TERNI - Il ghiaccio e le tante foglie finite sui binari per il vento in un tratto di ferrovia particolarmente ripido hanno messo in difficoltà l'Intercity Tacito tra da Terni e Giuncano.

Le ruote del convoglio, molto lungo e pesante, hanno infatti slittato facendo accumulare un ritardo di 30-40 minuti. Il treno è comunque riuscito autonomamente a superare il tratto e a proseguire il viaggio. Tra Terni e Giuncano la ferrovia è a binario unico e dei ritardi ha risentito anche il resto della rete.

Quanto è accaduto ha dato spunto al capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle per tornare a sottolineare lo stato di arretratezza del sistema ferroviario umbro, denunciando che “da oltre quattro mesi  la Giunta regionale non risponde alle nostre interrogazioni sulle condizioni del servizio riservato ai pendolari umbri”.

 “Continuiamo a dare voce – scrive Liberati in una sua nota - ai lavoratori, agli studenti, ai turisti, contestando fermamente i pesanti disservizi che affliggono le migliaia di fruitori delle linee Foligno-Terontola e Orte-Falconara: stamattina i treni di quest'ultima tratta viaggiavano con ritardi anche superiori ai 60 minuti. Carri bestiame al cubo: per bloccarli è stato sufficiente che la temperatura fosse attorno allo zero, con effetto domino su tutti i treni in transito”. denunciando che “da oltre quattro mesi  la Giunta regionale non risponde alle nostre interrogazioni sulle condizioni del servizio riservato ai pendolari umbri”.

“Pendolari che sono di serie C – aggiunge -  come dimostrato anche dall'osceno Terminal Est di Roma Termini, a oltre 500 metri dalla piattaforma classica. Un Terminal che ben rappresenta uno schiaffo nei confronti dei nostri concittadini, dei disabili, degli anziani, delle donne in difficoltà, ma anche di tutti quei lavoratori, studenti, turisti che, afflitti dai ritardi di sistema, da carrozze sporche, fredde o troppo calde, sono costretti a sobbarcarsi pure una forzata quanto lunga passeggiata”.

Liberati ricorda inoltre che “in Aula sta per approdare un Piano Trasporti che cristallizza lo stallo, un Piano nato vecchio, con ulteriori riduzioni di servizio, perché non ci sono soldi né per nuovo materiale rotabile, col rischio pure che tra Roma e Orte si venga instradati sistematicamente sulla linea lenta, né vengono previste risorse per gli indifferibili interventi infrastrutturali necessari su direttrici che mostrano tutta la loro età. Non solo: nessuna notizia neanche sul Contratto di Servizio scaduto ormai da quasi due anni, né sulle penalità auspicabilmente irrogate dalla Regione a Trenitalia, visti i milioni e milioni di euro comunque profumatamente pagati dall'Ente territoriale a fronte di tanta indecenza nell'erogazione delle prestazioni ai pendolari”.

Andrea Liberati conclude con alcune domande rivolte alla Giunta regionale: “Quando diremo basta? Quando ascolterete il grido di dolore dei pendolari? Quando risponderete alle interrogazioni? Quando deciderete seriamente di impegnarvi per il bene comune? Quando imporrete a Trenitalia l'urgente concorrenza di altri vettori privati?”

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