TODI - Tra gli articoli contenuti nella seconda parte della Costituzione, l’articolo 67 sancisce il divieto di mandato imperativo, statuendo, da un lato, la piena libertà del parlamentare e corroborando, dall’altro, il principio della irresponsabilità nell’espletamento delle proprie funzioni.

Il Consiglio comunale di Todi non è certamente né il Senato né la Camera, ed i consiglieri comunali hanno diverse responsabilità, anche se non meno importanti, di un qualsiasi parlamentare della Repubblica. Ma la decisione di Mauro Giorgi di abbandonare la maggioranza si inserisce, fatte le dovute proporzioni, nel dibattito pubblico che ha messo in discussione l’articolo 67 della Costituzione alla luce delle profonde trasformazioni del sistema politico del Paese.

È vero che non rappresenta una novità il fatto che Giorgi abbia reiteratamente negli anni interpretato il suo ruolo di consigliere in maniera coerente: si candida con una lista per poi cambiare in corsa il proprio gruppo di appartenenza.

È altrettanto vero che la scelta di trasferirsi all’opposizione altro non sia che la presa d’atto di una inconciliabilità con la maggioranza emersa subito all’indomani delle elezioni del 2012.

Coerenza vorrebbe, però, che Giorgi si dimettesse dalla sua carica e permettesse al Consiglio comunale, alla maggioranza ed alla lista grazie alle quali oggi può fregiarsi di sedere in Consiglio di ristabilire gli equilibri che le urne hanno determinato.

Dico questo ribadendo la mia personalissima condivisione del principio del divieto di vincolo di mandato, a differenza di altri attori politici ben più autorevoli del sottoscritto, come ad esempio Beppe Grillo, che hanno cambiato idea sul punto chiedendo addirittura l’abolizione dell’articolo 67, dopo aver toccato con mano quanto le insidie e le sirene delle assemblee elettive possano mettere a dura prova la tempra morale degli eletti più virtuosi.

Ritengo però altrettanto urgente che si mettano in campo tutte le azioni possibili per ristabilire un corretto rapporto tra eletti ed elettori, in una fase dove la trasparenza e la correttezza delle istituzioni dovrebbero avere la priorità, e per non dare adito ai cittadini di pensare che la candidatura in una lista invece che in un’altra sia dettata solamente dall’esigenza di trovare un treno per un seggio in Consiglio comunale e non la condivisione di un progetto ed un percorso politico amministrativo per quanto faticoso e impervio esso sia.

Andrea Caprini

Assessore per i rapporti con il Consiglio comunale

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