Le recenti elezioni spagnole sono state caratterizzate dalla sconfitta del partito popolare del premier Rajoy, il quale perde 16 punti, e dall’affermazione del partito di sinistra Podemos, che ha raccolto il 20%.

 
Podemos, nato dal movimento degli “Indignados”, ha rotto il bipolarismo che era in vigore da molti anni in Spagna e che ha creato una situazione di crescente difficoltà economiche e sociali.

Il voto è stato una rivolta contro i provvedimenti governativi, come il jobs act, la crescita della disoccupazione, e in particolare quella giovanile, le diseguaglianze sociali, il lavoro precario, l’insicurezza generale e la mancanza di una prospettiva di crescita e di cambiamento.

Inoltre il voto ha dimostrato che la crisi ha provocato lacerazioni nel tessuto sociale e civile del paese, ma nello stesso tempo ha fatto scoprire una volontà di cambiamento immediato, così da preferire un possibile periodo di instabilità, piuttosto che proseguire nelle politiche liberiste che si sono dimostrate inadatte  a fronteggiare la crisi e le difficoltà dei cittadini, mentre venivano attaccati i diritti dei lavoratori, e nascevano nuove povertà.

La vittoria di Podemos, dei partiti di sinistra in Portogallo, di Syriza in Grecia, il cambiamento del partito laburista in Inghilterra, che diretto da Corbyn, ha abbandonato la politica fallimentare e consociativa del blairismo, per tornare ad essere un partito di sinistra, innovatore e dalla parte dei ceti popolari più deboli, dimostra che in Europa le popolazioni giudicano fallimentare le  politiche economiche  attuate tramite l’austerità dai partiti popolari europei, dalla Banca Centrale, dalla Commissione Europea e dalle Istituzioni Comunitarie, tutte sotto il controllo ferreo della Germania.

In Italia la situazione generale non è migliore. Il Censis nel suo rapporto annuale rileva un Paese in “letargo esistenziale”, in attesa di una ripresa solo annunciata quotidianamente con una propaganda martellante e onnipresente.

La politica dell’austerità, i provvedimenti contro i lavoratori, la preoccupante situazione occupazionale, l’ordine pubblico, le controriforme fatte a maggioranza e contro lo spirito dell’attuale carta costituzionale, stanno creando le condizioni perché anche in Italia soffi il vento del cambiamento, e la creazione di una alternativa democratica di governo a quello attuale.

 
La nascita di Sinistra Italiana, che si rivolge a tutti quelli che pensano che sia necessaria una svolta nella politica italiana, diventa allora la speranza di una nuova prospettiva, economica, sociale, civile e culturale, e che risponda con provvedimenti coraggiosi al malessere della popolazione. Non saranno certo le alchimie politiche di Renzi, né la legge elettorale fatta su misura per il Pd, che riusciranno a fermare questo movimento che si è messo in cammino, perche il grado di malessere della popolazione è più profondo e vasto di quello che sondaggisti di regime rappresentano.

Riscontriamo insofferenza crescente contro la teoria dell’uomo solo al comando, circondato da fedelissimi, contro l’esautoramento del Parlamento, la marginalizzazione dei partiti. Noi avvertiamo l’esigenza espressa della popolazione di più democrazia diffusa, di partecipazione, di portare nel cuore un sogno per il futuro ancorato ai valori dell’uguaglianza, della giustizia, del lavoro, dell’istruzione e della sanità per tutti, delle riforme civili.

La Sinistra per Perugia partecipa convintamente a questo cammino, nella certezza di contribuire a creare un futuro di cambiamento e liberare l’Italia e l’Europa dalla morsa delle multinazionali, delle banche, degli speculatori.

 

Giuseppe Mattioli,

La Sinistra per Perugia

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