PERUGIA - “Adottare tutte le iniziative necessarie per instaurare un progetto che porti ad individuare le possibilità di impiego della Centrale Enel di Bastardo e di un intero sito che si caratterizza per la sua ampia estensione; attivare percorsi di ricerca di fondi comunitari che possano supportare l'attività che si intende svolgere; prevedere il potenziamento della scuola, attualmente in essere, di addestramento specialistica del personale Enel a livello nazionale, attraverso la costituzione di un centro di alta formazione universitaria che potrebbe diventare anche polo di attrazione per ricercatori e studiosi e struttura regionale di eccellenza”. È quanto chiedono all'Esecutivo di Palazzo Donini, attraverso una mozione, i capigruppo regionali di maggioranza, Silvano Rometti (Socialisti e Riformisti), Giacomo Leonelli (Partito democratico) e Giuseppe Biancarelli (Umbria più uguale).

Nel documento, i tre firmatari ricordano come sia “volontà di Enel procedere alla dismissione di 23 centrali  termoelettriche nel nostro Paese e che la centrale 'Pietro Vannucci' di Bastardo è stata inserita  in questo programma di dismissione. A fronte dell'autorizzazione integrata ambientale (Aia) rilasciata dal Ministero per l'esercizio dell'attuale attività, prevista fino al 2019 e prorogata al 2023, Enel potrebbe comunque disporre la chiusura della struttura già a partire dal prossimo 2017. La scelta della dismissione – spiegano - è dovuta ad un calo della domanda, determinata anche da una forte concorrenza delle fonti rinnovabili,  a cui si aggiunge un sistema elettrico che sta virando da un sistema centralizzato ad uno di generazione distribuito che ottimizza lo sfruttamento delle fonti rinnovabili e permette l'autonomia energetica territoriale”.

Rometti, Leonelli e Biancarelli evidenziano che “il sistema di produzione energetica ha assunto, tra le sfide tecnologiche dei prossimi anni, lo sviluppo di sistemi di accumulo  efficienti, non inquinanti e di basso costo. Preso atto  dell'accordo sottoscritto tra il Comune di Gualdo Cattaneo con il Dipartimento di Ingegneria dell'Università di Perugia che, in un'ottica di riconversione e nuovo impiego della Centrale, ha elaborato un progetto denominato 'Penelope', con cui ipotizza una produzione non inquinante della struttura e la conversione della centrale in due parti:  un centro energetico, a sua volta destinato ad un polo di ricerca sulle tecnologie di stoccaggio, ad un innovativo impianto di accumulo dell'ordine di Mw e ad un alto centro di formazione in cui trasferire le conoscenze sviluppate; un distretto industriale il quale, attraverso un forte coinvolgimento nella politica energetica, permetterebbe lo sviluppo di un centro innovativo ed altamente tecnologico”.

Secondo i capigruppo della maggioranza, quindi, “come riportato nel Progetto 'Penelope', attraverso la costituzione del centro energetico si potrebbe dare luogo: alla creazione di un impianto non inquinante, che favorisce lo sviluppo delle energie rinnovabili; contribuire alla stabilità della rete elettrica ed alla riduzione del costo dell'elettricità; usufruire di finanziamenti di ricerca. Mentre attraverso la costituzione del distretto industriale – aggiungono - si avrebbero: impianti industriali o commerciali ad alta sostenibilità; impianti fotovoltaici che accumulano energia; possibilità di accesso ad elettricità di qualità; energia a basso costo che potrebbe essere usata anche per il trasporto, come auto elettriche o ad idrogeno”.

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