PERUGIA – Come era facile prevedere alla fine l’appello alla pacificazione lanciato dalla segreteria regionale del Pd con il documento proposto all’attenzione delle direzione regionale riunita ieri sera al Park Hotel di Ponte San Giovanni, ha  messo , almeno apparentemente, tutti d’accordo. Tutti concordi, dunque, sulla necessità di tornare a parlare dei problemi veri della gente, come aveva sottolineato Leonelli facendo riferimento alla delusione dei 120 mila elettori umbri del suo partito, òer mettere fine ad una pagina politica che ha definito senza mezzi termini con la “p” minuscola. La cosiddetta guerra della sanità può dunque dirsi conclusa? E’ troppo presto per dirlo, ma nn sarà affatto facile, anche se stando ai pronunciamenti espressi l’intenzione dichiarata dai più è stata quella di lavorare per ricucire al più presto uno strappo che è stato di certo assai doloroso.

Il primo passo sarà quello del rientro in giunta del “ribelle” Luca Barberini, come avevano propugnato appena ieri alcuni consiglieri regionali consiglieri regionali? Staremo a vedere, ma la ricomparsa in scena (a tarda ora) del redivivo dimissionario farebbe pendere il piatto della bilancia in tal senso, anche se lui, pur giudicando positivamente la presa di posizione della Segreteria, non ha desistito dal ribadire la sua posizione: la ricostruzione di quanto è avvenuto è carente, ha detto senza mezzi termini, ed i problemi della sanità vanno affrontati con uno spirito nuovo, capovolgendo la piramide e rimettendo al centro i cittadini.

Ha dunque voglia di battagliare ancora l’ex assessore alla sanità, e come lui la governatrice umbra  Catiuscia Marini che da parte sua ha poi causticamente osservato  come  “Quando il dentifricio esce dal tubetto, è poi difficile rimetterlo dentro”. Vale a dire quando si sono rotti i cocci si fa poi una faticaccia per rimetterli insieme. Anche se infine si è dimostrata anch’essa disponibile a incamminarsi sulla impervia strada delle pace.

Un dibattito, quello di ieri sera lungo e faticoso, che ha registrato gli interventi  dei vari big umbri del Pd, quelli schierati sui due fronti contrapposti e quelli che si sono assunti il ruolo di pacieri.  

Andrea Smacchi – primo intervenuto - ha subito riassunto  le posizioni della cordata che lo vede vicino a Barberini (Ci troviamo a risolvere, per senso di responsabilità, una crisi politica, importante”. “Non c’è mai stato un consigliere che abbia messo in dubbio la fiducia alla maggioranza: si doveva evitare di arrivare a questo punto, ma la maggioranza non è in pericolo. Dobbiamo però capire perché  si è arrivati a ciò e dobbiamo affrontare i prossimi quattro anni con uno spirito innovatore, accelerando. Chiedere condivisione non è lesa maestà, ci vuole rispetto”, e via cantando) .

A buttarla a “tarallucci e vino” ci ha provato Gianfranco Chiacchieroni che si è detto ottimista perché “Sul terreno dei diritti civili siamo diventati  un partito. Abbiamo dato stabilità, certezza di reddito, non abbiamo lasciato indietro nessuno e l’Umbria ha bisogno della stabilità di Catiuscia e della spinta di Luca”.

Ma la sua Catiuscia come la pensa veramente in merito? Il rimprovero rivoltole la Barberini di aver perso la spinta propulsiva dopo sei anni di governo, con l’applauso a scena aperta dei fans dell’ex assessore, l’ha certamente infastidita, pur tuttavia, dopo aver promesso che ricostruirà quanto è accaduto in Consiglio regionale parlando all’Umbria e affermato che la rotture è avvenuta nella Giunta e nel gruppo consiliare, per cui la segreteria regionale non c’entra nulla, ha cosi concluso: “Dobbiamo presentarci in Consiglio con Luca Barberini in Giunta regionale. Non dobbiamo aver paura di confrontarci, abbiamo dato una lezione di democrazia. Quello che ci siamo detti avrebbe meno senso se Barberini non tornasse in giunta”.

Chi vivrà vedrà! Come si dice opportunamente in questi casi. dunque!

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