Gli umbri stanno assistendo da almeno 20 giorni ai balletti sulle poltrone, con il più importante assessorato regionale, la sanità, al centro di una lotta di potere tra le correnti del Pd, un partito che non riesce a governare efficacemente questa regione

Il tema centrale della disputa non riguarda certamente l’organizzazione e la tipologia degli interventi per la salute della gente, come sarebbe auspicabile e comprensibile, ma una versione estremamente povera del termine “cambiamento”, inteso come rotazione di poltrone, mentre da altre parti si vuole valorizzare l'”esperienza”, tutte e due le posizioni accomunate da un dibattito virtuale che non riesce a nascondere il fatto che si tratta esclusivamente di uno scontro di potere che prescinde dal rapporto con i cittadini.

Come Futuro a Sinistra e Sinistra italiana, più volte abbiamo raccomandato un dibattito nel merito, che ponga argine ad una pericolosa deriva, che al pari del lavoro, coinvolge anche il welfare, che fino a poco tempo fa era un punto d’eccellenza dell’Umbria.

Un cambiamento vero e sostanziale, al quale saremmo interessati, riguarda, per esempio, l’inaccettabile realtà delle liste d’attesa in sanità, alle quali occorre porre mano con celerità, con interventi che vadano ben oltre il solito bistrattato concetto di appropriatezza, da anni sbandierato e, per quanto possibile, ormai ampiamente realizzato nella nostra regione, senza che questo abbia determinato effetti concreti.

A tal proposito sono esaustivi i dati sull’efficienza in sanità, che pongono l’Umbria al terzo posto nella classifica della spesa, mentre purtroppo, ci vedono precipitare ad un inaccettabile decimo posto circa la qualità dell’assistenza.

Ma non basta spendere molto e per quanto possibile anche risparmiare per rendere efficace la sanità: è indispensabile una riorganizzazione puntuale, che contempli in primis la valorizzazione delle professionalità e della qualità del lavoro, a partire dal superamento del precariato, ed un completo e razionale utilizzo di spazi, strumenti e tecnologie.

E’ indispensabile potenziare l’efficacia della medicina territoriale, che deriva anche dall’integrazione tra medici di famiglia, medici di continuità assistenziale (ex guardia medica) e specialisti ambulatoriali, tra loro, con i servizi ospedalieri e con gli operatori dei Centri di Salute, unico rimedio all’ingorgo del pronto soccorso e ai ricoveri impropri.
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Sarebbe auspicabile che nel Piano sociale regionale i 130mila poveri di questa regione (sia quelli collocati nella povertà assoluta che quelli nella povertà relativa) fossero indicati come problema prioritario oltre all’approccio caritatevole, e quindi dedicare a loro interventi concreti. La povertà non può essere solo oggetto di dibattito in Umbria, mentre altre regioni, tra cui la Puglia varano concretamente il cosiddetto reddito di dignità.

Così come si dovrebbero prevedere, per le persone con disabilità, prospettive concrete di “vita indipendente”, in linea con la Convenzione ONU, che non solo le riguardi tutte, senza immotivate distinzioni tra disabilità motorie, psichiche e sensoriali, ma ne favorisca la permanenza al proprio domicilio. Al momento l’unica prospettiva che si prefigura, stante le proposte di legge nazionali e gli interventi degli amministratori regionali è quella di mettersi in fila davanti a strutture che non somigliano certo alle proprie abitazioni.

Futuro a Sinistra e Sinistra Italiana vuole portare avanti una battaglia per un welfare pubblico, universalistico, caposaldo di democrazia, sconfiggendo le logiche di potere fini a sé stesse perché una nuova politica si faccia carico dei bisogni e dei diritti dei cittadini.

Mario Bravi
Antonio Tonzani

Futuro a Sinistra e Sinistra Italiana

 

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