Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria tornano ad esprimere grande preoccupazione per la situazione che si è determinata nell’azienda Gesenu, prima azienda di smaltimento rifiuti dell’Umbria. Confermando totale fiducia nell’azione della magistratura, i tre sindacati confederali regionali chiedono il superamento dell’attuale assetto societario, con l’ingresso di nuovi soggetti imprenditoriali e, soprattutto, un vero ruolo del pubblico di garanzia e controllo.

È bene che al più presto si faccia pulizia e chiarezza sulle responsabilità, per garantire la continuità del servizio e dell’occupazione, respingendo in blocco l’idea che possano essere imputate colpe ai lavoratori che, con sacrificio e serietà, hanno garantito un servizio efficiente tra mille difficoltà. 

Al tempo stesso va resa subito operativa l’Auri (Autorità umbra per i rifiuti e le risorse idriche), superando l’attuale frammentazione dei processi di gestione e riducendo drasticamente il numero imprese operanti nel settore (attualmente 36 in Umbria), per produrre economie di scala e garantire un servizio di qualità, omogeneo anche nelle tariffe, su tutto il territorio regionale.

Cgil, Cisl e Uil tornano a chiedere dunque alla Regione l’immediata convocazione di un tavolo per riprogettare un piano regionale di smaltimento rifiuti che veda al centro il ruolo fondamentale del pubblico, a garanzie di una filiera di qualità e del rispetto dell’ambiente. 

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