PERUGIA - “La riforma delle Province, punta di forza della spending review e tenacemente voluta dal Governo Renzi, sta assumendo sempre più le dimensioni di una farsa nazionale ed è lo specchio di un Paese che privilegia, in tutte le sue forme, l’apparire all’essere”. A dirlo in una nota, il segretario generale della Cisal Umbria Vincenzo Filice, che sottolinea: “Come Cisal – ribadisce Vincenzo Filice - esprimiamo piena solidarietà ai lavoratori in lotta e siamo pronti, da subito, ad affiancarli in questa battaglia per la salvaguardia del proprio lavoro, attivando lo stato d’agitazione (scioperi e manifestazioni di piazza) se non verrà rispettato il protocollo d’intesa firmato lo scorso 27 luglio con la Regione riaffermando la richiesta di esuberi ‘zero’, mantenendo le mansioni e gli stipendi compreso la parte accessoria”. “L’ingerenza della politica ha fatto sì che restassero in atto i privilegi a discapito della meritocrazia e, quindi, tutto a favore del clientelismo – continua il sindacalista -, mentre i lavoratori vanno a casa. Ci saremo aspettati che la spending review fosse indirizzata proprio a porre un freno allo spreco reale ed improduttivo di danaro pubblico, a ristrutturare il sistema in termini di vera efficienza, modernità, correttezza nella gestione dell’amministrazione pubblica. Ma così non è stato”. “Si prevedono in tutta Italia circa 20.000 esuberi – afferma ancora Filice –, di cui oltre 500 solo a Perugia e non saranno gli unici in Umbria, in quanto in un futuro immediato saranno interessati, se si continua di questo passo, anche i dipendenti di altri uffici periferici dello Stato, con un ulteriore effetto negativo sulla già grave situazione lavorativa ed economica della regione”. “Siamo favorevoli alle riforme – spiega Filice -, ma le riforme devono essere fatte per il popolo, non contro di esso. Siamo disposti a razionalizzare le spese, ma non a discapito esclusivo dei servizi. Oggi si chiede di approvare piani industriali senza dirci con quali risorse e con quali funzioni. Il Governo può cogliere l’occasione, se vuole, di correggere il tiro con normativa ad hoc, permettendoci di strutturare una proposta di ente ‘service’ del territorio, con competenze uniche ed univoche maturate nel tempo, che mette a disposizione un bagaglio di competenze e professionalità che lo Stato potrebbe realmente utilizzare a supporto dello sviluppo e della crescita dell’Italia”.

Rosaria Parrilla

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