TERNI - "La statistica è uno degli elementi fondamentali per conoscere la città, per avere quella consapevolezza che è alla base di un buon governo". Lo ha detto questa mattina, l'assessore Cristhia Falchetti Ballerani che, insieme al funzionario della struttura comunale di Statistica, ha presentato i dati riferiti al 2015. Un report dettagliato dal quale emerge una città con molte novità.

DEMOGRAFIA AL 1 GENNAIO 2016

 Al primo gennaio 2016 la popolazione a Terni è di 111.501 residenti, 632 in meno rispetto all’anno precedente ( -5,6%) il calo più consistente dal dopoguerra. Un repentina inversione di tendenza dopo oltre quindici anni di costante crescita dei residenti determinata nella nostra città, più che altrove, dai flussi di immigrati stranieri che hanno modificato la struttura della popolazione a partire dall’inizio del nuovo secolo. Il 2015 anche a livello nazionale ha segnato una svolta e per la prima volta dal 1952 la popolazione ha subito una riduzione. A Terni gli stranieri residenti sono 12.540, 266 in meno rispetto allo scorso anno. In realtà non si tratta di una perdita vera e propria perché 471 hanno cambiato status avendo acquisito la cittadinanza italiana e non vengono più conteggiati tra gli stranieri; quindi i cittadini nati con cittadinanza non italiana, e ora residenti a Terni, sono di più rispetto a quanti ne vengono conteggiati tra i 12.540 stranieri.

 Nel corso del 2015 sono nati da madri residenti a Terni 747 bambini, 89 in meno rispetto allo scorso anno. Il tasso di natalità toccato quest’anno è tra i più bassi degli ultimi 50 anni in diminuzione anche se per 15 anni il fenomeno è stato attenuato, anche in questo caso ,grazie all’apporto delle mamme straniere. Ultimamente anche all’interno della componente straniera della popolazione la natalità si sta contraendo e nel 2015 i bambini stranieri nati a Terni sono stati 137, ovvero 30 in meno dell’anno precedente. Il tasso di fecondità pari a 1,17 figli per donna, è molto più basso rispetto al valore nazionale (1,35), ancora più basso se si considerano solo le cittadine italiane.

In sintesi a Terni si fanno sempre meno figli e meno che nel resto d’Italia e le residenti straniere hanno ancora una maggiore propensione alla maternità anche se stanno modificando il loro comportamento. Alla bassa fecondità, largamente insufficiente a garantire il necessario ricambio generazionale, continua ad accompagnarsi la scelta di rinviare sempre più in là il momento in cui avere figli. Cresce ancora infatti l’età media al parto pari a 32,6 anni, un anno in più rispetto alla media nazionale. Anche in questo caso c’è differenza tra la componente straniera, per la quale l’età scende a 29,8 anni e le mamme italiane che mediamente partoriscono a 33,6 anni. Il calo della fecondità è in parte condizionato dal protrarsi degli effetti sociali della crisi economica a causa della quale le giovani coppie rallentano la progettualità genitoriale e soprattutto la posticipano, e quindi è fisiologico che il numero medio di figli per donna tende ad abbassarsi.

I morti durante il 2015 sono stati 1.413, ben 127 in più rispetto al 2014 facendo registrare il più alto tasso di mortalità mai registrato negli ultimi decenni. Tale fenomeno si è verificato comunque anche a livello nazionale ed è dovuto, oltre che a effetti strutturali connessi all’invecchiamento, al posticipo delle morti non avvenute nel biennio 2013-14, più favorevole per la sopravvivenza soprattutto per migliori condizioni climatiche.

Anche il saldo migratorio (differenza tra immigrati e emigrati), che si era mantenuto alto grazie alle immigrazioni di cittadini stranieri, quest’anno è quasi nullo e il numero dei cittadini che si sono iscritti in anagrafe è praticamente pari a quello dei cancellati (2.333 contro 2.299). Ciò è determinato principalmente da una parziale perdita di attrattività del paese nei confronti dei migranti internazionali anche se il numero di iscritti dall’estero è comunque superiore rispetto a quanti emigrano fuori dall’Italia. Interessante notare che tra i 591 cittadini che si sono iscritti provenendo dall’estero, la quasi totalità ovvero 543, pari al 92% sono stranieri mentre sui 322 cancellati per l’estero soltanto 111 sono stranieri (34%).

E’ infatti in crescita il numero di ternani che lasciano la città per trasferirsi fuori dall’Italia e in particolare in paesi extraeuropei. All’interno del territorio nazionale invece quasi la metà degli spostamenti avviene nei confini dell’Italia Centrale: il 75% di quelli che si sono trasferiti a Terni nel corso del 2015 arrivano infatti da Umbria 48,5%, Lazio 20%, Toscana 4,9% e Marche 1,7%. Mentre ammonta al 68% il numero di cancellati per le stesse regioni e di questi il 45% è rimasto all’interno della provincia con prevalenza per i comuni limitrofi di Narni e Stroncone. In termini di struttura la popolazione ternana è caratterizzata da una prevalenza abbastanza marcata della componente femminile che supera quella maschile di 6.671 unità con un tasso di mascolinità, numero di maschi ogni 100 femmine, pari a 89. Tale situazione è ancor più evidente se si considera soltanto la componente straniera della popolazione per la quale il tasso di mascolinità risulta pari a 70; oltre ad essere sempre più “rosa”, strutturalmente, la popolazione ternana si presenta sempre più anziana con un indice di invecchiamento molto alto e ancora in salita. Infatti l’età della popolazione continua a spostarsi in avanti, come ben sintetizzato dall’indice di vecchiaia, pari a 215, il valore più alto mai registrato a livello locale e ben al di sopra sia di quello nazionale che di quello dei paesi UE. La crescita della mortalità nel 2015, concentrata in particolare nelle età senili (75-95 anni) non ha rallentato il processo di invecchiamento della popolazione.

 Tra il 1° gennaio 2015 e il 1° gennaio 2016 gli ultrasessantacinquenni crescono di oltre 100 unità a fronte di una popolazione totale che diminuisce e rappresentano il 26% dei residenti, vale a dire uno ogni 4; ma ad aumentare ancora di più sono i grandi anziani, ovvero gli ultra75enni, che rappresentano il 13,6% della popolazione. In città abbiamo 47 ultracentenari dei quali 36 sono donne. Rispetto al 1° gennaio 2015 i cittadini che hanno avevano superato i 100 anni si sono sfoltiti di 10 unità a conferma che l’incremento di mortalità che si è verificato nel corso del 2015 ha colpito principalmente le età estreme della popolazione. Per contro torna a diminuire la popolazione in età lavorativa, ovvero quella con età compresa tra i 19 e i 64 anni, dopo che per alcuni anni, la flessione era stata contenuta dall’arrivo degli stranieri, molti dei quali appartenenti a questa classe d’età.

Ad oggi la componente attiva della popolazione rappresenta a Terni il 58,5% dei residenti, ciò vuol dire che si deve fare carico anche del restante 40% abbondante di cittadini che non fa parte delle forze di lavoro. Come conseguenza dell’invecchiamento dei residenti, l’età media della popolazione sale a 47 anni contro la media nazionale di 44,6. Le donne a causa della maggiore sopravvivenza hanno un’età media di 48,7 anni. I residenti stranieri sono di gran lunga più giovani con un’età media di 34,8 anni e la differenza di genere appare più evidente: gli uomini sono mediamente più giovani delle donne di 6 anni (età media degli uomini 31,3 e donne di 37,3).

Le famiglie residenti a Terni sono 51.816 in costante crescita, soprattutto in conseguenza del notevole incremento delle famiglie monocomponenti. Sono infatti quasi 20mila le persone che vivono sole. Si tratta principalmente di anziani, per la maggior parte donne, e giovani single o persone che coabitano senza però avere legami affettivi o familiari, in questo ultimo caso rientrano molti stranieri che dividono l’alloggio e le spese senza avere legami con gli altri coinquilini. Le famiglie con almeno un componente straniero sono 6.683 e di queste l’80% sono famiglie di soli stranieri. I rumeni rappresentano il 35% degli stranieri residenti (4.427) e continuano a crescere, anche se più lentamente del passato. Secondi, ma molti di meno ( 1.731), sono gli albanesi che da un paio d’anni hanno cominciato a lasciare la città per tornare in Patria. Dopo il boom di immigrazioni dai paesi dell’Est europeo che ha caratterizzato il primo decennio del secolo, da alcuni anni è in crescita l’immigrazione dal continente asiatico, in particolare è cresciuto il numero di pakistani, indiani, filippini e cinesi. In totale la componente asiatica degli stranieri conta 2.146 residenti. In aumento anche il numero di nigeriani.

ONOMASTICA Come di consueto i Servizi Statistici hanno stilato anche quest’anno la classifica dei nomi più utilizzati tra i nati nell’anno. In generale, a differenza del passato, ultimamente si evidenzia un rapido ricambio dei nomi che rimangono in voga anche per un solo anno. Se fino alla fine degli anni ‘90 per qualche anno i nomi più scelti dai genitori rimanevano pressoché costanti, ora cambiano in modo molto repentino e nomi che appena l’anno prima occupavano i primi posti della classifica, l’anno successivo non si posizionano neppure tra i primi 10. Tra i primi 6 nomi al femminile ben 4 iniziano con la lettera “A”: per le bambine nate nell’anno il primato di nome più usato spetta a Aurora ( Sofia era prima lo scorso anno) ) seguita da Sofia, Mia, Adele, Anita e Anna. Ad eccezione di Anna e Sofia si tratta di nomi poco diffusi fino a qualche anno fa. Per i neonati maschi si prediligono nomi più classici che già da alcuni anni si mantengono in classifica: Alessandro, Leonardo Lorenzo, Mattia, Andrea e Francesco. Quest’ultimo lo scorso anno occupava il primo posto.

La presenza di stranieri ha ovviamente modificato la rosa dei nomi presenti in anagrafe, e compaiono nomi che finiscono con consonante o che comunque appartengono chiaramente a culture differenti, anche se molti dei genitori stranieri, quali ad esempio i cinesi, utilizzano per i loro figli nomi prettamente italiani. Al contrario i genitori marocchini, Indiani e pakistani tendono a dare ai propri figli nomi legati alla loro tradizione. Per quanto riguarda i nati rumeni, che sono la maggioranza, spesso i genitori utilizzano nomi doppi. A Terni, nonostante vi siano circa 6.300 nomi maschili e 7.700 femminili differenti la distribuzione del numero di residenti secondo il nome rivela un’elevata concentrazione intorno ai primi 100 nomi in ordine di frequenza, fenomeno più spiccato per quelli maschili per i quali i 100 nomi più frequenti complessivamente coprono quasi il 75% dei residenti. Per i nomi femminili invece la fantasia dei genitori è più fervida, e lo si vede già dalla classifica dei più diffusi, e ci sono ben 5.600 residenti che spiccano per originalità detenendo il proprio nome in esclusiva. Il primato di nome più lungo spetta ad un nome composto che conta in totale ben 32 lettere. I nomi più corti invece sono formati da una sillaba di due lettere e appartengono a residenti cinesi, a un albanese e a un nigeriano.

APPROFONDIMENTO GLI STESSI RESIDENTI DEL 1985. MA NON LA STESSA POPOLAZIONE

Terni conta ad oggi lo stesso numero di residenti di trent’anni fa, ma da un punto di vista strutturale la composizione appare completamente diversa, come profondamente cambiati sono gli eventi demografici che interessano la popolazione. Innanzitutto nel 1985 (prendiamo questo come anno di riferimento per il confronto dato che vi erano 111.302 residenti) gli stranieri erano poche decine ora sono 12.540 e rappresentano l’11% della popolazione. Attualmente a Terni la percentuale di stranieri è superiore sia al dato nazionale che a quello regionale e l’incremento così sostanzioso è avvenuto in un periodo di tempo relativamente breve rispetto a quanto accaduto in altre realtà italiane nelle quali il fenomeno delle migrazioni era presente già da oltre trent’anni. A metà degli anni 80 era già lontano il periodo del baby boom degli anni ’60 e il numero di nati era già un po’sceso 778 nascite contro le attuali 747 (delle quali 137 da madri straniere) mentre la mortalità era notevolmente più bassa, infatti a parità di popolazione si erano verificati 1.120 decessi mentre lo scorso anno i morti sono stati 1.413.

Popolazione Residente secondo grandi classi d’età

Anche i fenomeni migratori risultano molto cambiati nell’arco di questi trent’anni. Il saldo migratorio era positivo e pari a 782 per effetto dei cittadini provenienti da altri comuni italiani che si iscrivevano nella nostra anagrafe. Oggi, dopo lo sgonfiamento della bolla delle migrazioni di stranieri, il saldo migratorio è molto più basso (pari a 34 nel 2015) e sono di più quelli che hanno lasciato la città: 2.299 nel 2015 ovvero 1.106 in più rispetto al 1985 questo a conferma della grande mobilità che caratterizza sempre di più le popolazioni. Le famiglie sono decisamente meno stabili e tendono a muoversi frequentemente sia con cambi di residenza all’interno della città che tra una città e l’altra.

Tra le due popolazioni ternane a confronto appare molto diversa anche la composizione per età che ci restituisce, dopo trent’anni, una città invecchiata con sempre meno bambini e ragazzi e una crescita impressionante di grandi anziani. Se nel 1985 dei 111 mila residenti 6.782 erano ultrasettantacinquenni, oggi a parità di residenti totali, gli ultra75enni sono 15.180 ovvero più del doppio e il loro peso sulla popolazione totale è passato dal 6,1 a 13,6% . Contemporaneamente sono “spariti” quasi 6.400 minorenni e circa 4.000 di quelli che l’Istat chiama “forze di lavoro”, ovvero i 19-64enni. A causa di queste trasformazioni nella ripartizione dei residenti nelle diverse fasce d’età, gli indici strutturali hanno assunto valori che denotano situazioni preoccupanti: l’indice di vecchiaia (numero di anziani su 100 residenti) pari a 215 è attualmente uno dei più alti d’Italia e molto superiore ai valori dell’UE, nell’’85 era 102. Stessa sorte per l’indice di carico (il peso delle classi d’età non attive 0-18 e 65e+ sulla popolazione attiva 19-64enni) che è passato nella nostra città da 59 a 71. A distanza di trent’anni le donne hanno preso il sopravvento e se nell’85 se ne contavano 4.362 in più degli uomini ora la differenza è passata a 6.671 e ogni 100 donne vi sono 88 uomini mentre nell’85 ce ne erano 93. R

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