Mafia-Chiesa/ Don Ciotti: “Strada di morte incompatibile con il Vangelo”
ASSISI - "La sosta davanti alla casa del boss e l'inchino delle statue sono segni di sottomissione all'onnipotenza del potere criminale, una sostituzione del Padre col 'padrino'": è l'accusa lanciata da don Luigi Ciotti sul numero di luglio della rivista San Francesco dedicato al "rapporto" tra mafia e Chiesa.
Il mensile francescano titola "Non m'inchino" condannando la mafia "strada di morte e incompatibile con il Vangelo". Tra gli interventi padre Alex Zanotelli, Rosy Bindi, mons. Depalma e sul sito sanfrancesco.org un'intervista esclusiva a Pif.
La rivista si apre con l'editoriale del direttore, padre Enzo Fortunato, su un gesto che nella tradizione cristiana "si ripete da secoli ed è quello di inginocchiarsi, il sapersi inchinare davanti all'uomo per amarlo e rialzarlo". "Un gesto - aggiunge - che si ripete ancora oggi e che papa Francesco ha voluto fare nei confronti degli ultimi tra gli ultimi".

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