Macroregione Centrale/ Unione Civica per Terni: penalizza il nostro territorio
TERNI - "In questi giorni si assiste da più parti, al prodigarsi, da parte dei politici umbri, in una serie di comunicati e prese di posizione favorevoli alla realizzazione della macroregione Centrale (Marche, Umbria, Toscana) da contrapporre a quella Appenninica (Toscana, Umbria e Provincia di Viterbo) scaturita dal DDL Ranucci-Morassut stimolato del Governo. Abbiamo visto la Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, brindare a Bruxelles con i presidenti della Regione Marche e della Regione Toscana. Per noi c'è poco da brindare.
Unione Civica per Terni comunica che è nettamente contraria alla proposta, della macroregione Centrale, poiché fortemente penalizzante per il territorio ternano, e promossa con l’unico scopo di perpetuare le rendite di posizione politiche e gli schemi di potere consolidatisi in decenni di regionalismo.
Guardando alla proposta con gli occhi del territorio e della cittadinanza ternana, che noi come Unione Civica per Terni ci siamo ripromessi di difendere, va detto che questa ipotesi è totalmente irrazionale oltre che, ancora una volta, penalizzante per il territorio ternano.
Le 3 regioni (Marche Umbria e Toscana) sono logisticamente molto distanti, la contiguità dei confini non è significativa se si pensa che il confine fra Marche e Umbria è costituito dall’Appennino e che i collegamenti stradali e ferroviari sono precari. A pensar male verrebbe da chiedersi se questa proposta non abbia ancora una volta come fine quello di rendere Perugia baricentrica rispetto alla nuova realtà regionale relegando ancora una volta Terni a periferia estrema.
Gli inviti al territorio umbro a presentarsi unito nella nuova proposta perugino-centrica sono infatti, ancora una volta tesi a disattendere la vocazione di Terni a fare da cerniera per il territorio a nord di Roma. Perugia sta tentando con ogni mezzo di far passare l’idea che Terni dovrà continuare a guardare verso l’attuale capoluogo di Regione per tutte le sue scelte politiche, culturali ed economiche demandando a Perugia la rappresentanza dell’Umbria nella nuova macroregione Centrale (dove naturalmente Perugia stessa si candiderebbe al ruolo di capoluogo), quasi a volercostituire una sorta di macro-provincia perugina.
Viceversa l’ipotesi in campo della Regione Appenninica, alla quale a nostro avviso andrebbero aggiunte Rieti e Civitavecchia, costituirebbe uno scenario foriero di un nuovo sviluppo per il nostro territorio. L’assenza infatti di grandi città (Firenze e Roma avrebbero lo status di città metropolitane) e una popolazione diffusa sul territorio, con 2 centri di attrazione contigui alla futura macroregione, Roma e Firenze, creerebbero le condizioni per un addensamento dei servizi offerti in prossimità di queste 2 aree metropolitane.
Arezzo Siena, Prato Pistoia Lucca, Pisa e Livorno graviterebbero intorno all’attuale capoluogo toscano a formare un agglomerato di 3 milioni di abitanti, mentre l’asse CIVITER (Civitavecchia, Viterbo, Terni e Rieti) rappresenterebbe il corridoio nord dell’area metropolitana di Roma. Sarebbe costituito dalle Province di Terni, Rieti, Viterbo, con l’aggiunta del territorio Spoletino, della Valnerina e del territorio che gravita su Civitavecchia. Un comprensorio di 850.000 abitanti con vocazione industriale, di connessione logistica e scambio merci e persone, cerniera fra la capitale e la macroregione Appenninica.
Da questa visione policentrica rimarrebbero emarginate per evidenti limiti logistici e demografici le città di Massa,Perugia e Grosseto. Già da qualche mese ai più alti livelli della politica regionale umbra si ascoltano slogan che richiamano ad un’unità dell’Umbria nella nuova macroregione.
Deve essere chiaro invece che nelle nuove macroregioni l’Umbria non esisterà più. Ognuno per la sua strada. Terni dovrà farsi trovare pronta per cavalcare con cognizione di causa e con programmi già definiti l’ipotesi del policentrismo e dell’asse CIVITER. Si gioca qui il futuro del nostro territorio".

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