Umbria Acque, invece di spingere per l’applicazione dei risultati del referendum popolare sancendo il ritorno al servizio pubblico del ciclo delle acque, ha reso noto che applicherà il deposito cauzionale delle bollette per gli utenti che non abbiamo provveduto alla domiciliazione bancaria, postale e su carte di credito.

Un regalo alle banche, una limitazione della libertà degli utenti e soprattutto un’ingiustizia nei confronti dei pensionati al minimo o a basso reddito, dei disoccupati, dei precari che non possono permettersi una domiciliazione bancaria per il pagamento delle bollette dell’acqua, che si vedranno applicare una misura che li equipara a degli evasori, cioè saranno costretti a sopportare costi aggiuntivi.

Umbria Acque sostiene che questo provvedimento è in osservanza alle disposizioni dell’AEEGSI (Autorità per l’Energia Elettrica e GAS e Servizio Idrico) Una decisone “tecnica”, dice, ma che invece è molto politica perché intende scaricare sugli utenti, specialmente su quelli a basso reddito, tutti problemi di bilancio delle aziende che gestiscono il servizio idrico.

Sono infatti circa 15 milioni gli italiani senza domicilio bancario e gli umbri interessati da questo provvedimento sono stimati in più di 100.000.

La Sinistra per Perugia, nel ribadire che l’acqua è un diritto e pertanto la sua gestione deve essere pubblica, sostiene tutte le istanze che si battono contro questo provvedimento iniquo e ingiusto. Aspettiamo fiduciosi l’opinione delle istituzioni elettive locali, a partire dal consiglio regionale dell’Umbria.

 

La Sinistra per Perugia
 
I portavoce: Paola Mattioli e Giuseppe Sabbatini

 

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