Il discorso di insediamento dei consiglieri Roberto Colombo e Vincenzo Bucci per Castello Cambia e la proposta (bocciata a favore del candidato Pd Marco Gasperi per la presidenza del consiglio comunale).

Signor Sindaco, signori della giunta anche noi vorremmo farvi gli auguri di buon lavoro.

Nonostante che il giorno del voto ci siano stati più di un episodio deprecabile che ha minato la serenità della giornata:

dalla scheda nascosta nella propria borsa da una presidente di seggio non certo vicina alla minoranza

alla scheda fotografata da una cittadina immigrata (proprio quando nei giorni precedenti si erano diffuse voci sul prezzo di 20 euro per ogni voto  giunto da parte della comunità magrebina).

La scheda è ora alla corte d’appello e noi faremo l’accesso agli atti e se in quella scheda ci fosse il nome di qualche campione di preferenze si dovranno fornire all’opinione pubblica ragioni molto forti per fugare ogni dubbio di compravendita di voti,

da esponenti della maggioranza allontanati dalla forza pubblica perché senza diritto a rimanere nell’area del voto fino al paradosso di un sindaco che va a provocare un rappresentante di lista simpatizzante di Casa Pound e nello scontro è stato necessario l’intervento della polizia con tanto di verbale per placare gli animi e riportare l’ordine.

Ma il paradosso è stato che a risultare fuori dalle regole ed  ad essere allontanato dall’area non è stato l’esponente della destra estrema.

Nonostante tutto questo anche Castello Cambia riconosce il risultato del voto e nel prenderne atto si assume la responsabilità del proprio ruolo di opposizione.

E pur da oppositori severi ed intransigenti auguriamo al sindaco ed alla giunta di svolgere il proprio dovere e di esercitare il proprio ruolo con serenità ed equità.

Cosa che , come abbiamo già detto alla stampa, a sentire le primissime uscite del sindaco non sono scontate. Le prime dichiarazioni fatte da lei signor sindaco sembravano più degne di un capo risoluto a regolare conti (interni ed esterni) che di un primo cittadino inter pares che si accingeva ad occuparsi del benessere di una intera comunità.

Invece di abbracciare tutti, deporre le armi e pacificare lei compilava liste di proscrizione come ad annunciare giorni magri per chi si è macchiato della colpa di non averla appoggiata.

E questo è uno strano e viscerale modo di intendere la democrazia.

E confidiamo siano lapsus dovute alle circostanze di quei momenti le sue dichiarazioni in cui diceva, in campagna elettorale, “io rispondo ai miei 11 mila elettori”!.

No signor sindaco lei è sindaco dei suoi quasi 12 mila elettori, degli altri 20 mila tifernati adulti che direttamente o indirettamente non l’hanno sostenuta e degli altri 8 mila che al voto non hanno diritto.

E lei, e con lei tutta la giunta, avete il dovere di ripartire le risorse ed i servizi ed il vostro tempo secondo due principi sacri: lo stato di bisogno ed il merito.

Solo questi due criteri dovrebbero guidare la vostre scelte e la vostra operatività. Solo il cittadino in stato di bisogno o il cittadino molto capace hanno il diritto di ottenere un servizio in più o di fare strada. Mentre per tanto tempo in questa città ha prevalso il principio dell’appartenenza.

Noi chiediamo solennemente che questo tempo abbia fine e si torni a considerare i cittadini tutti allo stesso modo, al di là del loro pensiero politico o di chi abbiano o meno votato…..

Noi temiamo che non sarà cosi.

E saremo, dal nostro punto di osservazione che è quello di chi difende in ogni suo singolo aspetto la bellezza della nostra costituzione, saremo dei vigili attenti e delle voci di denuncia ogni qualvolta l’appartenenza dovesse prevalere sul merito o sul bisogno.

Nella vostra azione quotidiana di amministratori dovreste dimenticarvi di chi vi ha votato. Lei signor sindaco è anche il mio ed il nostro sindaco, voi assessori siete anche i miei ed i nostri assessori.

Detto questo….buon lavoro!

 

 

Colleghi consiglieri, membri della giunta, signor sindaco,

l’elezione del presidente di questa assemblea non è questione che possa essere discussa, come è stato fatto, in un corridoio o in una stanza tra un segretario di partito ed il sindaco.

La presidenza di questa assemblea non può rappresentare una parte che schiaccia l’altra parte, bensì rappresenta e rappresenterà l’intero arco consiliare in tutte le sue componenti e non può essere considerata e svilita come merce di scambio per accontentare gli appetiti delle segreterie di qualche partito.

Si abbia almeno la decenza di rispettare formalmente le regole e si apra un dibattito aperto, alla luce del sole, trasparente sui criteri di nomina di chi dovrà rappresentare tutti noi.

Anche la minoranza ha diritto di esprimere la sua visione e Non può tale nomina in nessun caso essere usata come cuneo per dividere. Questa è una nomina che deve unire in termini di imparzialità e rappresentanza.

Diciamo di più, nelle democrazie mature, la presidenza del consiglio è un organo di garanzia, di equità e di bilanciamento dei poteri.

E visto che democraticamente i cittadini della nostra città vi hanno affidato il ruolo dell’esecutivo con Sindaco e giunta al completo noi chiediamo che questo ruolo venga affidato alla minoranza.

Non lo chiediamo per noi, il nostro nome, se lui accettasse e fosse disponibile è quello di Marco Gasperi.

Se al contrario voi doveste imporcelo manu militari noi come segno di disobbedienza e di protesta non lo chiameremo per i prossimi 5 anni Presidente ma ci rivolgeremo a lui con il suo nome ed il suo cognome. Almeno in questa aula. Questo chiunque di voi fosse è evidentemente da intendersi come un atto politico e non una mancanza di rispetto personale.

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