Ex Antonio Merloni: la montagna dell'accordo di programma produce un topolino.
La piu’ grande crisi industriale dell’Italia centrale, con oltre 1500 dipendenti solo sul versante umbro a Gaifana, dopo 8 anni trascorsi tra legge Marzano, cassa integrazione e mobilità con centinaia di persone che nel frattempo hanno perso il lavoro, pare concludersi con una versione riveduta e corretta del tanto decantato accordo di programma che rischia di produrre solo briciole.
Infatti sulla home page del ministero dello Sviluppo economico (MISE) è stato pubblicato il bando relativo al possibile utilizzo di 28 milioni di euro. Le domande presentate sul versante umbro sono di 10 aziende per investimenti da realizzare corrispondenti a 59.997.487 euro con un obiettivo di 216 occupati, per agevolazioni richieste pari a 33.271.000 euro.
Le aziende interessate vanno da Agribosco, Comear, Flea, Hotel Villa Verde, ISA, Meccanotecnica, Oma, Silear, Tecnocar a Tardioli.
Pur non sottovalutando i progetti messi in campo e auspicando comunque che si concretizzino presto, non possiamo non sottolineare che sul versante marchigiano le proposte avanzate sono piu’ consistenti e questo ribadisce, ancora una volta, la gracilità del sistema imprenditoriale umbro e la necessità che la grande vertenza della ex Antonio Merloni non possa concludersi solo con l'adozione di queste misure minimali. Occorre invece un intervento più ampio e più incisivo per arrestare il degrado e l’impoverimento della intera fascia appenninica.
Filippo Ciavaglia,
Segretario Generale Cgil Camera del Lavoro di Perugia
Mario Bravi,
Istituto Ricerche Economiche e Sociali Cgil Umbria

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