"Quale futuro per l'ospedale di Assisi?"
Tutti i cittadini di Assisi ricorderanno la pseudo-battaglia che l’ex-sindaco di Assisi Ricci, insieme a gran parte del centro destra che ha governato per quasi 20 anni la città, fece per evitare la chiusura del reparto maternità dell’ospedale. Agli occhi di chi segue con attenzione la politica fu fin dall'inizio difficile comprendere questa scelta visto che a livello nazionale tutti i partiti della destra, con la scusa di una sempre maggiore razionalizzazione della spesa sanitaria, hanno sempre proposto e approvato, negli ultimi decenni, tutti i tagli effettuati nel settore. Due pesi e due misure a secondo delle convenienze: prima a livello nazionale si riducono i finanziamenti ma poi si organizza la protesta a livello comunale, con picchetti, occupazioni, addirittura, nel caso specifico, con una lettera-appello al Papa.
Una montagna di demagogia e opportunismo, che da una parte serviva a l'ex sindaco per raccogliere consensi, anche a livello mediatico, in vista delle scorse elezioni ragionali in cui si è candidato a governatore dell'Umbria e dall'altra nascondeva e nasconde l'incapacità di avanzare proposte e progetti per rilanciare ruolo e funzione dell'ospedale di Assisi.
Oggi il reparto maternità ad Assisi non c'è più, la questione è archiviata, ma altre gravi e urgenti questioni relative alla gestione delle strutture sanitarie del comune e del comprensorio sono invece all'ordine del giorno. Nel silenzio quasi totale della politica locale. Ma con crescenti disagi e allarme per i cittadini.
Da qualche mese anche il reparto di chirurgia è stato chiuso. Tutti i pazienti che hanno necessità di un intervento devono essere trasportati in prima istanza al nuovo ospedale di Pantalla e, se in quella struttura non può essere fornito un servizio adeguato, dirottati al Silvestrini di Perugia. Spostamenti che da una parte privano il territorio per molte ore al giorno di un fondamentale servizio di ambulanza necessario per le altre urgenze e dall'altra creano enormi difficoltà a tutti i cittadini che devono occuparsi dell'assistenza ai malati visto che i servizi pubblici di collegamento, in entrambi i casi, praticamente non esistono e che, al momento, non si prevede di incrementarli.
Tutto questo disagio non ha quasi per niente scosso la politica assisana: nessuna protesta questa volta, nessuna contestazione, ma come sempre invece nessuna proposta. Questi ulteriori tagli ai servizi sanitari dei cittadini sembrano mettere d'accordo tutte le formazioni politiche, quelle che governano localmente e quelle che lo fanno a livello regionale.
La Sinistra per Assisi da molto tempo pone un quesito elementare: se in nome dell’ottimizzazione dei costi si sono chiusi i reparti maternità e chirurgia e i promessi nuovi reparti di medicina d’urgenza e cardiologia non vengono aperti, qual è il futuro del nostro ospedale?
Su questo intendiamo rilanciare subito e con grande determinazione un dibattito e un confronto a tutti i livelli visto che da una parte non sono più tollerabili altri tagli di spesa nel settore sanitario con ulteriori diminuzione dei servizi e che dall'altra chi governa le istituzioni, anche quelle comunali, ha il dovere di indicare quali possono e devono essere le prospettive concrete delle strutture sanitarie della città.
In un recentissimo incontro ad Assisi con la Cgil abbiamo avuto modo di ascoltare anche le proposte, peraltro pubbliche, avanzate già da molto tempo dai sindacati. Ci sono impegni assunti in maniera ufficiale dai vertici aziendali della Asl di Perugia relativi a diverse tematiche che riguardano la sanità del comprensorio Valle Umbra Nord: dal livello e la qualità dei servizi forniti ai cittadini alle funzioni dei Presidi ospedalieri, alla certezza di quali prestazioni dovranno essere erogate nelle varie strutture. Questi impegni devono adesso essere rispettati passando alla fase operativa in tempi brevi e facendo grande chiarezza sulle risorse finanziarie realmente disponibili.
Moreno Sdringola,
portavoce comunale
La Sinistra per Assisi

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