Nell'attuale convulsa vicenda della sanità umbra, colpisce negativamente il livello di scontro, tutto interno al PD.

La sanità non è aspetto marginale nelle scelte regionali sia perché assorbe la gran parte delle risorse, sia perché è elemento centrale delle politiche.

Infatti, la nostra salute è la sintesi di una qualità complessiva di vita che coinvolge tutti gli aspetti della vita quotidiana: l'ambiente, il lavoro, la vivibilità delle città e la loro organizzazione, la scuola, il volontariato sociale etc..

E’ evidente ormai, anche per l’andamento demografico, come i soli interventi terapeutici, magari concentrati nelle strutture ospedaliere, non siano più sufficienti. La grande maggioranza degli interventi terapeutici si concentrano nell'età avanzata spesso in ambiente ospedaliero e a costi altissimi.

E’ necessario ragionare in termini diversi di politica sanitaria e delle sue prospettive. La sanità del futuro deve garantire prevenzione, educazione sanitaria nelle scuole e assicurare ai cittadini la conoscenza della propria salute, affinché possano scegliere la strada migliore per il raggiungimento del proprio benessere. E quindi, ridurre i ricoveri ospedalieri e ragionare in un’ottica interregionale. Conseguentemente è importante il potenziamento delle strutture territoriali, dell'assistenza a domicilio, delle case della salute, dei centri di riabilitazione (necessari per la cura di  molte patologie croniche).

In Umbria, la sanità versa in buone condizioni, ma in prospettiva necessita di un riorientamento nella direzione che abbiamo cercato di tracciare sopra  

I nostri amministratori sono stati all’altezza di gestire un settore difficile, tenendo in equilibrio rigore finanziario e qualità dei servizi, in un ambito che spesso in Italia si è dimostrato vulnerabile e soggetto a scandali e corruzione.

Questo giudizio non vuole eludere l’esigenza del rinnovamento a volte necessario, non solo in politica.

E dunque, per gestire una fase diversa della politica sanitaria, risulta evidente come competenza e rinnovamento non possano essere scissi strumentalmente, ma devono procedere insieme perché forzare sulla competenza o sul rinnovamento a prescindere non è utile, soprattutto in un settore delicato come quello sanitario.

Dentro la questione che si è aperta gli umbri vedono che c’è un problema di posizionamento e di rendita politica.

Gli umbri hanno dato, pochi mesi fa, un mandato chiaro a governare la nostra regione per i prossimi 5 anni, in una scala di responsabilità che coinvolge i partiti di maggioranza (soprattutto il PD) e i vertici istituzionali che saranno i primi a rispondere di fronte agli elettori.

Saranno gli umbri a giudicare la coerenza tra criteri e scelte conseguenti, tra proclami ed attuazione.

Per l’intanto, non servono ombre sulle nomine e i nominati, ma una pretesa costante di trasparenza e controllo sulle direttrici della nuova politica sanitaria che è decisiva per le prospettive della nostra regione. Quindi è necessario svuotare gli arsenali, per la responsabilità che si porta e ricostruire immediatamente una credibilità politico-istituzionale, momentaneamente scossa.

Lamberto Bottini

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