PERUGIA - La crisi del sistema dell’informazione in Umbria non può essere soltanto un problema dei lavoratori di questo settore, giornalisti e non, che pure pagano il prezzo più grande in termini di perdita di posti di lavoro, di erosione di quote di salario e di precarietà dilagante. C’è infatti una grande questione di democrazia e partecipazione consapevole della cittadinanza, di conoscenza dei fenomeni economici e delle loro conseguenze concrete, ad esempio rispetto al grande tema del lavoro che manca, della povertà che cresce e del welfare che perde pezzi. Serve un’informazione locale forte, plurale e di qualità per contrastare il declino dei meccanismi di partecipazione, in favore di una sempre più marcata tendenza al liderismo e al decisionismo. Perché è sul territorio che sempre di più si giocheranno le partite decisive.

Da questa convinzione è nata l’iniziativa di Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria che oggi, 30 settembre, hanno chiamato a raccolta presso il Centro di formazione per il giornalismo radiotelevisivo di Ponte Felcino (Perugia), gli operatori e i rappresentanti del mondo dell’informazione umbra, per ascoltare dalla loro viva voce le criticità, le prospettive e le proposte per un rilancio del settore.

Ne è nata una discussione molto articolata, che ha visto intervenire i rappresentanti dell’Ordine dei giornalisti, dell’Associazione stampa umbra, delle principali testate della carta stampata e del web e anche rappresentanti del vasto mondo dei giornalisti autonomi e precari.

“Abbiamo voluto prima di tutto ascoltare la voce degli addetti ai lavori – hanno spiegato al termine dell’iniziativa i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria, Vincenzo Sgalla, Ulderico Sbarra e Claudio Bendini – per avere una base di idee e proposte sulla quale costruire ora, sempre in collaborazione con i rappresentanti dei giornalisti e delle testate locali, una piattaforma, molto snella e concreta, sulla quale allargare il confronto a quei soggetti che oggi sono stati più volte chiamati in causa, ovvero l’imprenditoria locale, che in questo settore ha abdicato a giocare un ruolo che invece sarebbe fondamentale, e naturalmente le istituzioni pubbliche, in primo luogo la Regione, che non possono restare ad osservare mentre la quasi totalità delle aziende editoriali umbre sono in crisi profonda o profondissima”.

 

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