Orvieto, incontro nazionale di Tilt: "Accoglienza, diritti, mutualismo"
E' tempo di rivederci per rilanciare, rigenerare e ®innovare questa comunità. Come sapete, da decisione collettiva, siamo diventati una Onlus nazionale e per questo siamo convinti sia arrivato il momento di rimetterci in cammino senza scorciatoie provando ad attivare un processo, democratico e partecipato, di costruzione di una nostra mission efficace e percepibile.
Il momento storico che attraversiamo è duro e complicato, i soggetti politici e i corpi intermedi sono ormai ridotti ai minimi termini. Viviamo tutti i giorni un paese in cui l’unico welfare è quello familistico e dove l’unico intervento di mutualismo e di accoglienza è in mano ad associazioni che, come noi, sentono di doversi far carico in prima persona della lotta alle diseguaglianze, alla precarietà esistenziale e alla discriminazione.
All’interno di questa crisi si fa sempre più evidente il collasso degli spazi storici della partecipazione. Partiti e sindacati hanno sempre più il sapore di luoghi che allontano e respingono, soprattutto le giovani generazioni.
Dentro questo schema non siamo però disposti ad arrenderci, i soggetti di prossimità come quello che con Tilt dal 2011 abbiamo provato a costruire, assumono oggi un’importanza elevatissima. All’interno della crisi della militanza politica e sindacale cresce la militanza sociale spontanea, crescono le strutture d’innovazione e i nuovi corpi associativi.
Da qui sentiamo il bisogno di ripartire. Siamo sempre stati di parte, senza nasconderci. Dalla parte degli sfruttati, dei precari, dei migranti, e dentro quella parte che oggi riconosciamo di aver forse un ruolo molto importante e determinante. Quando abbiamo costruito Tilt l’abbiamo fatto con una consapevolezza, quella della crisi irreversibile delle forme organizzate novecentesche. Ci volevamo dotare di un luogo ibrido ed accogliente, eterodosso e radicale dove costruire una nuova storia e una nuova narrazione. La nostra relazione diretta con soggetti politici è stata una scelta ragionata ed opportuna. Abbiamo riempito vuoti e costruito reti, abbiamo messo prima il che fare del chi siamo. Siamo stati in grado di muoverci dentro la crisi della rappresentanza ma provando ad attraversarla, abbiamo eletto bravi amministratori senza mai auto trincerarci nel governo per il governo.
Siamo stati promotori, e non pensiamo di arretrare minimamente, della battaglia per il reddito minimo garantito e per una riforma totale del welfare. Abbiamo rigenerato spazi e fatto mutualismo e accoglienza, abbiamo riempito vertenze sul mondo dei nuovi lavori, siamo stati al fianco delle partite Iva, delle lavoratrici e dei lavoratori della grande distribuzione che vogliono riconosciuto il tempo della "vita, delle donne che in un modo o nell'altro vengono ancora discriminate o penalizzate due volte, delle giovani generazioni che sempre più faticano anche a veder riconosciuto il diritto a formarsi in scuole pubbliche e laiche.
Tante cose hanno funzionato bene e altre meno bene. Abbiamo pagato un deficit di risorse che è ricaduto soprattutto sulla comunicazione e sul coinvolgimento. Troppo spesso ci siamo trovati isolati in pochi a farci carico, quasi in automatico, di tutto il carico di lavoro. La contingenza e la velocità dei processi ci ha impedito troppo spesso, colpevolmente, di prenderci cura della comunità con pazienza e meticolosità generando differenze, malintesi e sofferenze. Le associazioni ma in particolare la nostra che ha l’obiettivo di cambiare il mondo, non saranno mai strumento prioritario e proprietario. Il noi prima dell’io, il tutte e tutti sono pratica e non declamazione. Per questo gli unici strumenti per non rifare alcuni errori e valorizzare il lavoro di tutti i nodi territoriali pensiamo siano l’organizzazione, il collettivo e la democrazia.
Oggi siamo una Onlus e come tale vogliamo continuare nel nostro lavoro di costruzione dello spazio dell’ alternativa e di “nuova politica dell’oggi” ma facendo risaltare con forza il nostro compito e la nostra missione sociale, assieme a tutte e tutti voi. Fare sociale, partire dalle pratiche in Italia è difficile ed estenuante ma deve diventare per noi una prova soprattutto appassionante, ci deve dare, oggi più di ieri, la consapevolezza e il peso di una centralità elevata dentro la lotta alla povertà e alle diseguaglianze, qui e ora, senza tatticismo e senza compromessi. Ci deve consegnare il senso stesso dell’essere militante e partigiano nel presente, nelle metropoli come in provincia.
Non possiamo arrenderci ad una società imbarbarita, ad un Europa fortezza, ai ricatti e ai soprusi. I popoli che si muovono, che fuggono da fame e guerre, non sono solo il test per un'umanità che sembra ormai smarrita. Sono parte fondamentale del nuovo mondo e della Nuova Europa che vogliamo costruire e abitare sempre più come cittadini.
Dobbiamo saperci muovere dentro la complessità del presente senza la minima nostalgia, saper agitare conflitti senza cadere nell’estetica, essere realtà di frontiera dove la politica e anche la sinistra hanno smesso di guardare. Dobbiamo scrivere una nuova storia fatta di ponti contro ruspe, di diritti contro l’esclusione, di opportunità contro lo sfruttamento. E soprattutto di nuovi linguaggi. Dobbiamo rinominare le cose e dar loro un senso capace di vivere nel presente e di essere percepito dai più. Che sono la nostra parte. Non ci basta la parte rassicurante di chi la pensa come noi, ma vogliamo andare laddove è più difficile esserci.
Per questo abbiamo bisogno di farlo insieme!
Abbiamo immaginato che il miglior modo fosse di ritrovarci tutti, con i nostri dubbi e con le nostre perplessità, con il nostro entusiasmo e la nostra generosità, in un appuntamento nazionale. Abbiamo individuato Orvieto per la sua centralità logistica e per la straordinaria disponibilità delle compagne e dei compagni. Muovendoci nella fitta agenda di quest’autunno abbiamo individuato una data, 13-14-15 Novembre.
Inizieremo la sera del Venerdì con un momento di approfondimento su Europa e Accoglienza e finiremo la domenica mattina con la nostra assemblea nazionale. Il sabato ci sarà una plenaria in cui daremo spazio e voce ai nostri compagni di strada, a realtà e personalità con cui lavoriamo e vogliamo continuare a camminare assieme. Finiremo la sera con un momento di approfondimento su nuove forme di lavoro, diritti e precarietà.
Abbiamo intitolato l'appuntamento "In Pratica" perchè pensiamo che siano le pratiche solidali il motore di un nuovo agire politico e perchè pensiamo che spesso i dibattiti sulla sinistra appaiano poco concreti e troppo fumosi. E noi abbiamo voglia di agire e di farlo subito e insieme.
Non mancheranno i momenti ludici, come da tradizione, la rivoluzione per noi è anche un party.
Siamo sicuri che sarà un momento veramente utile, per questo speriamo di vedervi tutte e tutti.
Ci vediamo a Orvieto.
Maria Pia Pizzolante
Cesare Roseti

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