Vinti:La festa di Perugia è il 20 giugno, non lo è la rievocazione del 1416.
Ho partecipato in quanto cittadino di Perugia all’incontro organizzato dall’Associazione “La città di tutti”, venerdì 4 marzo, sulla questione della rievocazione storica della battaglia di S.Egidio del 1416.
Ho partecipato interessato a capire il senso storico e culturale di questa iniziativa proposta dall’Amministrazione comunale di Perugia. E direi, che proprio, gli interventi dei qualificati relatori, in gran parte tra gli storici più famosi e conosciuti di Perugia, Baronti; Bartoli Langelli; Bracco; Grohmann, hanno dato un contributo serio, anche se non tutti pienamente condivisibili, ma serio, e utile per la comprensione dei fatti storici e dei processi che si sono avviati con la vittoria di Braccio Fortebracci da Montone sulle truppe perugine guidate da Carlo I Malatesta nel 1416.
Personalmente sono un appassionato di storia e ho avuto modo, negli anni, anche di ricordare alle nostre amministrazioni locali i vuoti che colpiscono la memoria storica cittadina, anzi vere e proprie rimozioni, come quella che ha colpito Gaio Vibio Treboniano Gallo, l’Imperatore di Roma nato a Perugia nel 206 D.C., della famiglia dei Vibi, che dopo una straordinaria carriera politica, senatore, console, governatore della Mesia, salì al trono imperiale nel 251 D.C. fino a quando fu ucciso a tradimento, a Terni, nel 253 D.C., di cui la maggior parte dei perugini ne ignora l’esistenza, al pari delle istituzioni cittadine, e non ve ne sarebbe traccia se la Provincia di Perugia, nel 2013, non gli avesse intitolato una sala della Rocca Paolina.
Una rimozione di tutta la nostra storia romana, per altro, assolutamente incomprensibile, così come è appena valorizzata l’origine etrusca della città, anzi quasi ignorata, se non fosse che la manifestazione “Velimna” di Ponte San Giovanni.
Ma la reazione, scomposta e decisamente sopra le righe, dell’Assessore alla Cultura del Comune di Perugia, Teresa Severini, sull’iniziativa della “La città di tutti”, lascia intendere che il problema non è vestirsi o meno da “bucciotti” l’11 ed il 12 giugno, quando piuttosto politica: il 12 giugno diventa la festa della città che sostituisce il 20 giugno? La sconfitta del “libero comune” da parte del grande capitano di ventura, Braccio Fortebracci, esiliato dal governo popolare dei Raspanti, indica la supremazia di un modello politico del 1416 basato sull’uomo solo al comando. Contrapposto alle liberazioni del 20 giugno 1859 e del 1944 dai poteri dispotici dei papalini e dei fascisti sulla città.
Direi che questo è il punto e da qui occorre ripartire, criticando modi e forma, della costituzione dell’associazione 1416, che gestisce l’evento e la natura politica della rievocazione stessa, allo stesso tempo rilanciando e facendo vivere, la data del 20 giugno, come la vera rifondazione della Perugia moderna e democratica.
Perugia 9 marzo 2016.
Stefano Vinti

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