M5S Orvieto: Comune digitale tra luci ed ombre
ORVIETO - Ci avviciniamo al 12 di agosto in cui le pubbliche amministrazioni italiane dovranno comunicare tra di loro senza più utilizzare la carta ma solo in via elettronica. In pratica il documento dovrà essere informatico e non solo se redatto e formato con idonei applicativi software ma, anche se risulta dall’acquisizione della copia per immagine di un documento analogico o della copia informatica di un documento analogico.
I nostri uffici si stanno attrezzando da tempo e sembra essere tutto pronto per ottemperare alle norme del Codice dell’amministrazione digitale però, purtroppo, dal lato dei Sindaco e Giunta va rilevato che non abbiamo le doverose buone notizie.
Infatti, il Comune di Orvieto ha approvato quasi due anni fa una delibera che individua nell'open source, cioè nel software libero non protetto da brevetti di cui il famoso Linux è il portabandiera, come programmi da utilizzare per le proprie attività. Lo stesso atto deliberativo obbligava la nostra Amministrazione ad utilizzare in via esclusiva i formati documentali aperti, cioè quelli realizzati dai programmatori del mondo open source. Questa operazione nasceva per a maggiore interoperabilità dei sistemi e per il risparmio economico.
Invece la Giunta subito dopo aver recepito questo atto d'impegno ha autorizzato la creazione di un nuovo sito web basato su tecnologia proprietaria Microsoft Windows invece che open, dove i documenti sono esclusivamente reperibili nei formati Office o Pdf, nessuno dei quali è un formato "aperto".
Questo naturalmente impatta sulla qualità del servizio reso ai cittadini e squalifica l'azione dell'Amministrazione che non riesce ad ottemperare a richieste anche molto semplici.
Con l'entrata in vigore del sistema documentale dell'amministrazione digitale avremo quindi un potenziale paradosso: tutti i documenti saranno in formato elettronico ma il Comune non avrà software proprio per decifrarli, consultarli e stamparli e dovrà utilizzare dei software interpreti oppure pagare costose licenze d'uso di necessari ed ineliminabili programmi commerciali con i relativi aggiornamenti di anno in anno, vanificando l'impegno preso in Consiglio e non solo con noi della minoranza ma dello stesso Pd che ha lanciato originariamente la proposta.
Insomma l'ennesima innovazione solo a metà.
Lucia Vergaglia

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