Le dimissioni di Luca Barberini dalla Giunta regionale dell'Umbria scoperchiano la pentola del conflitto all'interno del Partito Democratico.
La posizione espressa da ben cinque consiglieri del gruppo PD ( Barberini,Brega,Guasticchi,Smacchi,Porzi) pone una evidente questione di numeri alla maggioranza consigliare,cioe' la tenuta della stessa,e in quale modo e su quali contenuti.
Su cosa si sono prodotte le dimissioni di Barberini?Su una generica richiesta di rinnovamento, che alla fine e' il nome di un paio di direttori.
Poco,troppo poco.
Ben altra cosa sarebbe stato aprire uno scontro politico su modelli alternativi tra loro di gestione della sanita',oppure sull'idea di sanita' pubblica,o sul rapporto territorio/prevenzione/ospedale,oppure sulla salute nei luoghi di lavoro,oppure sul rapporto con l'Universita' e la ricerca,oppure sul superamento della precarieta' dei rapporti di lavoro nella sanita' umbra,oppure sulle politiche di prevenzione degli infortuni sul lavoro,ecc.ecc.
Purtroppo,invece,abbiamo assistito, come fossimo non cittadini ma spettatori,ad uno scontro di potere senza la politica,la politica quella che serve come l'aria,la politica al servizio dei cittadini e dei lavoratori.
Uno scontro durissimo che non ha posto la salvaguardia e il potenziamento del diritto alla salute per tutti al centro.
Una pagina orribile della politica umbra, che evidentemente apre una nuova fase della politica regionale,in cui mi sembra di intuire, l'obiettivo non puo' che essere di 'rifondare la politica'.
Intanto,quello che serve ora,e' ricostruire un campo di una 'nuova sinistra umbra',per ridare dignita' alla politica.

Stefano VINTI
ASS.SINISTRA LAVORO UMBRIA

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