Perugia, Governo, Regione, la banda larga ed altre cose immaginarie.
Rimanendo sempre avverso al “tanto peggio, tanto meglio”, ho visto in streaming la conferenza stampa del Presidente del Consiglio, sperando in qualcosa di realmente nuovo per un settore in cui lavoro ormai da tanto, forse troppo, tempo.
Ebbene, al di là degli annunci, potrebbe essere un ottima cosa che entro il 2020, il 100% del territorio nazionale sia coperto da la banda ultralarga, con il 50% con possibilità di connessione a 30 Mbps e l'altro 50% a 100 Mbps. Con già da maggio 5 città, tra cui Perugia, che collegheranno in fibra case ed aziende, su dorsali Enel. Bellissimo, se non fosse che i presupposti, alla fine sono se non sbagliati, imprecisi e anche un po' fuorvianti.
Si perché, il fatto è che Perugia risulta già cablata da Umbria Digitale S.p.A. partecipata pubblica regionale, con eccezione de “l'ultimo miglio”, allocuzione in gergo per indicare quella tratta che va dalle dorsali allo stabile e/o casa privati. La Regione Umbria con più di 600 Km già posati e oltre 1000 al termine del progetto, è tra le regioni più virtuose in merito al digitale, e la cosa che lascia perplessi è, da una parte il saltare a piedi pari da parte del Governo ad un progetto regionale e dall'altra il silenzio assordante della Regione che, a mio modesto avviso, dovrebbe rivendicare prima e capire poi come si articola il progetto governativo con quello regionale.
Attenzione, quello di cui parlo io non è in alcun modo una sorta “statalismo sovietico", con il pubblico che fa tutto, bensì una politica del tutto armoniosa che integra il pubblico con il privato. Prova ne sia le strutture di cui parlo sopra, il corposo piano informatico regionale e, non ultima, la legge 31 del 23/12/2013 sulle TLC che favorisce ed incentiva il collegamento di reti locali a fibra ottica di enti economici privati senza scopo di lucro formati da cittadini ed imprese (cooperative, associazioni, fondazioni, srl, etc.), con la rete umbra RUN (Regione Umbria Network), gestita dalla partecipata pubblica Umbria Digitale S.p.a.
RUN, dove operatori infrastrutturati e no, potranno farsi concorrenza per le offerte di servizi a valore aggiunto (connettività, mail, streaming tv, etc.) e prezzi di questi, in osservanza di quanto recitano leggi e regolamenti nazionali, i quali vietano la vendita di tali servizi da parte delle partecipate pubbliche ai privati e PA.
Ad onor del vero, devo riscontrare, oltre al silenzio sull'argomento da parte delle istituzioni regionali, una certa lentezza nell'attuazione del progetto. Cosa che forse a posto il fianco a certe velocizzazioni governative. Per quanto riguarda l'azione governativa, la domanda è in che contesto si inserisce la decisione di scegliere Enel prima, e poi Vodafone ed Infostrada dopo per il fiber-to-home alias “ultimo miglio”, gara pubblica di appalto o cosa? E perché è stata esclusa la ditta operatrice di telecomunicazioni “internet per tutti” di Sellano (nome di fantasia in un luogo umbro) che avrebbe potuto partecipare a gara pubblica?
E per ultimo la considerazione da cittadino umbro, perché escludere lo “ultimo miglio” come pertinenza della casa, ufficio, capannone industriale, al pari della connessione alla rete elettrica, con la possibilità di poter scegliere l'operatore non tra quelli scelti dal Governo ma tra quelli che mi fanno il miglior servizio al prezzo migliore e la possibilità di cambiarli?
Tutto previsto nell'asset di settore regionale, che rende ancor più assordante il silenzio di tali istituzioni.
G.Battista Frontera
Vice Presidente
Assoprovider

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