Sinistra Lavoro sulle elezioni amministrative 2016.
Fare una valutazione politica compiuta sul risultato del primo turno delle elezioni amministrative rischia di essere prematuro, visto che in moltissimi comuni importanti si sceglierà il sindaco solo dopo il secondo turno, e arbitrario, perché per loro natura le elezioni amministrative risentono di variabili locali che necessiterebbero di un più serio approfondimento. Alcuni dati politici di ordine generale però possono già essere valutati:
Se prendiamo i comuni capoluogo di regione che sono andati al voto si evince che l’astensione oscilla ormai stabilmente fra il 40% e il 45%. Sarebbe sbagliato abituarsi a questo dato.
Il M5S esce sicuramente vincente da questa tornata amministrativa catalizzando gran parte del dissenso verso il PD. Un dato però non deve essere ignorato: anche il M5S non riesce, al pari dei “partiti tradizionali”, a drenare consensi dal non voto.
Il Pd registra un pesante arretramento: Fassino a Torino e Merola a Bologna perdono molti voti rispetto la tornata precedente e vanno al ballottaggio; a Roma, nonostante alcune “generose” letture da parte dei vertici del PD e della stampa, Giachetti agguanta il secondo turno solo in virtù del suicidio politico del centro-destra; a Milano Sala, che pareva destinato ad una facile vittoria sull’onda dell’Expo, viene risucchiato in un pericoloso testa a testa da Parisi; a Napoli, dove Renzi aveva in prima persona speso tutto il proprio peso politico e di governo contro il Sindaco De Magistris, la Valente non raggiunge neanche il ballottaggio. L’unico capoluogo di regione nel quale il PD vince al primo turno è Cagliari dove però il candidato Sindaco è espressione della sinistra.
I risultati migliori sono ottenuti da due sindaci espressione di un mondo alla Sinistra del Partito Democratico: Zedda e De Magistris ottengono un consenso ragguardevole frutto anche del riconoscimento del proprio lavoro amministrativo e di un reale radicamento sociale.
Il voto della Sinistra è stato contraddittorio: buoni risultati a Bologna, Napoli e Cagliari, risultati più deludenti a Roma, Torino e Milano. Proprio il capoluogo lombardo rappresenta il condensato di tutti gli errori che poteva fare la sinistra: a partire dalla incapacità di Pisapia di valorizzare 5 anni di buona amministrazione, passando alla incomprensibile presentazione di due candidati contro Sala alle primarie, per arrivare alla scelta – che abbiamo giudicato e che giudichiamo sbagliata – di presentare una lista a sostegno del candidato del Pd. Come era facile prevedere, la presenza di due liste, una dentro e l’altra fuori dal centrosinistra ha prodotto, per entrambe, un risultato deludente.
Al di la delle valutazioni sulle diverse realtà territoriali queste elezioni ci consegnano preziose indicazioni per la fase costituente del nuovo soggetto politico della sinistra.
Dobbiamo accelerare con determinazione la nascita del nuovo partito. Ma se vogliamo che riesca ad avere la credibilità e la forza necessarie per diventare una vera alternativa di governo e non una semplice forza di testimonianza, è fondamentale costruirne il profilo sul terreno politico, sociale e culturale, tornando a considerare quello elettorale un passaggio di verifica del proprio lavoro piuttosto che ciò che caratterizza la natura politica del partito. Non può essere la collocazione elettorale a determinare il profilo politico del partito che vogliamo costruire. Se non saremo capaci di collocare il momento elettorale nella sua giusta dimensione, corriamo il rischio – come purtroppo è stato negli ultimi 20 anni – che ciò produca laceranti divisioni e scissioni.
Non si esiste per contrarietà, ma perché si ha un progetto politico di cambiamento.
La vera urgenza è quella di costruire una forza politica strutturata, organizzata e radicata sui territori e nei luoghi di lavoro. Per l’ennesima volta queste elezioni hanno dimostrato che anonime coalizioni elettorali con decine di sigle semisconosciute, non sono né credibili né attrattive. Non comunicano una visione della realtà, una proposta politica riconoscibile, non trasmettono la prospettiva di una svolta che riguardi le vite concrete di uomini e donne. Non parlano alla immaginazione di un altro mondo.
Dare vita ad una forza politica della Sinistra oggi e’ fondamentale. Una forza che nasca e cresca in virtù delle proprie proposte politiche e del proprio collante culturale. Questo percorso va seguito convintamente, operando scarti nelle pratiche consuete ed usurate, mettendo in campo tanta buona volontà, una grande concretezza ed una dose di immaginazione.

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