PERUGIA - “Al momento in cui scriviamo questo comunicato (circa le ore 18),  ancora non si capisce se la seduta dell'Assemblea legislativa di domattina sia sconvocata o meno: e ciò a causa di una missiva che oggi ha fatto molto discutere tutti i gruppi politici”. È quanto scrive il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati che spiega: “la presidente Catiuscia Marini chiederebbe 'cortesemente di rinviare i lavori dell'Assemblea', a seguito di una 'riunione politica del Comitato interministeriale per gli Affari europei (CIAE)', da tenere domani a Roma e in cui però, nei documenti a noi trasmessi, la medesima Marini non compare affatto tra gli indirizzi in epigrafe”.

“Inoltre – aggiunge Liberati -, con una semplice ricerca su Google, non emergono associazioni tra il CIAE e la predetta Marini. Secondo taluni, la Presidente avrebbe tuttavia una delega in materia, delega che però non è trascritta, né rinvenibile da alcuna parte”.

“Pertanto – fa sapere il capogruppo pentastellato - nell'odierna Conferenza dei capigruppo mi sono permesso di far notare la pretestuosità di tale richiesta, considerando che, se è vero che la Marini deve essere presente alle sedute dell'Assemblea, lo svolgimento delle stesse sedute non può certo essere compromesso dalle assenze della Marini medesima, anche considerando che il martedì è giorno tradizionalmente deputato all'Aula e la riunione di Aula di domani era già fissata da settimane. In questo caos politico totale fioccano intanto le più colorate missioni istituzionali:
Brega sarà domani a Bruxelles per il Comitato delle Regioni; Paparelli è già ospite della presidenza del Brasile, mentre Guasticchi si trasferirà a Roma, con l'impossibile proposito di affrontare il disastro Renzi sulle Province. Quattro consiglieri PD assenti su dieci. Si può proseguire così?
Un simile contegno – si domanda Liberati - è davvero rispettoso degli altri membri dell'Assemblea e soprattutto dei cittadini e dell'istituzione medesima?”.

Secondo il capogruppo del Movimento 5 Stelle “il tutto a voler tacere dell'ulteriore disordine, e uso un eufemismo, con cui il PD ha affrontato il rilevantissimo tema del 'No alle trivelle' prima in Commissione e poi in Conferenza dei capigruppo, trascinando nel suo baratro anche quella significativa parte della maggioranza che, come noi, aveva già sottoscritto la richiesta di un referendum che il PD stesso, per il tramite del presidente dell'Assemblea, Donatella Porzi, aveva correttamente proposto ai consiglieri una settimana fa: PD contro PD, una giornata da dimenticare.”

“Prendiamo atto – scrive Liberati - che, pure con questi artifizi, si comprimono i diritti democratici sia dei membri del Consiglio che degli stessi cittadini: una microscopica élite locale, contro gli interessi dell'Umbria, contro la logica e contro le decisioni assunte dal PD in altre Regioni, qui ostacola il ricorso a un istituto che ha spesso contribuito a riscrivere la storia d'Italia. Cui prodest? Eni? BP? Altri?”.

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