L’Umbria e l’energia elettrica: difendere lavoratori, indotto e interessi comuni
PERUGIA - “L’Umbria rischia di perdere l’energia e la sua strategicità produttiva se non saranno presentati piani di riconversione e sviluppo per le due realtà produttive umbre di Bastardo e Pietrafitta. Noi vogliamo che sia Enel a presentare un piano di rilancio per garantire il lavoro dei dipendenti e dell’indotto, in un’ottica di difesa della comunità”. Ad invocare rinnovamento e investimento tecnologico sono stati Cgil, Cisl e Uil Umbria e le categorie degli elettrici Flaei Cisl, Filctem Cgil e Uiltec Uil Umbria che si sono riuniti questa mattina in una conferenza stampa a Perugia per manifestare il proprio diniego rispetto “alla volontà di Enel di dismettere la centrale di Bastardo e di non recuperare strategicità per quella di Pietrafitta. Realtà ormai fuori mercato e che avrebbero bisogno di piani di rilancio.
Dalle istituzioni e in primo luogo dalla Regione – hanno fatto sapere Vasco Cajarelli della Cgil, Pierpaola Pietrantozzi della Cisl, Andrea Calzoni della Filctem Cgil, Maurizio Ottaviani della Flaei Cisl e Doriana Gramaccioni della Uiltec Uil - ci aspettiamo una difesa tenace per ciò che rappresenta una ricchezza e risorsa per l’intero territorio. E’ necessario concertare con la multinazionale una strategia che permetta ad Enel di valorizzare e rinnovare le due realtà produttive site in Umbria e opporsi in tutti i modi alla sua fuoriuscita per arrivar ad un accordo di programma che preveda riorganizzazione e investimenti per tutti e due i siti produttivi”.
Filctem Flaei Uiltec già da oggi terranno una prima assemblea dei lavoratori di Bastardo e poi una a Pietrafitta nella giornata di lunedì. “Saranno gli stessi lavoratori coinvolti – hanno spiegato i segretari - a decidere quali saranno i prossimi passi da compiere per chiedere alla multinazionale la possibilità di continuare una produzione che ha permesso sviluppo in Umbria”.
Per questo i sindacati, in maniera unitaria, dicono no a quella che percepiscono e vedono come “la politica del carciofo”, “scelte che progressivamente stanno depauperano due realtà produttive e un intero territorio. Questo anche perché l’intera collettività ha da riscuotere un credito dalla multinazionale Enel”.

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