Si è aperto in questi giorni un dibattito politico e  culturale interessante riguardo la proposta , da parte della Giunta comunale , di una rievocazione storica con manifestazioni in costume e cortei riferiti ai  fatti avvenuti nel 1416.

Molte personalità di cultura, della società civile e politica, di numerose associazioni di Perugia ritengono, invece, che già esiste una ricorrenza  storica politica importantissima: quella che riguarda  gli avvenimenti del 20 Giugno 1859.

Proviamo, allora, a ricordare brevemente i due fatti.

1° - Braccio Fortebracci da Motone, che apparteneva ad una antica e nobile famiglia cacciata da Perugia, era riuscito  nel 1416 a costruire un esercito personale e, pur essendo Capitano Generale della Chiesa, decise la riconquista della città e di fare un proprio stato.

Lo scontro armato, tra le truppe mercenarie di Braccio e le milizie perugine, guidate da Carlo  I Malatesta,  avvenne il 12 Luglio 1416, nei pressi di S.Egidio e si concluse con la vittoria di Braccio e la sua signoria, per pochi anni, su Perugia e alcune città vicine.

2° - Durante la seconda guerra di Indipendenza,  mentre molti cittadini perugini erano partiti volontari per combattere accanto all’esercito sabaudo a favore dello stato unitario, in città si costituì un  comitato insurrezionale che cacciò il delegato papale dando vita ad un governo provvisorio.

Il papa  Pio IX inviò alcuni reggimenti svizzeri e lo scontro armato avvenne il 20 Giugno 1859 nei pressi di S.Pietro. Dopo la vittoria i papalini si diedero al saccheggio e all’uccisione di cittadini inermi.

C’è da ricordare che nel 1898 Perugia fu insignita di una  medaglia per benemerenze risorgimentali, e nel 1909 fu edificato il monumento ai caduti del  20 Giugno del 1859.

Infine il 20 Giugno del 1944 è stato il giorno che Perugia si è liberata dal giogo nazi fascista.

E’ chiaro che i due avvenimenti non sono in contrapposizione tra di loro, in quanto diverse sono state le motivazioni e gli avvenimenti politici che ne sono derivati.

I fatti del 20 Giugno sono stati  avvenimenti storici in cui tutti si riconoscono, significativi nella nostra storia e con conseguenze positive negli anni successivi, fino a noi. Magari sarebbe da organizzare, celebrare la ricorrenza con più solennità.

Quindi non abbiamo bisogno di rievocare  con costumi d’epoca, cortei storici, bandiere e labari, avvenimenti che non rappresentano  per niente l’identificazione culturale, sociale,politica di un popolo allora come oggi:  se vogliamo divertirci in costume, facciamolo a carnevale, così è tutto più semplice.

Inoltre ci ha sorpreso sia il tono che le parole espresse da un membro della giunta che ha offeso tutti coloro che hanno dimostrato il loro dissenso all’iniziativa comunale, trattandosi,tra l’altro, di persone di altissima    qualità intellettuale e morale.

E vero che già da tempo a  Perugia non vi sono più amministratori di grande cultura e spessore politico  alla guida del comune, ma nessuno crede che pseudo rievocazioni storiche faranno  rinascere il centro cittadino e ridare un ruolo alla nostra città.

Il retaggio storico , culturale politico è patrimonio di tutti e non riserva di poche persone che si ergono sopra le altre, la democrazia è una conquista collettiva.

Comunque sarebbe utile che la giunta comunale si occupasse dei gravi problemi che affliggono i cittadini: si aspettano risposte riguardo gli asili , ai problemi della sanità ed in particolare alle file per le visite specialistiche, ai nodi  delle infrastrutture: treni, autobus, aeroporto,  strade, chiarezza nella gestione dei rifiuti.

Ci sono grosse preoccupazioni  inerenti la sicurezza delle persone e il rilancio di Perugia capoluogo di Regione, con iniziative qualificanti e non certo mettendo bancarelle, giostre,  cortei, o iniziative inneggianti a  fiction , che   può affascinare alcuni, ma la cui narrazione è molto inventata e il cui effetto è di breve durata.

Riteniamo, pertanto, sbagliata l’adesione dell’Assessore regionale alla cultura a questa associazione e all’evento, che vuol nobilitare un fatto che non può essere nobilitato.

Inoltre, crediamo, che un popolo, una comunità, anche quella umbra, abbia bisogno di sentire e identificarsi in valori alti e forti, su cui costruire il futuro di benessere e di sviluppo e per lasciare alle nuove generazioni pilastri di riferimento storici, politici e culturali certi, altrimenti potremmo lasciare i danni di una politica economica che stà già creando povertà in molti paesi, un disastro ambientale, lotta fra le nazioni e macerie culturali.

Questo dimostra tra l’altro,  lo stato confusionario del partito democratico, a Perugia come in altre grandi città italiane.

Giuseppe Mattioli

La Sinistra per Perugia

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