Con il decreto del Governo Renzi si vogliono tagliare 13 miliardi alla sanità pubblica, un affare per quella privata.

Anche in Umbria a pagarne il prezzo saranno i malati che non hanno mezzi per curarsi, sono gli effetti dell’austerità. L’Associazione “Sinistra Lavoro” propone una forte ed immediata risposta politica.

È iniziata la privatizzazione del Sistema sanitario nazionale da parte del governo Renzi, la motivazione sarebbe l’esistenza di un’emergenza creata dall’eccesso di prestazioni sanitarie che costerebbe allo stato 13 miliardi di euro all’anno. In base a questa cifra si è deciso di tagliare 208 prescrizioni considerate esami inutili.

Guarda caso, però, nel 2014, secondo l’ISTAT, il 9,5% della popolazione ha rinunciato ad una prestazione sanitaria a causa delle lunghe file di attesa, dell’inefficienza organizzativa e dell’elevato costo del ticket. Pertanto in Italia, ed in Umbria, è esattamente l’opposto di quanto dice il governo Renzi, esiste una seria difficoltà ad accedere alle prestazioni, non il loro eccesso.

Il Governo Renzi ha di fatto avviato la privatizzazione della sanità pubblica per reperire le risorse necessarie al taglio delle tasse annunciate come quella per la prima casa per tutti.

Così anche i ricchi non pagheranno tributi sulle abitazioni ma i poveri dovranno pagarsi la salute o non curarsi. In una situazione in cui servirebbe più stato sociale il governo invece ancora una volta lo taglia. Nonostante la spesa sanitaria italiana sia al disotto della media europea per ben 18 miliardi di euro.

Vivremo quindi una situazione in forte peggioramento anche in Umbria, con l’inevitabile trasformazione del nostro modello sanitario da “pubblico-universale” a “sussidiaristico-privato” (Lombardo-Veneto).

Un lento passaggio ad una sanità subordinata alle leggi del mercato e senza diritti. E con un medico ridotto a burocrate, costretto ad applicare prestazioni standardizzate, a negare la medicina personalizzata e verificare se il malato ha la fortuna di rientrare sulla regola prescrittiva imposta dal Governo.

Dal momento che le scelte non sono in funzione del malato ma del risparmio imposto dalle politiche di austerità, è facile prevedere che moltissimi cittadini saranno ingiustamente penalizzati. In poche parole la medicina di Renzi per essere appropriata con la spesa, sarà clinicamente inappropriata con chi ha la necessità di curarsi.

A questa controriforma renziana, a questo attacco alla salute pubblica, a questa genuflessione all’austerità, occorre una risposta politica forte, una mobilitazione ed uno sciopero generale avanzando inoltre nuove proposte per una sanità che funzioni meglio, costi meno, sia uguale per tutti indipendentemente dal reddito.

Una sanità solidale e universale.

 

Associazione Sinistra Lavoro – Umbria
Stefano Vinti

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