Province: salvare i 1.300 lavoratori e i servizi essenziali per i cittadini
La riforma delle province, decisa dal governo, rischia di partire con gran parte degli Enti di Area Vasta (così si chiameranno in futuro in nuovi enti) in dissesto o in gravissima situazione finanziaria.
La situazione creatasi, a causa dell'emanazione di leggi scoordinate fra loro, è piuttosto paradossale. Ma, di fatto, anche le Province di Perugia e Terni, sono lontane dalla possibilità di chiudere entro il prossimo 30 settembre, il proprio Bilancio di previsione 2015.
Non si tratta però di un cosiddetto ‘buco’ finanziario creato da cattiva gestione poiché non c’è alcun debito che grava sui conti dei due enti. Si tratta invece degli effetti perversi prodotti da provvedimenti legislativi nazionali previsti dalla Legge di Stabilità 2015 e dal prelievo sulle entrate proprie subite dalle Province che sono entrati in vigore prima che il passaggio di funzioni e del relativo personale verso altri enti (previsto dalla legge Delrio nel 2014) avvenisse.
Un pasticcio all'italiana insomma.
Il rischio è ora che oltre 1.300 dipendenti delle due province potrebbero non percepire gli stipendi nei prossimi mesi e che servizi essenziali come le scuole superiori, la viabilità (strade provinciali e regionali), i trasporti, i centri per l'impiego, i controlli ambientali, ecc. possano subire disservizi o interruzioni.
L'intervento della Regione dell'Umbria che pure aveva lanciato nei mesi scorsi il rassicurante piano “esuberi zero” e che si è impegnata con risorse proprie (per circa 13 milioni di euro) a ricollocare il personale provinciale addetto ai servizi ambientali ed ai centri per l'impiego, non è sufficiente in quanto, nel corso del 2015, le Province hanno continuato a svolgere servizi e funzioni (pagando i relativi stipendi al personale) che per legge avrebbero già dovuto transitare presso altri enti.
Per evitare concretamente il dissesto delle due Province umbre (occorre reperire altri 6-7 milioni di euro), è inevitabile quindi che, a questo punto, intervenga anche il governo nazionale, il maggior responsabile di questo caos istituzionale, con provvedimenti correttivi, anche di natura finanziaria, per far si che una grande parte del territorio italiano venga messo a rischio nei propri servizi essenziali".
Giuliano Granocchia,
coordinatore provinciale Perugia
Sinistra Ecologia Libertà

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