PERUGIA - Oggi a Palazzo Cesaroni la Prima e la Terza commissione, presiedute da Andrea Smacchi e Attilio Solinas, hanno sentito, in seduta congiunta, l'assessore Fabio Paparelli sulla mozione per l'introduzione del reddito di cittadinanza proposta dai consiglieri Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari (Movimento 5 Stelle). Il presidente Smacchi, in apertura di seduta, ha ricordato che la mozione è già stata discussa dall'Assemblea legislativa che ha dato mandato alle commissioni consiliari di analizzarla, tanto dal punto di vista finanziario quanto da quello sociale, per predisporre una proposta entro 90 giorni da rinviare in Aula.

L'assessore Fabio Paparelli ha detto che “il Governo sta lavorando ad una proposta di reddito di inclusione attiva. Secondo me serve vedere quale misura metterà in campo l'Esecutivo nazionale e poi integrarlo con le risorse regionali, che pensiamo possano essere tra i 5 e i 10 milioni di euro in cinque anni. Intanto dobbiamo fotografare la situazione umbra per capire bene la platea sulla quale agire”.

“La scorsa settimana – ha spiegato Paparelli - la Conferenza Stato-Regioni ha avuto un incontro con il ministro Poletti per un esame delle intenzioni dell'Esecutivo e di quello che sta accadendo a livello regionale. È emerso che diverse regioni si stanno muovendo autonomamente per il sostegno alla povertà. Da più parti è emersa la richiesta di chiarimento al Ministro sulla proposta governativa. In questo modo come Regione potremmo lavorare ad un'integrazione dell'azione del Governo decidendo se aumentare la platea dei soggetti coinvolti, oppure implementare il reddito dato dal governo, oppure allargare ad ulteriori fasce rimaste escluse. Il governo sta pensando ad una misura orientata alle persone all'interno del nucleo familiare con Isee sotto ad una determinata soglia: tremila o seimila euro, ovvero quelle in povertà assoluta o relativa. In Italia sono circa un milione 470mila le famiglie in condizione di povertà assoluta (5,7 per cento), per un totale di circa 4 milioni di residenti (6,8 per cento)”.

“Nel centro Italia – ha proseguito Paparelli - la povertà assoluta è del 4,8 per cento, al nord del 4,2, al sud dell’8 per cento. Dobbiamo capire la situazione in Umbria. Per quanto riguarda le risorse il Governo sta pensando a un miliardo e mezzo all'anno, di cui 1,2 provenienti dal fondo sociale europeo, con le quali si immagina di dare 400 euro al mese alle persone in povertà assoluta, da valutare per quanto tempo. Un'ipotesi che coinvolgerebbe 4-5mila famiglie umbre. La Regione ha disponibili 55 milioni di euro fino al 2020 che coprono altri interventi sociali. Potremmo utilizzarne una parte, dai 5 ai 10 milioni in cinque anni (quindi 1-2 milioni all'anno) per integrare l'azione del governo. Risorse che ha un senso usare per integrare, mentre da sole non hanno senso. Da considerare che questa azione dovrebbe essere concretamente gestita dai centri per l'impiego che ora sono in una fase di transizione. Secondo me dobbiamo legare il tema dell'inclusione sociale con tirocini presso le aziende per creare una prospettiva, anche perché i dati ci dicono che in Umbria circa un terzo di queste esperienze portano poi all'assunzione. L'attenzione agli inabili al lavoro deve coinvolgere anche i servizi sociali dei Comuni, le Asl e i centri per 'impiego”.

GLI INTERVENTI

ANDREA LIBERATI (M5S): “Va bene integrare le risorse del Governo e usare le nostre come complementari. Speriamo che l'incertezza dell'esecutivo si chiarisca entro breve. Possiamo pensare di partire dagli inabili al lavoro perché il loro assegno è di 280 euro al mese, una cifra con la quale non si vive. L'Istat ci dice che gli indici di povertà relativa in Umbria dal 2013 al 2014 è salito del 14 per cento, passando dal sette all'otto per cento della popolazione. La speranza è che il nostro intervento possa arrivare il più vicino possibile alla soglia di povertà relativa. Questo problema va affrontato con iniziative innovative e creative. Dobbiamo capire come si stanno muovendo le varie regioni europee con interventi sussidiari”.
SILVANO ROMETTI (Socialisti e riformisti): “Con questa discussione stiamo dando buona prova come Assemblea legislativa, fuori da speculazioni, per riuscire a garantire una risposta a chi è allo stremo dopo sette anni di crisi. Bene il collegamento stretto dell'intervento con le politiche attive del lavoro. Dobbiamo sollecitare il governo a fare le cose in fretta. Intanto è opportuna l'analisi delle platee da coinvolgere”.
GIACOMO LEONELLI (Partito democratico): “Convincente l'idea di aspettare le decisioni del Governo. La tempistica è giusta: intanto fotografare la situazione, a novembre discutere su come intervenire per poi formalizzare la nostra proposta a dicembre. Vanno tenuti in particolare considerazione i giovani. Serve una fotografia dell'Umbria non solo per  fasce di reddito ma anche anagrafiche, così da capire chi ha perso il lavoro dopo una certa età, ad esempio gli over 50, che hanno maggiori difficoltà nel reinserimento. Non vanno dimenticate le partite Iva. Dobbiamo evitare di fare un intervento superfluo”.
ATTILIO SOLINAS (Partito democratico): “Il tema centrale è selezionare bene le categorie sulle quali intervenire. L'Umbria ha un alto tasso di anzianità. Dobbiamo dare priorità agli anziani perché è lì che c'è vera povertà e ci sono persone che non hanno neanche la possibilità di pagarsi le cure mediche”.
ANDREA SMACCHI (Pd): “L'obiettivo del nostro intervento deve essere il reinserimento lavorativo. Conosco bene la situazione degli ex lavoratori Merloni, che in media da cinque anni ricevono ammortizzatori sociali. Dopo il primo periodo questi interventi vengono considerati come elemosina e le persone vogliono prospettive per il futuro, soprattutto i più giovani. Non credo a misure di sostentamento ma a quelle che creano una prospettiva di lavoro per i giovani che hanno perso il lavoro. Da valutare bene anche la permanenza media degli immigrati che aiutiamo, che in Umbria è di oltre un anno.”
EMANUELE FIORINI (Lega nord): “La nostra proposta è di assegnare dei buoni da spendere per i servizi pubblici, per fare la spesa, per gli asili. Buoni da dare a chi ha la residenza nella nostra regione da almeno dieci anni. Con sussidi del genere si evitano rischi come quello del gioco d'azzardo, molto diffuso in Umbria. Le persone devono avere un lavoro per avere dignità. Noi dobbiamo lavorare per creare lavoro. Le famiglie povere umbre sono moltissime”.
MARIA GRAZIA CARBONARI (M5S): “Il reddito di cittadinanza è un risarcimento per mancato procurato lavoro, perché lo Stato non è riuscito a contrastare il problema della mancanza di lavoro. Quando l'economia è ferma per rimetterla in moto serve che lo Stato immetta soldi per far iniziare a invertire la tendenza. Riscontro positivamente che tutti hanno preso atto dell'esistenza del problema”.
SERGIO DE VINCENZI (Ricci presidente): “Dobbiamo partire dall'aiuto alle famiglie numerose perché dove ci sono figli c'è il futuro della società. Servono strumenti anche per aiutare la natalità. Il problema degli anziani è che non ci sono più famiglie in grado di gestirli. Concordo con la proposta di Fiorini. Giusto studiare la platea per l'intervento e includerei anche un'analisi della provenienza geografica dei nuclei familiari”.

Le Commissioni torneranno a riunirsi in maniera congiunta per affrontare questo argomento anche con l'assessore al sociale Luca Barberini.

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