delle famiglie nobili dei Baglioni e Melosio in abiti lussureggianti ricavati dai dipinti rinascimentali che ritraevano i signori dell'epoca.

E poi i priori delle arti maggiori: il cerusico (medico) e l'orafo e il grande carroccio del Castello, trainato da buoi di razza chianina, con a bordo il consiglio degli anziani e il priore magno, seguito da una scorta di cavalieri.

E infine è stato  il Casalino a farsi avanti, il Terziere vincitore uscente che aveva l'onore di portare in corteo il Pallium. I tamburi lo scortavano, seguiti dalle chiarine e dagli armati con abiti fedelmente riprese dai quadri del Perugino e del Pinturicchio e armature forgiate sull'orma delle tenute da guerra autentiche. Ispirato alle opere di Piero della Francesca, il carro allegorico dei rossoblu rappresenta la vittoria del condottiero. Il vincitore siedeva su un trono, perché la battaglia gli ha portato la gloria ed era protetto da una fanciulla con grandi ali bianche che rappresenta la nike alata, attorniato dalle quattro virtù.

Mentre gli arcieri iniziavano a disporsi in campo per la sfida finale, per le vie della Pieve si consumava un'altra battaglia, era “la guerra della farina”, la pittoresca guerra bianca a colpi di sacchetti di polvere nivea.  

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