PERUGIA - Presidio organizzato da Articolo 21 e Tavola della Pace, con Ordine dei giornalisti, Asu e Fnsi, davanti alla Corte d'appello di Perugia per la nuova udienza del processo di revisione a Hasci Omar Hassan, condannato per l'uccisione della giornalista del Tg3 e dell'operatore Miran Hrovatin.
Con in mano la bandiera arcobaleno i partecipanti hanno mostrato dei cartelli con scritto: 'Hasci Omar Hassan innocente', '#veritaegiustizia per Ilaria Alpi' e 'Assassinio Alpi-Hrovatin basta menzogne e depistaggi'.

"Siamo qui per chiedere verità e giustizia anche per chi giornalista non è - ha detto Giuseppe Giulietti, presidente della Fnsi - e per far capire che i giornalisti non guardano solo a se stessi. Qui c'è un cittadino, accusato di assassinio, quasi sicuramente innocente ma che è stato anni in carcere. La richiesta è che gli sia restituita la libertà e questa è anche la condizione perché si possano individuare mandanti ed esecutori dell'assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin e i depistatori".

Come è noto, la procura di Roma ha trasmesso alla Corte d'appello di Perugia il verbale di interrogatorio, per rogatoria, di Ahmed Ali Rage, detto Gelle, uno dei principali accusatori di Hasci Omar Hassan, condannato a 16 anni di reclusione con l'accusa di essere uno degli assassini della giornalista Ilaria Alpi e dell'operatore Miran Hrovatin. I giudici ne avevano chiesto l'acquisizione nell'ambito del processo di revisione per il somalo.
Il presidente della Corte, Giancarlo Massei, ha reso noto che la trascrizione dell'interrogatorio sarà ora messa a disposizioni delle parti.
Gelle, ora a Birmingham, dopo le accuse ha ritrattato la sua ricostruzione ed è stato sentito dal pm romano, Elisabetta Ceniccola, alla quale avrebbe confermato quanto detto alla trasmissione 'Chi l'ha visto'. Cioè che lui non c'era quando sono stati uccisi i due italiani a Mogadiscio.
Rintracciato a Londra sempre da "Chi l'ha visto", Gelle dichiarò di essere stato pagato per sostenere che Hassan faceva parte del commando.

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