di Enrico Flamini*

Nella seduta del consiglio comunale di Bevagna dello scorso 7 settembre 2015, l’Amministrazione comunale di cui facciamo parte ha compiuto una scelta di grande valore politico sul tema dell'alternativa: la maggioranza ha approvato uno schema di bilancio con il parere tecnico negativo. Lo ha fatto con l'opposizione del PD che ha rotto la coalizione locale su questo punto ad un anno dalle elezioni comunali. Ma soprattutto lo ha fatto contro misure nazionali ed europee antipopolari, contro le logiche dei numeri e di leggi di finanza assurde volute dall'Europa e applicate da Renzi e a difesa dei diritti dei cittadini. Grazie a questo esempio di resistenza i cittadini di Bevagna non avranno aumenti di tasse ed il Comune eviterà il default. E' quindi possibile. E' possibile riaffermare un ruolo attivo dei Comuni contro la crisi, l’ autonomia e il ruolo costituzionale di enti di prossimità più vicini ai bisogni dei cittadini.

Ci siamo battuti proprio per non ridurre i servizi e i livelli di welfare, per non aumentare le tariffe. Al centro del nostro impegno politico ed amministrativo c’è stata la capacità di coniugare la battaglia per i diritti dei cittadini e le loro condizioni di vita a livello locale con un' iniziativa più generale per battere l'offensiva liberista contro i lavoratori, i giovani, i pensionati, i precari e costruire un’alternativa di società. Del resto la riduzione complessiva delle risorse a disposizione degli enti locali, a partire dai Comuni, in conseguenza delle ultime manovre liberiste e antipopolari del governo Renzi e del PD, in piena continuità con Berlusconi, Monti e Letta, è un attacco gravissimo alla democrazia, ai servizi e ai diritti dei cittadini.

Oltre al danno anche la beffa. Negli ultimi anni una buona parte del presunto risanamento della finanza pubblica è stato scaricato, insieme all’attacco alle pensioni che colpisce i lavoratori dipendenti più deboli, proprio e solo sui Comuni e sugli altri EELL. Il governo Renzi e il PD hanno dunque favorito ed esasperato le politiche neoliberiste della BCE non solo riducendo drasticamente il reddito reale dei ceti più deboli per effetto del taglio dei servizi, ma impedendo anche, attraverso l’attacco all’autonomia economica e democratica, ogni possibile ruolo dei Comuni e degli EELL come motore di possibili processi di sviluppo legati ad ambiente, territorio e beni comuni.

L'amministrazione di Bevagna e la sua maggioranza hanno però detto no, indicando un'altra strada possibile: i cittadini, i diritti, i servizi vengono prima dei numeri.

*Segretario Regionale Prc Umbria

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