Regione/ Contrastanti reazioni in Consiglio regionale su dimissioni di Barberini
PERUGIA - Sulla nomina dei nuovi direttori generale delle aziende ospedaliere e sanitarie umbre, il consigliere Silvano Rometti (capogruppo Socialisti e riformisti) esprime “condivisione e giudizio positivo sulle scelte effettuate dall'Esecutivo regionale. Si è raggiunto - spiega - un giusto mix tra le esigenze di rinnovamento e di conferma di quelle esperienze manageriali che in questi anni hanno contribuito a rendere la sanità umbra uno dei sistemi regionali di eccellenza a livello nazionale. Ora – aggiunge Rometti – occorre lavorare sempre di più, e meglio, per qualificare questo delicato settore”.
Inoltre, secondo Rometti “alla luce delle motivazioni che hanno ispirato le scelte operate dalla Giunta regionale, non troverebbero alcuna giustificazione azioni tese a produrre contrasti all'interno della maggioranza, fino a provocare una crisi istituzionale. Ciò perché – sottolinea – i problemi gravi e delicati che vive l'Umbria non lo consentono e i cittadini non lo capirebbero certo e perciò occorre che tutti noi si lavori per comporre questa delicata vicenda e per superare i contrasti che si sono prodotti. Auspico in tal senso – conclude– che l'assessore Barberini receda dalle sue intenzioni e prosegua nel positivo lavoro sin qui svolto”.
Completamente opposta, naturalmente, la posizione espressa dal portavoce del centro destra e delle liste civiche, Claudio Ricci, secondo il quale dovrà essere valutato se esiste ancora una maggioranza in grado di governare, “altrimenti – afferma – si torni al voto”.
Sul nodo del contendere, per Ricci “È evidente che le nomine sulla sanità hanno ripercorso il metodo della ripartizione politica come ricerca di potere e non in quanto scelte di merito e legate al meglio per i cittadini e per il sistema sanitario. Tra l'altro – sottolinea -, l'Umbria è solo al decimo posto fra le regioni italiane per i livelli essenziali di assistenza. Era stato annunciato un cambiamento nel metodo ma, in realtà, come osservato anche da numerosi consiglieri della maggioranza, si è caduti nella vecchia politica legata alle spartizioni di potere. Forse la presidente della Giunta – conclude - ancora non ha capito che alle elezioni regionali 2015, dove il centro sinistra ha fortemente rischiato di perdere, i cittadini avevano chiesto un cambiamento, che non è arrivato”.
“Invito l'assessore Luca Barberini a riconsiderare il proprio atto, ritirando quindi le dimissioni per riprendere quell'azione positiva per l'Umbria che ha condotto fino ad oggi nella guida di un importante e difficile assessorato come quello della Sanità e del Welfare” è quanto auspica il capogruppo regionale del Partito democratico, Gianfranco Chiacchieroni che, che si dice “dispiaciuto” per la scelta di Barberini, e “determinato a lavorare affinché si possa tornare ad un rapporto di piena fiducia e collaborazione all'interno della Giunta regionale, superando le incomprensioni emerse nella vicenda delle nomine dei direttori della sanità dell'Umbria”.
Nel sottolineare come l’assessore dimissionario rappresenti “una componente importante del Governo regionale”, Chiacchieroni fa sapere che sin dalle prossime ore avvierà “un confronto serio ed approfondito per costruire un terreno comune di azione amministrativa, che trovi il coinvolgimento pieno di Barberini, dell'intera Giunta e dei gruppi di maggioranza”.
Rivolgendosi infine alla presidente della Giunta regionale, Catiuscia Marini e a tutti i componenti della Giunta e della maggioranza, Chiacchieroni li invita ad “adoperarsi per superare ogni incomprensione emersa in questa delicata fase della legislatura”.
Estremamente negativo nei confronti dell’Esecutivo e dei provvedimenti adottati, invece, il giudizio espresso dal capogruppo di Forza Italia Raffaele Nevi, che scrive: “Apprezzo la coerenza dell'ex assessore regionale alla Sanità, Luca Barberini che, per una volta, ha dato un segnale forte dimettendosi e denunciando le pratiche spartitorie di chi governa la Regione Umbria con la sola volontà di occupare il potere con uomini che da sempre assicurano un collegamento tra partito e istituzioni”.
Secondo l'esponente dell'opposizione “questa è la dimostrazione che in Umbria c'è spazio solo per un governo di sinistra verso cui gli ex democristiani hanno troppe volte chinato il capo. La speranza è che adesso, finalmente, se ne siano resi conto e che si ponga fine a questo scempio, ad un governo Marini delegittimato, e si ridia voce al popolo”.
“È necessario 'un modello di sanità in grado di rispondere ai bisogni dei cittadini': sembrano, almeno a parole, intendimenti grillini, con tanto di esplicite critiche rivolte ieri a Catiuscia Marini dalle componenti moderate del partito democratico, consiglieri che hanno in particolare accusato la presidente di politiche connotate da vieta ‘conservazione’ e ‘continuità’”. Così il capogruppo regionale del Movimento 5 stelle, Andrea Liberati per il quale, “d’altronde, dopo i famigerati quattro anni di commissariamento Marini, la caduta a picco del servizio sanitario regionale è certificata da statistiche incontrovertibili (siamo sotto la Sicilia nei livelli essenziali di assistenza) oltre alla concreta percezione dell’utenza”.
“Questo è accaduto ieri – continua Liberati -. Oggi si rilanciano le dimissioni di Luca Barberini, già assessore regionale alla Sanità. E la crisi diviene allora grave e drammatica, con tanto di espressioni molto precise all’indirizzo della presidente di Giunta, quali 'Arroganza e mancanza di ascolto, di idee e di proposte. Scarsa assoluta capacità di interpretare le esigenze di un cambiamento, di un’innovazione inesistente'.
Questo ha detto Barberini, pochi minuti fa. Come che sia – commenta il capogruppo pentastellato -, dopo la crisi strisciante avviata da una Catiuscia Marini sempre più asserragliata nella sua turris eburnea (quando non è all’estero) totalmente dimentica delle sue origini, oggi umiliata a causa della sua stessa immensa boria, davvero scollegata dalla realtà della nostra gente, dopo le ore buttate ieri in un’Assemblea desolantemente vuota, dopo l’obliterazione di altre sei mozioni e svariate ulteriori proposte, tutte regolarmente saltate, ora è cruciale capire cosa fare: la maggioranza deve dire agli umbri se sia in grado di proseguire o meno”.
“Se ancora esiste un governo-regimetto dell’Umbria – sottolinea ancora Liberati -, il M5S chiede dunque alla presidente dell'Assemblea legislativa, Donatella Porzi, di convocare al più presto l’Aula, discutendo della crisi istituzionale in atto nella sua naturale sede, costringendo per una volta Catiuscia Marini a rispondere. A meno che la medesima – continua - , sua sponte, non desideri viceversa ascoltare quel che le suggeriscono non soltanto le ragioni del cuore, ma soprattutto un numero crescente di umbri, dimettendosi subito da Palazzo Donini e tornando dunque al più presto laddove questo disastro è iniziato, presso l’ineffabile Legacoop, luogo in cui dovrebbero restarle tre/quattro gatti pronti ad accoglierla a braccia aperte. Sappiamo infatti che, con grande contrizione, ella quotidianamente si domanda: vado o non vado? Forse a causa di tale rovello, costei è tuttora in aspettativa e non si è ancora dimessa dalla suddetta associazione datoriale, fruendo di un futuro invidiabile tris pensionistico, tra vitalizi e trattamenti ordinari. Esecrabile vicenda su cui annunciamo oggi una nuova interrogazione urgente, la terza dello stesso tipo, convinti che però stavolta non sarà censurata, così – conclude Liberati - da consentirle di sciogliere quanto prima l’amletico dubbio: ‘vado o non vado?’ Ma vai. Vai pure, Catiuscia”.
Anche per Marco Squarta, consigliere regionale FdI, “Le dimissioni dell'assessore Luca Barberini, uomo di punta del Pd, dimostrano ancora una volta le lacerazioni e le forti divisioni presenti all'interno del partito di maggioranza assoluta”.
Squarta evidenzia poi che “anche ieri sera un comunicato di 5 esponenti consiliari del Pd, tra cui la presidente dell'Assemblea legislativa, ha preso le distanze dalle scelte della presidente della Giunta su una materia fondamentale, che impegna l'80 percento delle risorse del bilancio regionale. Emerge nuovamente – aggiunge - una maggioranza partita malissimo fin dall'inizio, che ha vinto le elezioni grazie ad una legge elettorale cucita su misura. Con divisioni interne risultate evidenti già in questi primi mesi di legislatura, con frequenti sospensioni del lavori d'Aula proprio a causa delle divergenze interne alla maggioranza. Un assetto politico precario, su cui piovono anche le critiche di illustri esponenti nazionali del Partito democratico. Tutti elementi – conclude Squarta - che certificano la fine della maggioranza e l'assenza dei numeri per portare a termine la legislatura”.

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