La pseudo crisi che si sta consumando in Regione dopo le dimissioni di Barberini è oramai diventata una sorta di barzelletta, il cui finale, quale sarà, comunque non farà ridere gli umbri. Prima, e per settimane, la questione sanità è stata ridotta ad uno scontro sui nomi dei direttori generali delle Aziende sanitarie e ospedaliere. Poi, a seguito delle nomine, sono arrivate le dimissioni dell’assessore.

Oggi la comunità umbra è costretta ad aspettare le risoluzioni della Direzione regionale del PD per sapere se esiste ancora una maggioranza e, di conseguenza, un governo regionale. Il tutto condito da botte e risposte, interviste surreali  e battute infelici. Ovviamente non potevano mancare gli interventi dei parlamentari umbri, fieri sostenitori delle politiche di Renzi e sempre pronti a dire la loro sulle vicende umbre. Intanto, però, con l’entrata in vigore del decreto Lorenzin è iniziato il percorso per smantellare definitivamente il sistema sanitario pubblico e per favorire nuove privatizzazioni.

Gli umbri sanno bene che il ministro Lorenzin ha portato ad oltre 200 le voci presenti nell’elenco degli esami cli¬nici che il sistema sani-ta¬rio nazio¬nale coprirà solo a certe con¬di¬zioni. Già oggi nella nostra regione tante cittadine e tanti cittadini hanno problemi ad accedere alle cure, le liste d’attesa non sono state ridotte, sempre più complicate sono le condizioni di lavoro degli operatori, mancano politiche per potenziare la medicina di territorio e la prevenzione.

Per l’Umbria, dove oramai ad essere favorito è solo il privato, si tratta di un ulteriore disastro, visto il forte depotenziamento dei livelli di assistenza causato proprio da incontrastati tagli alla spesa pubblica e dall’assenza di programmazione nella ripartizione delle risorse e nell’organizzazione dei servizi. In questa vicenda emerge però un dato chiaro: l’attuale governo regionale non governa. Il PD anche in Umbria ha mostrato il suo vero volto e l’idea che ha delle istituzioni.

 

A pagare per questa situazione non possono però essere i cittadini: per questo l’unica soluzione per sanare questa pseudo crisi è tornare al voto. Elezioni subito. 

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