Regione/ Manovra di bilancio: le relazioni, i contenuti e i primi interventi
PERUGIA – Iniziata stamani la seduta d'Aula dell'Assemblea legislativa dedicata alla discussione e approvazione della manovra finanziaria 2016 e triennale. Illustrate le relazioni della maggioranza (Andrea Smacchi-PD) e delle opposizioni, Valerio Mancini(Lega Nord) e Maria Grazia Carbonari (M5S).
Alla sospensione dei lavori d'Aula, sul disegno di Legge di stabilità e alle relative Tabelle di spesa risultavano depositati 34 emendamenti (19 dei consiglieri Barberini, Brega, Smacchi e Guasticchi-PD; 1 di Rometti-SeR; 8 dei consiglieri Fiorini e Mancini-LN, Nevi-FI, Squarta-FdI, Ricci e De Vincenzi-RP; 4 dei consiglieri Fiorini e Mancini-LN; 1 dei consiglieri Chiacchieroni, Solinas e Casciari-PD; 1 dell'assessore Bartolini).
Gli EMENDAMENTI che apportano modifiche alle tabelle di spesa comportano spostamenti delle risorse da un programma all'altro ammontano a 4milioni 935mila euro così individuati per quanto riguarda la fonte di prelievo: 2milioni 350mila dalla legge “1/2009” che finanzia le attività di Sviluppumbria; 1milione 200mila dai fondi per il funzionamento degli organi istituzionali; 450mila dalla legge “30/2000” che finanzia le attività dell'Aur; 350mila dalla legge “13/2013”-Testo unico turismo [gestiti da Sviluppumbria]; 335mila dalla legge “19/2009” sullo sport; 100mila euro dalla legge “24/2008” che finanzia le attività della Scuola Villa Umbra; 100mila euro dalle spese del personale; 50mila euro dalla legge “18/1990” interventi a favore di immigrati extracomunitari. Tutte queste risorse sono destinate a vari interventi in materia di: sicurezza, sociale, anziani, disabili, sostegno allo sviluppo, manifestazioni storiche, edilizia residenziale pubblica.
LE RELAZIONI
ANDREA SMACCHI (PD-RELAZIONE DI MAGGIORANZA): “BILANCIO SANO NONOSTANTE I TAGLI. SERVE ROMPERE LO SCHEMA DELLA CONSERVAZIONE. Con questa prima manovra di bilancio la nuova maggioranza traccia le linee fondamentali di crescita, di sviluppo e di tenuta socio-economica del sistema regione. La Regione, malgrado i tagli della legge di stabilità e i vincoli del pareggio di bilancio, mantiene gli equilibri di bilancio e l'affidabilità dei conti, all'interno di una invarianza della pressione fiscale e senza alcun taglio dei servizi. La Regione ha una SOLIDITÀ FINANZIARIA frutto di scelte orientate alla prudenza, rafforzata dal significativo margine di potenzialità fiscale disponibile. Per l'Umbria le manovre del governo hanno comportato per il 2016 un TAGLIO complessivo di 250 milioni di euro. Malgrado questo, anche per il 2016, come negli ultimi 10 anni, si è scelto di lasciare INVARIATA LA PRESSIONE FISCALE e confermare le agevolazioni ed esenzioni. I NUMERI: Il bilancio di previsione 2016, che ammonta a 2 miliardi e 940 milioni di euro di cui circa 1,809 miliardi destinati al fondo sanitario nazionale, garantisce in toto il cofinanziamento dei programmi comunitari, tenta di ridurre al minimo i tagli delle risorse per le politiche sociali che sono alla base della nostra idea di sviluppo, fa scelte importanti nei trasporti e nel turismo e nelle politiche culturali. Il CONTESTO Umbro è sempre più caratterizzato da trasformazioni sociali profonde; dall'impatto sulle famiglie della crisi; dalla popolazione che diminuisce e si invecchia; dai fenomeni migratori drammaticamente esplosi; dal formarsi di nuove povertà. In questo quadro vanno evidenziati all'interno della legge di stabilità regionale i 100mila euro a sostegno dell'assistenza legale per gli obbligazionisti umbri danneggiati dalla crisi degli istituti bancari. E i 2milioni di euro per i Comuni di Terni, Narni e della Valnerina dove ci sono impianti idroelettrici, risorse destinate allo sviluppo nel turismo e alla valorizzazione del territorio locale, dell'ambiente e del decoro urbano. SCELTE PRIORITARIE: oggi la politica deve fare un salto di qualità nel riorganizzare al meglio la spesa pubblica, cercando di ridurre al minimo quella improduttiva; ma soprattutto nel definire nuovi parametri per l'intervento del pubblico per creare o ricreare le condizioni necessarie per la ripresa e il rilancio della nostra economia, concentrando le risorse su linee di intervento prioritarie e i cui risultati siano fin da subito verificabili. Lavoro, impresa, stato sociale, accoglienza, famiglia, cultura, sicurezza, sono gli asset da potenziare e su cui si dovranno costruire le nuove linee programmatiche di intervento. C'è bisogno di un sistema di norme semplice e snello con cui le istituzioni e la politica dovranno eliminare diseguaglianze sociali e economiche tra i cittadini, aiutando i ceti più in difficoltà, e sviluppare la competitività dei nostri territori. FONDO PER LA LOTTA ALLA POVERTÀ: Rilevante la previsione di 12milioni di euro per la lotta alla povertà e volto a supportare i nuclei familiari più a rischio. Si tratta di risorse che la regione prenderà dalla nuova programmazione POR-FSE 2014/2020 ad integrazione di quelle previste dalla legge di stabilità nazionale. Una scelta importante che va nella direzione giusta. In Umbria i nuclei familiari con figli minori e con redditi Isee pari o inferiore a 3000 euro sono 6363. Tante, troppe famiglie che abbiamo il dovere di aiutare ricreando al più presto le condizioni per una vita dignitosa.
RINNOVAMENTO E INNOVAZIONE: rinnovamento e innovazione stanno trovando piena attuazione nei nostri territori; sempre più giovani ed imprese investono e rischiano risorse in progetti all'avanguardia, nella valorizzazione delle tipicità umbre. Compito delle istituzioni e della politica, è quello di collaborare affinché questa Umbria laboriosa e solidale si affermi. Per fare questo però dobbiamo modificare approccio e pensiero. L'Umbria che sta cambiando ha bisogno di maggior flessibilità, di avere strumenti sia operativi che legislativi aggiornati e adeguati in grado di dare risposte certe in tempi certi. FONDI COMUNITARI: Le risorse europee della programmazione 2014–2020, circa 1471 milioni di euro, cofinanziate in maniera importante dalla regione, che mette a disposizione dal proprio bilancio circa 239 milioni, potranno dare una considerevole spinta al sistema economico e sociale se sapremo sfruttare quell'effetto leva che la sinergia pubblico-privato ha dimostrato in passato di produrre pari a 7/10 volte le somme pubbliche investite e così costruendo basi solide per il rilancio economico della nostra regione. Troppo spesso però ci si trova ancora di fronte a meccanismi farraginosi, complicati; gli stessi bandi o misure da noi predisposti a volte hanno una soglia troppo elevata, pensati per le imprese più grandi e più strutturate, con la conseguenza che finiscono per tagliar fuori le piccole e micro imprese che rappresentano il 95 per cento del nostro sistema produttivo e rispetto alle quali dobbiamo avere maggiore attenzione e fare sicuramente di più.
È sempre più necessario ROMPERE LO SCHEMA DELLA CONSERVAZIONE che attraversa non solo la politica, ma anche mondi che in tempi recenti erano più attenti al contributo a pioggia anziché ad un reale investimento in innovazione. Dobbiamo superare questo modo di pensare che teme il cambiamento e qualsiasi forma di innovazione e che riguarda una classe dirigente larga oggi ancora troppo ferma e incline a guardare al passato come forma di autodifesa. Le istituzioni devono riprendersi il loro ruolo guida perché la loro debolezza può essere fonte di tentazione da parte di poteri economici e lobby che trovando spazi aperti hanno interesse ad occuparli; noi tutti oggi, a partire dal bilancio, abbiamo il compito di riaffermare quella autorevolezza e quella supremazia della politica nel senso più nobile della parola che in questo momento storico sembra venuta meno”.
VALERIO MANCINI-LEGA NORD (RELAZIONE DI MINORANZA n.1): “BILANCIO MOLTO RIGIDO, CHE NON DÀ GROSSE SPERANZE. DOCUMENTO AMPIAMENTE INSODDISFACENTE, NON SOLO A GIUDIZIO DELL'OPPOSIZIONE MA ANCHE A DELLA STESSA MAGGIORANZA. Lo dimostrano gli emendamenti presentati da parte del Pd, la cui entità economica e portata politica ne fanno in sostanza una vera e propria mozione di sfiducia mascherata. Non si potrebbe definire altrimenti la vera e propria bocciatura di Sviluppumbria e del suo operato. Come si potrebbe spiegare la proposta di aumentare in maniera netta le risorse per il sociale senza una condivisione di tale azione con la Giunta? Gli interventi proposti negli emendamenti di parte del PD sono condivisibili e addirittura fondamentali. Tuttavia non sono sufficienti ad assicurare a questa regione il progetto di sviluppo complessivo di cui ha disperato bisogno. Non bastano dei palliativi per risolvere la situazione: serve un programma pluriennale credibile e concreto, proprio quello che manca a questo bilancio. L’incapacità di programmare appare del resto in tutta la sua evidenza nelle previsioni di spesa indicate dalla maggioranza per il 2017 ed il 2018. Una previsione che costituisce il mero rispetto formale di un obbligo di legge, ma che certifica l’incapacità della maggioranza di guardare oltre il quotidiano. Mentre gli indicatori continuano a certificare la crisi del sistema umbro tutti i nodi irrisolti vengono al pettine: dall’inadeguatezza dei collegamenti stradali, ferroviari ed aerei alla gestione fallimentare del sistema di gestione dei rifiuti; dall’incapacità di tagliare drasticamente le liste d’attesa nella sanità, fino all’incapacità di sostenere famiglie ed imprese in questo momento di crisi. Questo bilancio è poco flessibile: su un totale di entrate di 2,940 miliardi solo 383 milioni, pari al 13 per cento, sono autonome. Cifra che però si riduce al 2,9 per cento, cioè solo 85 milioni di euro, in base al materiale che ci è stato dato in Commissione. C'è un aumento delle spese per il personale per l’effetto della farsa Renzi–Delrio: i costi sono stati spostati dalla Provincia alla Regione, facendo ingenti danni. Gli interventi settoriali diminuiscono per via dell’accantonamento a fondi di rischio obbligatorio che passano da 2 a 22 milioni di euro. Il bilancio dovrebbe inoltre mettere in campo politiche serie per l'invecchiamento della popolazione umbra. C'è pochissimo per il sostegno alle nascite. Anche con l'inclusione sociale qualcosa si sta facendo, ma per poche persone, con pochi soldi e per poco tempo. Sarebbe il momento di fare sforzi in più, riducendo la spesa corrente. Renzi non taglia un solo euro alla politica romana, ma pensa bene di rifarsi sui cittadini. Gli umbri sono un popolo che paga le tasse e quindi non è giusto tagliare loro le risorse. Il rapporto tra Stato e Regione è fondato sull’incertezza totale. Così la Giunta ha un atteggiamento opportunistico e poco collaborativo: ha presentato il bilancio a ridosso della data di scadenza, senza condividerlo con le opposizioni e soprattutto con le associazioni di categoria. L'Assemblea è da anni concentrata sulla riduzione delle spese di funzionamento e dispone di un budget ormai sufficiente solamente per la propria sopravvivenza funzionale. Se si eccettuano le spese obbligatorie non resta poi molto per l'attività istituzionale. Invece l'Assemblea legislativa ha una funzione importantissima che richiede uno stimolo per creare figure che possano sostenere l'azione di ogni singolo consigliere per fornire sempre più supporto alla Giunta con un contributo democratico e costruttivo nella speranza dell’ascolto. Crediamo sia arrivato il momento di dare una svolta a questa Regione sempre più isolata anche nel settore trasporti dove abbiamo un piano regionale sconclusionato. Siamo di fronte al declino irreversibile della ex Fcu. Oltre la penosa vicenda dell’aeroporto S. Francesco, e anche sulla Corte di Appello rischiamo la stessa cosa, con un declassamento in favore di altre regioni. L'Umbria, nel 2014, ha perso 1111 giovani perché emigrati altrove, si parla di 1600 nel 2015. Questa è la prova che tutto quello che facciamo non è sufficiente. Ci sono in sanità liste d'attesa lunghissime e non c'è un'azione per ridurle. Rischiamo di affossare la vitalità dell'agricoltura, un settore che porta avanti una tradizione radicata nel popolo umbro, con imprese che stanno competendo benissimo nel mondo. Anche per il sociale e per la disabilità si spendono un sacco di soldi per tenere in piedi una macchina burocratica che non fa arrivare i soldi a chi ha bisogno. Insomma, spero che ci sia una capacità di ascolto da parte della Giunta, proprio quella che è mancata negli ultimi mesi”.
MARIA GRAZIA CARBONARI-M5S (RELAZIONE DI MINORANZA n.2): “QUESTO BILANCIO NON È UN LIBRO DEI SOGNI, MA DEGLI INCUBI. VOTEREMO CONTRO. Questo è un bilancio che arriva tardi. E non è il primo anno. Abbiamo fatto una piccola verifica di quello che è successo nelle altre Regioni e noi siamo gli ultimi ad approvare il bilancio di previsione. È un fatto grave perché noi consiglieri ci siamo trovati ad avere questi documenti negli ultimi quindici giorni, ad analizzare un insieme di carte complesso con troppo poco tempo. E non è arrivato uno schema dettagliato delle spese. Tutto questo cambierà perché appena approvato questo bilancio cominceremo a sollecitare gli uffici per rispettare tutte le prossime scadenze. Questo bilancio più che un documento contabile a me sembra un libro degli incubi perché la quantità complessiva di entrate e di spese previste nel 2017 e 2018 si riduce notevolmente. Ho chiesto anche come era stato predisposto però ci hanno detto che non era dato saperlo perché al Consiglio ci vanno solo le missioni e programmi. Allora ragioneremo su questi, e chiederemo appena possibile il dettaglio della ripartizione in capitoli di spesa. Intanto la missione 1: servizi istituzionali e di gestione, assorbe circa il 16 per cento di tutte le spese delle missioni da 1 a 19. Una percentuale circa tripla rispetto a Marche e Lombardia. Le previsioni di competenza della missione 1 dal 2016 al 2018 restano sostanzialmente invariate, non abbiamo nessun calo. Le altre missioni invece sì. Le spese per ordine pubblico e sicurezza calano del 20 per cento nonostante l’aumento della criminalità nella nostra regione, definito allarmante dallo stesso presidente della Sezione penale in occasione dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario. Per istruzione e diritto di studio nell’arco 2016-2018 si passa da 28 a 20 milioni. Per la tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali c'è una riduzione dell’80 per cento passando da 20,3 a 4,5 milioni di euro. Politiche giovanili, sport e tempo libero passano da poco meno di 1 milione a 55 mila euro, con una riduzione del 95 per cento. Il turismo, su cui si dovrebbe basare la nostra economia, è ridotto dell’80 per cento, da 10,5 a 2,8 milioni di euro. L'edilizia abitativa del 99 per cento, passando da 30 milioni a 300 mila euro. La tutela del territorio e ambiente è quasi azzerata con un calo del 90 per cento, passando da 62,2 a 7,3 milioni di euro. I trasporti passano da 162 a 106 milioni. Le politiche per il sociale e la famiglia vengono quasi dimezzate. Il Sia, che sembra una brutta copia del nostro reddito di cittadinanza, offre nemmeno tre euro al giorno per i poveri, una cifra indegna. Cala di tanti milioni di euro, seppure in minore percentuale rispetto ad altre missioni, la Tutela della salute, da 1809 milioni di euro a 1648. Calo enorme anche per Politiche per il lavoro e formazione professionale, da 50 a 17 milioni di euro, e per Energia e diversificazione delle fonti energetiche, da 8 a 3,3 milioni. Si tratta di settori fondamentali per i bisogni primari dei cittadini (casa, salute, istruzione, sussistenza, ambiente), nonché settori che rappresentano un investimento nel capitale umano, nell’economia, nella salute dei cittadini e nel territorio. L’Umbria è una Regione povera di risorse e la nostra ricchezza consiste nelle persone, nell’arte e nel territorio. Questi sono tanto elogiati a parole dalla presidente, quanto abbandonati nei fatti, con una rinuncia o incapacità della Regione a soddisfare i bisogni dei cittadini ed erogare servizi basilari. Ci viene ossessivamente detto che l’Umbria è una Regione virtuosa, affermazione smentita dallo stesso articolo 5 di questo bilancio, che autorizzerebbe la Giunta ad indebitarsi per ben 202 milioni di euro nel 2016 per far fronte ad effettive esigenze di cassa. Gli oneri finanziari già assorbono enormi risorse, 589 mila euro solo nel 2016, e la Giunta vorrebbe continuare ad aumentare il debito pubblico regionale, senza specifiche visioni di investimenti in grado di ripagare questo debito e renderlo sostenibile. Bisogna anche stare attenti al rischio di aumento del differenziale negativo dei derivati. In questo bilancio ci sono ampissimi spazi di risparmio ed efficientamento, che potrebbero liberare risorse da impiegare per questi scopi. La Regione è forte con i deboli e debole con i forti. Non si toccati i concessionari delle acque minerali, che si arricchiscono con le risorse pubbliche, pagandole spiccioli. Così come con lo sfruttamento dell’energia idroelettrica. Pagano i cittadini, con una tassazione già alta e con un taglio drastico dei servizi a tutti i livelli. Non mancano invece sprechi e operazioni economicamente ingiustificate per la Regione, come l’acquisto per 7,5 milioni di euro di immobili dal disastrato Consorzio TNS. La Regione e le sue partecipate non riscuotono i propri crediti, come ad esempio da Roma TPL. La Regione concede immobili a titolo gratuito o con canoni fuori mercato in molti casi. Mantiene inspiegabilmente alcune partecipate, come Umbraflor, non per preservare posti di lavoro dei dipendenti, ma per metterci a capo un ex sindaco. Spende cifre enormi in consulenze esterne, invece che per assunzioni con regolare concorso. La stessa procedura di approvazione di questo bilancio è stata impropria, dato che si è fatto tutto in forte ritardo, con informazioni superficiali e talvolta incomplete. Gli emendamenti che presentiamo hanno la funzione di dare un contributo concreto. Si tratta di proposte di buon senso. La situazione è grave, questo bilancio lo attesta. La stessa Giunta che lo nega a parole, lo ammette con i numeri. La nostra Regione sta progressivamente morendo, giorno dopo giorno, ed è nostro dovere tentare di fermare il declino e invertirlo con tutti i mezzi che la legge ci concede”.
SCHEDA: CONTENUTI E SCELTE DELLA MANOVRA DI BILANCIO
La Regione Umbria presenta una situazione di complessiva SOLIDITÀ FINANZIARIA, frutto di scelte orientate alla prudenza, rafforzata dal significativo margine di potenzialità fiscale disponibile. La Regione ha rispettato il patto di stabilità interno, ha utilizzato la propria capacità di indebitamento al di sotto del limite consentito dalla legge, non ha fatto ricorso ad anticipazioni di tesoreria, non è stata sottoposta ai piani di rientro in sanità, non è mai stata stata destinataria di segnalazioni della Corte dei Conti per squilibri di bilancio, presenta una situazione di tesoreria priva di criticità e i rendiconti regionali sempre parificati. La Regione non ha agito sulla LEVA FISCALE, tanto che la pressione fiscale regionale è rimasta di fatto inalterata nell'ultimo decennio. Sono state cancellate tutte le tasse di concessione, ad eccezione di caccia, pesca e raccolta tartufi; non è stata applicata l'imposta regionale sulle emissione sonora degli aerei; non è aumentata la tassa automobilistica, l'addizionale regionale sul gas metano è al minimo, l'Irap è stata ridotta in maniera selettiva.
Anche per la MANOVRA DI BILANCIO 2016-2018 le linee di indirizzo prevedono l'invarianza di tutte le aliquote dei tributi propri regionali; l'ulteriore razionalizzazione degli interventi regionali di settore; viene preservata la parte di bilancio che riguarda la tutela della coesione e della qualità sociale, con la salvaguardia delle fasce deboli della popolazione; c'è una ulteriore razionalizzazione delle spese di funzionamento dell'ente, pur tenendo conto quest'anno dell'impatto della riforma delle province; prosegue il percorso di miglioramento dell'efficienza dei processi di accertamento e riscossione delle entrate, con particolare riferimento alla tassa automobilistica; si confermano il cofinanziamento della nuova programmazione comunitaria, il ricorso al mercato per specifici investimenti settoriali e l'equilibrio in sanità.
Nella manovra c'è la CONFERMA DI AGEVOLAZIONI E ESENZIONI con la soppressione dell'imposta regionale sulla benzina di 2,5 centesimi il litro per finanziare la ricostruzione del sisma di Marsciano; mantenuta la riduzione del 50 per cento dell'Irap per le cooperative sociali di tipo A e l'esenzione totale per quelle di tipo B; riduzione del 10 per cento della tassa auto per i vicoli storici. I 10milioni di INVESTIMENTI, con ricorso al mercato, serviranno per 2,1milioni all'acquisto e manutenzione dei beni immobili, in particolare per quelli per il diritto alla studio di Perugia, 3 milioni per le infrastrutture per la mobilità e trasporto; 2,2 milioni per la forestazione e l'economia montana; 500mila euro per l'impiantistica sportiva, 500mila per il sistema museale; 1,7 milioni per il cofinanziamento del programma di investimenti.
Centrale, nelle SCELTE DI BILANCIO, il cofinanziamento della programmazione comunitaria, visto che le risorse per l'intera programmazione 2014/2020 sono di 1,471 miliardi di euro di cui 239 milioni a carico della Regione. L'impatto del bilancio regionale determinato dalla riforma delle Province che ha un costo totale solo per il personale di 8,9 milioni di euro, di cui 7,4 a carico del bilancio della Regione, a cui vanno sommate le spese di natura indiretta per circa un milione e mezzo di euro. Senza considerare il personale arrivato dalle Province, la spesa per il personale della Regione è di 58,2 milioni di euro nel 2016, in costante diminuzione negli ultimi anni.
LA LEGGE DI STABILITÀ
Il ddl Stabilità 2016 si compone di 13 articoli e prevede, tra le altre cose, un contributo di 10mila euro per la Fondazione centro studi 'Aldo Capitini' di Perugia; 100mila euro per la formazione del personale regionale; 500mila euro per la realizzazione di manifestazioni ed eventi per la promozione in Umbria del Giubileo della Misericordia; sostegno all'assistenza legale per gli obbligazionisti umbri danneggiati dalla situazione di crisi degli istituti bancari Banca Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti; 2 milioni di euro, utilizzando le maggiori risorse derivanti dall'aumento delle tariffe del demanio idrico, a favore degli enti locali in cui sono collocati gli impianti di derivazione di acque pubbliche ad uso idroelettrico; ricondurre l'attività della Film commission all'interno dell'ufficio turismo della Regione.
DDL COLLEGATO
Riduzione del 15 per cento del canone di concessione delle aziende agrarie che fanno parte del patrimonio regionale; proroga del fondo di autoritenzione regionale per le aziende sanitarie, norma di autotutela per la gestione rischi; istituzione dell'Organismo strumentale per gli interventi europei che agevola la gestione finanziaria degli interventi finanziati dalle risorse europee; autorizzazione agli enti strumentali della Regione ad attivare anticipazioni di cassa.
GLI INTERVENTI DEL POMERIGGIO
CLAUDIO RICCI (Ricci presidente): “ABBATTERE GLI SPRECHI E LE INEFFICIENZE PER LIBERARE RISORSE DA DESTINARE ALLO SVILUPPO ECONOMICO, AL SOCIALE E ALLA RIDUZIONE DELLE TASSE - Il quadro italiano è particolarmente complesso: il Pil, previsto per il 2016 al +1,6 per cento, nuove stime lo attestano ad un +0,01 per cento. E questo produce chiaramente effetti negativi anche nel quadro finanziario collegato alle singole regioni. Alla fragilità del sistema italiano si lega ovviamente quello umbro. La Banca d'Italia calcola per i redditi delle famiglie umbre una diminuzione maggiore rispetto alla media nazionale. Nel frattempo lo Stato continua a tagliare fondi destinati a Regioni e soprattutto ai Comuni. Il costo della riforma che ha interessato le Province, sarà per la Regione tra i 12 ed i 15 milioni di euro. Per quanto attiene alle tasse applicate alle famiglie, legate soprattutto alle addizionali locali, tra il 2013 e 2015 sono aumentate del 17 per cento. Se il Governo decide di attivare politiche di sviluppo, sociali o infrastrutturali dovrebbe farlo attraverso la riduzione delle proprie spese e non andando a colpire quelle risorse destinate a Comuni o Regioni. La Regione Umbria sarà chiamata ad attivare un piano per la riduzione delle spese legate ad inefficienze e sprechi per creare risorse aggiuntive per lo sviluppo, per il sociale, ma anche per la diminuzione delle tasse locali o per l'estinzione anticipata dei debiti. Operazione che consentirebbe un maggiore flessibilità del bilancio. Importante accelerare su semplificazione e informatizzazione. La mancata semplificazione provoca in generale un +4 per cento di costi alle imprese rispetto al loro fatturato. Nel bilancio continuano ad esserci troppi elementi di rigidità, quando sarebbe importantissima una maggiore flessibilità con più risorse libere. Dal 2012 al 2014 le risorse libere sono diminuite di circa 100 milioni di euro, una linea che sembrerebbe delinearsi anche nel biennio successivo. Da registrare la crescita del debito pubblico: dal 2016 al 2017 da 57 a 71 milioni di euro. In crescita anche la spesa per il personale, da 56,4 del 2015 al 63,5 milioni di euro nel 2016, anche se questo deriva soprattutto dai costi per il personale trasferito dalle Province. C'è un parametro su cui riflettere attentamente, riguarda le posizioni organizzative. Risorse importanti sono legate ai fondi strutturali comunitari (1,47 miliardi nel 2014/2020) e la Regione, nel bilancio, mette in sicurezza queste risorse attraverso la previsione dei cofinanziamenti necessari. Questo, sostanzialmente, mette in luce il futuro ed i compiti delle future macro Regioni che diventeranno agenzie intermedie per lo sviluppo del territorio tra Unione Europea e Stati membri. L'Organismo interno di valutazione dovrà controllare l'attività dei dirigenti definendo i parametri per le indennità degli stessi. Dovrà essere anche una opportunità per la valutazione degli obiettivi del sistema sanitario regionale che determina un ampio quantitativo di risorse rispetto al bilancio complessivo. Per quanto attiene ai Livelli essenziali di assistenza si dovrà perseguire l'obiettivo minimo di passare dal 10° al 7° posto. Necessario raggiungere il 100 per cento dell'efficienza della centrale unica per gli acquisti e diminuire del 50 per cento i tempi di attesa. Puntare sul registro sanitario elettronico e su una maggiore integrazione tra le due aziende sanitarie e le due aziende ospedaliere. Altro obiettivo prioritario è intervenire sugli organismi strumentali. Va determinato un Piano operativo di marketing con azioni ed obiettivi chiari e concreti. Auspico che le Società partecipate siano oggetto di interventi volti al miglioramento del loro funzionamento e dell'efficacia delle azioni messe in campo. Una raccomandazione: capire chi acquista i titoli emessi nel mercato. Bene la conferma del fondo sui trasporti e la previsione di 5 milioni di euro per lo sviluppo della Ferrovia centrale umbra nel rapporto con Rfi. In merito all'aeroporto 'San Francesco d'Assisi', negli ultimi dieci anni l'Umbria, grazie alle istituzioni regionali, ha raggiunto importanti risultati. Un nuovo terminal, le strutture di terra e nuove infrastrutture stradali. Un impegno complessivo tra Regione, Enac e Governo di circa 50 milioni di euro di investimenti. Ora l'auspicio è che vengano previste risorse aggiuntive per determinare la riattivazione di alcune linee aeree. La Sase va aperta al contributo dei privati, prevedendo non solo un grande tour operator o compagnie aeree, ma un azionariato diffuso. Nel quadro delle risorse va evidenziato un segnale importante: il sostegno all'inclusione attiva. Nel riparto nazionale l'Umbria potrà usufruire di 19 milioni di euro, risorse destinate a famiglie in difficoltà. Risorse comunque da ampliare per le oltre 30mila famiglie umbre in difficoltà. Positiva l'aggiunta di 12 milioni di euro da parte della Regione che andranno ad implementare il sostegno sociale. Auspico che vengano ben utilizzate le risorse destinate al Giubileo della Misericordia e che vengano indirizzate alla cultura e agli eventi attraverso progetti che allarghino il prodotto: le camere vanno 'vendute' insieme ad altri servizi e ad ingressi per eventi culturali e musei. Serve una commercializzazione maggiore e più ampia del prodotto. I freschi dati sul turismo indicano che il 65 per cento viene 'venduto' attraverso sistemi telematici, quindi bisogna puntare sempre di più sulla commercializzazione online. Auspichiamo anche maggiori risorse per la sicurezza, magari attraverso una rimodulazione della legislazione esistente. In ultimo: abbattere il più possibile le barriere architettoniche di edifici esistenti a livello comunale; sostenere maggiormente l'acquisto per la prima casa”.
EROS BREGA (PD): “NOSTRI EMENDAMENTI IN FAVORE DEI CETI PIÙ DEBOLI PIUTTOSTO CHE SULLE POLITICHE INDUSTRIALI. GLI ENTI STRUMENTALI ACCETTINO L'INDIRIZZO CHE DARÀ QUESTA ASSEMBLEA - Prima di tutto vorrei stigmatizzare il metodo usato da alcuni apicali di partito di scrivere lettere ai consiglieri regionali: qui c'è un confronto costruttivo sugli emendamenti dove ognuno esercita il proprio ruolo ed è questo il solo luogo dove le cose vanno discusse. In merito al Bilancio, va detto che le risorse sono sempre di meno e le scelte da fare sempre più importanti. Abbiamo presentato alcuni emendamenti in favore dei ceti più deboli, prioritari rispetto ai fondi per politiche industriali o manageriali. Gli enti strumentali devono accettare l'indirizzo che darà questa Assemblea in materia di aiuti a famiglie, oratori, disabili e anche ordini del giorno con cui chiediamo alla Giunta che per rinnovare la Sase ci sia la possibilità di non rinominare nessuno di quelli già nominati negli ultimi cinque anni. Chiediamo il rinnovamento che da più parti viene invocato. Un altro emendamento presentato prevede risorse aggiuntive provenienti dal rialzo dei canoni di concessione per l'idroelettrico, che permetteranno di favorire le amministrazioni comunali interessate che avranno dunque più fondi per investire su viabilità, turismo e ambiente. Fondamentali per i comuni dell'area ternana, alle prese con problemi da risolvere proprio in materia ambientale. Ricordo anche che per la Legge sulle politiche giovanili non erano presenti finanziamenti, che adesso ci sono. Ognuno è qui per dare un contributo, valuteremo anche gli altri emendamenti nella massima libertà”.
MARCO SQUARTA (FDI): “VOTO CONTRARIO. CON I DERIVATI EMORRAGIA DI RISORSE SENZA DELIBERE DELL'ASSEMBLEA. SVILUPPUMBRIA E GEPAFIN NON SIANO PICCOLI CENTRI DI POTERE - Da circa otto mesi questo Consiglio è paralizzato da liti interne al Pd, con dissapori sulle nomine e sul bilancio dove ancora una volta alcuni consiglieri di maggioranza, a parole, sono stati fortemente critici sull'operato dell'Esecutivo. É stato perso tanto tempo per poi trovare un accordo con il ritiro di parte degli emendamenti e con aggiustamenti trovati nella pausa pranzo. Ma se è così, si torni alle elezioni e non si perda altro tempo. Sul bilancio, voteremo contro perché non raggiunge gli obiettivi prefissati inizialmente: volevamo più riduzione della spesa e meno burocrazia, ma ci sono ancora tanti punti critici. Cominciamo dai derivati: fra il 2008 e il 2009 la Regione fece ricorso a strumenti finanziari consistenti in operazioni di swap di copertura dal rischio di tasso dei prestiti sottostanti. La Corte dei Conti stigmatizzò, con propria delibera, che le operazioni erano state concluse senza la preventiva deliberazione del Consiglio regionale, il quale, in quanto organo di indirizzo e di controllo amministrativo, è il soggetto al quale è riservata la potestà di decidere in merito, anche e soprattutto in considerazione dei vincoli all’utilizzo delle risorse future dell’Ente, e quindi della collettività, che la sottoscrizione del contratto comporta. Di fatto i contratti di swap stipulati dalla Giunta regionale hanno prodotto una emorragia costante di risorse, ottenendo l’effetto contrario rispetto a quello di tutelarsi dal rischio di tasso, e infatti negli ultimi 5 anni le operazioni finanziarie poste in essere hanno determinato perdite pari a 7,5 milioni di euro. Ebbene oggi, finalmente, la Giunta trasmette per la prima volta lo schema dettagliato dei flussi in entrata e uscita per ogni singolo swap ed il valore del mark to market e così scopriamo che lo swap in essere con Merril Lynch comporterebbe un mark to market negativo con una perdita di 30 milioni di euro, mentre quello con Nomura un mark to market positivo con un entrata di 39 milioni di euro, e scopriamo che se oggi la Regione procedesse alla risoluzione anticipata di tutti gli swap in essere avrebbe comunque un guadagno pari a 13,7 milioni di euro, che compenserebbe in parte le perdite di flussi registrate negli ultimi 5 anni. Ma la verità è che queste operazioni sono estremamente complesse e che procedere a ristrutturazioni delle stesse potrebbe comportare perdite ulteriori se la revisione degli swap in essere non fosse condotta con la massima accortezza e accuratezza. Viste le perdite costanti registrate negli anni, riteniamo necessario che l’Assemblea Legislativa venga messa nelle condizioni di vigilare su eventuali operazioni di revisione degli swap e gli atti relativi alla ristrutturazione o estinzione degli swap in essere debbano essere trasmessi alla competente commissione consiliare per l’acquisizione del relativo parere. Questo il senso dell’emendamento che proponiamo all’articolato del bilancio di previsione. Sulle partecipate, ben quaranta pagine del giudizio di parificazione 2015 della Corte dei Conti sono state dedicate a controllate e collegate della regione. Evidenziati 'dubbi sull'effettivo funzionamento dei sistemi di governance e di monitoraggio messi in atto dalla Regione anche in termini di efficacia degli interventi finanziati. In particolare, si ribadisce la necessità di un immediato intervento, anche in considerazione dell'entità delle risorse erogate dalla Regione, che nell'esercizio 2013 sono state pari a complessivi 59 milioni euro, in aumento rispetto 2012 circa 48 milioni di euro. Nonostante la Regione nelle controdeduzioni alla Corte abbia citato su tutte la riduzione delle risorse erogate nel 2014 (27.702.902 euro), riteniamo che le stesse siano comunque di entità tale da richiedere concreti interventi da parte dell'amministrazione, al fine di reindirizzare parte consistente di tali trasferimenti verso interventi più incisivi per il welfare e per il sostegno alle famiglie e alla maternità. Non vorremmo che la ridefinizione dei ruoli di Sviluppumbria e Gepafin, così come delineata nel DEFR, anziché determinare una razionalizzazione delle risorse determinasse una ulteriore emorragia di risorse pubbliche e il crearsi di 'piccoli', si fa per dire, centri di potere che sottendono tutt’altre finalità. Riteniamo che il rinnovato ruolo di Sviluppumbria necessiti di un rinnovato sistema di controlli sulla efficacia delle azioni poste in essere della Società, soprattutto alla luce del fatto che, oltre alle consuete consistenti risorse regionali che gestisce e che si aggirano fra i 6 e i 7 milioni di euro l’anno, Sviluppumbria si troverà a gestire direttamente, come organismo intermedio, ulteriori 7,5 milioni di euro l’anno di risorse comunitarie a valere sul POR-FESR 2014-2020. Passando a Gepafin, nel Defr leggiamo che 'nel corso del 2016 dovrebbe realizzarsi la trasformazione in intermediario finanziario vigilato da Banca d'Italia. A Gepafin competerà il ruolo di attivazione di strumenti innovativi, di risorse finanziarie e di interconnessioni operative con gli attori del sistema, per accompagnare e rafforzare la struttura finanziaria della Pmi. Alla trasformazione di Gepafin dovrà seguire il riordino del sistema regionale dei Confidi.
Umbria TPL presenta una crisi di liquidità che ne mette a rischio la sopravvivenza, anche per la mancata applicazione della legge che ne prevedeva la trasformazione in Agenzia Unica per la Mobilità per ottenere consistenti risparmi Iva (circa 9 milioni di euro l’anno). Oggi Umbria tpl e mobilità non è nelle condizioni di rimborsare 13 dei 17 milioni di euro dell'anticipazione di cassa che la Regione ha dovuto concedere nel 2013 per evitarne il collasso. Abbiamo presentato un emendamento per riconoscere ad Agenzie, Enti e organismi strumentali della Regione la possibilità di contrarre aperture di credito o anticipazioni di cassa per un importo non eccedente il 25 per cento delle entrate accertate nell’anno precedente. Sulla mobilità alternativa: ad oggi i 2 milioni di euro promessi dalla Giunta regionale al Comune di Perugia a aprile 2015 per far fronte ai costi di gestione non sono ancora stati trasferiti e non risulta ci sia traccia nel previsionale degli altri 2 milioni relativi al 2016. Infine nemmeno un centesimo risulta stanziato per l’abbattimento delle barriere architettoniche”.
SILVANO ROMETTI (Ser): “I FATTI SONO PIÙ FORTI DELLE PAROLE, SOTTOVALUTATI PUNTI DI FORZA DEL BILANCIO – Va tenuta in considerazione la riduzione dei trasferimenti, che con questo trend diventerà insostenibile nei prossimi anni. La legge di stabilità impedisce l'utilizzo dell'avanzo e la capacità di spesa. Ciò nonostante il bilancio dell'Umbria è solido e negli ultimi anni la Regione non ha fatto anticipazioni di tassa, ha lasciato libera la potenzialità fiscale, tenuto al minimo le addizionali. Non si po' guardare a un bilancio aggiungendo sempre 'più uno', dato che le esigenze di spesa sono molteplici. La solidità del nostro bilancio non è un fatto scontato e deriva da una importante opera di riduzione della spesa. Positivo il programma per l''inclusione attiva, anche per attenuare l'effetto della Fornero con un patto generazionale. Per queste cose servono però risorse. Aggiungere obiettivi è semplice il problema è trovare le compatibilità economiche. Ho presentato tre emendamenti, due mirano a dare continuità al sistema dei trasporti in Umbria in attesa delle gare, l'altro riguarda gli incentivi (bollo gratuito per tre anni) per le automobili elettriche e ibride”.
CARLA CASCIARI (Pd): “BILANCIO DIFFICILE DA COSTRUIRE PER COORDINARE LE DIVERSE FILIERE DI FINANZIAMENTO – Per stilare questa manovra è stato necessario mettere a sistema diverse fonti di finanziamento. A questo si è aggiunta la necessità di ridurre la spesa di funzionamento, anche per assorbire il personale delle Province. La spesa non vincolata è molto ridotta, considerando anche l'esigenza di cofinanziare le risorse europee. Questo bilancio riesce a salvaguardare le risorse per il welfare, guardando ad una idea di sviluppo, con scelte importanti in fatto di turismo. Una manovra che ha un preciso progetto politico, anche grazie alla riconferma degli interventi per il welfare. L'Umbria è l'unica Regione a destinare una quota così alta al fondo sociale. Ho sentito molto parlare di famiglia, non dimentichiamo allora che questa Regione ha una legge del 2012, una misura sperimentale per il sostegno alle famiglie vulnerabili, che ha erogato circa 5mila aiuti concreti alle vittime delle nuove povertà, giovani, precari. Con i 9 milioni previsti per l'inclusione attiva la regione ha scelto di attivare servizi e progettualità territoriali pensate per ridurre le difficoltà delle famiglie con minori e con disabili. Non vanno dimenticati i 28milioni di euro per il diritto allo studio universitario e i fondi previsti per i cittadini rimasti vittime del crac di alcune banche. Ho presentato un emendamento per garantire l'invecchiamento attivo e uno suo commercio equo e il ruolo dei Cesvol”.
RAFFAELE NEVI (Forza Italia) “QUELLO CHE ABBIAMO DAVANTI È BILANCIO FOTOCOPIA, SENZA PROSPETTIVA DI FUTURO. USCIRE DA UNA SITUAZIONE PER DARE UN MAGGIORE SEGNALE DI ATTENZIONE ALL'ESTERNO, AI PROBLEMI VERI DELLA COMUNITÀ UMBRA. Siamo in attesa di capire la portata degli emendamenti presentati dal gruppo di consiglieri Pd. Speravamo che qualcun altro oltre a noi alzasse la testa e concordasse con noi che quello che abbiamo davanti è bilancio fotocopia, senza prospettiva di futuro. Non sappiamo ancora cosa sta accadendo per ciò che riguarda gli emendamenti depositati da alcuni consiglieri di maggioranza, e alcuni di essi li troviamo interessanti. Le nostre proposte sono tese a ridurre la spesa ma non solo, perché il criterio che seguiamo è soprattutto quello di spendere meglio. Questo è l'obiettivo che indichiamo all'Assemblea legislativa, la Giunta è sorda a queste istanze. Vorremmo cercare di migliorare questo atto pur partendo da un giudizio nettamente negativo. Come valutiamo negativamente anche la situazione politico-istituzionale: abbiamo un governo regionale azzoppato, dalle dimissioni di un assessore, e paralizzato perché la guerra interna PD rende precaria e instabile la situazione. Spero che oggi si possa voltare pagina e finalmente inizi questa X legislatura che di fatto non ha mai preso avvio, con questioni pesanti quali il sociale, la sanità, i rifiuti bloccati e rinviati, a causa dei problemi che ho esposto. Auspicio perciò che oggi si inizi a lavorare in maniera più produttiva. Anche se il peso dei provvedimenti del Governo, sui quali l'Esecutivo regionale continua ad abbassare la testa, deprimono qualsiasi azione positiva. Cercheremo quindi di andare avanti cercando di migliorare l'attività della Regione con una impronta più liberale, con più attenzione al privato, più libertà, meritocrazia , agevolando le imprese che vorrebbero investire in Umbria. Pensiamo che operare meglio a livello di politiche regionali sia possibile, dando una risposta di governo che pur nella carenza di risorse riesca ad assicurare livelli quantitativi e qualitativi dei servizi, senza operare tagli o aumentando le tasse, con uno schema che si sta ripetendo da anni. Per invertire una tendenza che vede l'Umbria morirci tra le mani, come i dati Istat su Pil, demografia e performance delle imprese purtroppo ci descrivono: problemi gravissimi che stanno determinando un'emorragia costante di umbri che se ne vanno altrove. Auspichiamo che la si faccia finita con le fibrillazioni personalistiche della maggioranza per cominciare a confrontarci sulle cose concrete. Rispetto agli emendamenti annunciati aspettiamo di vederne lo sviluppo. Speriamo poi che sia veramente l'ultima volta che il bilancio si approva in una settimana con una trasparenza e comprensibilità bassissima, per poter fare scelte migliori e più efficaci nell'interesse dell'Umbria. Quella cui assistiamo all'interno della maggioranza è una situazione kafkiana, abbiamo bisogno di uscirne fuori per dare un maggiore segnale di attenzione all'esterno, ai problemi veri della comunità umbra, perché ciò che è stato fatto finora ha poco a che fare con reali problemi”.
LUCA BARBERINI (PD): “BENE INVARIANZA FISCALE MA SERVONO INNOVAZIONE E RIFORME VERE - Positivo che i conti della Regione siano in equilibrio, mentre la metà delle Regioni a statuto ordinario hanno in corso dei piani di rientro per la spesa sanitaria. Bene anche il patto stipulato con i cittadini relativamente all'invarianza della pressione fiscale (visto che essa ha raggiunto livelli insostenibili per i cittadini), a vantaggio di imprese e cittadini colpite dalla crisi. Serve una riforma della pubblica amministrazione, seguendo l'esempio dei paesi del Nord Europa, dove essa funziona e giustifica così le tasse che vengono pagate. Necessario l'impegno per il migliore utilizzo dei fondi comunitari, che richiedono un cofinanziamento regionale: sono risorse importanti ma non risolutive, poco più di una goccia nell'oceano. Si dovrà avviare un processo riformatore che cambi i protagonisti di una stagione politica, per provare a mettere in campo nuovi soggetti, in grado di affrontare il profondo cambiamento della società, che ora è più vecchia, più povera e più sola. Il Pil è un indicatore da tenere d'occhio, e se cala del 10percento dobbiamo rifletterci. È vero che la disoccupazione cala, ma l'Aur ci ha spiegato che al 31 dicembre 2015 in Umbria c'erano 45mila disoccupati. Puntare sul welfare di comunità e su quello familiare. Dobbiamo portare avanti delle vere riforme, di cui parliamo da troppo tempo. Gli indicatori testimoniano una scarso orientamento all'innovazione del sistema produttivo umbro. L'Umbria deve superare vecchi schemi. Questo bilancio è una risposta positiva ma parziale: gli interventi sul sociale non sono ancora adeguati. Questa è la politica con la P maiuscola, quella che punta a sostenere il welfare, anche spostando verso questo settore fondi da spendere subito. Investire su disabilità, famiglie, oratori, doposcuola nei territori marginali è necessario. I ragazzi che lasciano l'Italia, e l'Umbria, hanno una laurea e un master e se ne vanno perché qui non hanno un futuro. Interverremo anche qui in sede di assestamento. Sullo sviluppo economico, Sviluppumbria ha esautorato il ruolo dell'assessore allo sviluppo economico: negli ultimi anni questa struttura è migliorata ma mantiene una opacità legata alle troppe attività. Questo strumento deve essere utilizzato per fare politica economica e non solo politica. La vera sfida riguarda le riforme, alcune ferme e appese: le comunità montane, le unioni dei Comuni, l'Agenzia per la forestazione. Andranno rivisti i Gal e gli Ambiti territoriali di caccia. Molte quindi le criticità a cui dobbiamo dare risposta anche facendo lavoro di squadra”.
La discussione è stata aggiornata a domani.

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