La Marcia delle donne e degli uomini scalzi continua
Care amiche, cari amici,
la Marcia delle donne e degli uomini scalzi che abbiamo organizzato a Perugia l'11 settembre deve segnare l'inizio di un percorso di cambiamento del nostro paese.
Di fronte al dramma di chi fugge dalle guerre e dalla miseria non possiamo permetterci di agire solo sull'onda dell'emozione e della commozione.
Per questo sin dal nostro primo incontro abbiamo riflettuto su quello che possiamo fare insieme, su come dare continuità alla marcia degli scalzi, con quali iniziative e attività comuni.
Concludendo la Marcia in piazza della Repubblica ci siamo presi l'impegno di rivederci.
Vi proponiamo quindi di incontrarci lunedì 21 settembre 2015 alle ore 17.00 presso la Casa dell'Associazionismo, via della viola 1.
Abbiamo scelto questa data perché il 21 settembre è la Giornata internazionale della pace e forse questo è un bel modo per rinnovare il nostro impegno.
Zaira Chokri, GMI Perugia
Flavio Lotti, Tavola della pace
Per comunicazioni e informazioni: Tel. 335.6590356 Email tavola@perlapace.it
Nella speranza di rivederci lunedì prossimo, vi alleghiamo alcune delle proposte sin qui emerse:
Formare un gruppo di lavoro “dalle parti delle donne e degli uomini scalzi” per seguire e monitorizzare i lavori post marcia;
Impostare incontri di informazione e formazione del gruppo di lavoro in modo da poterci disporre delle conoscenze necessarie per operare in questo ambito;
Analizzare insieme alle associazioni e organismi coinvolti la situazione dell'accoglienza dei rifugiati nella provincia di Perugia;
Incontrare il prefetto per discutere e riportare i risultati delle analisi e le nuove proposte;
Chiedere a tutti i Comuni dell’Umbria che non l’hanno ancora fatto di predisporre l’accoglienza sul proprio territorio di rifugiati;
Proporre all'apertura dell'anno scolastico 2015/2016 un minuto di silenzio per gli uomini, le donne e i bambini, insomma per quelle persone ( ESSERI UMANI ) che hanno perso la vita in cerca di SPERANZA ;
Verificare le conoscenze dei giovani rispetto alla situazione profughi elaborando, in collaborazione con i professori di Storia e di italiano, tracce di tema che i studenti devono sviluppare; redigere poi, dopo un'analisi del materiale, un articolo e pubblicarlo sui giornali;
Stimolare le scuole secondarie a organizzare assemblee d'istituto su tale tematica riportando testimonianze dirette e invitando personale esperto per sfatare luogo comuni;
Raccogliere le storie dei rifugiati e farne memoriale (un libro, una mostra, un sito…);
Creare eventi di portata socio-culturale con l'obiettivo di conoscersi e ridurre le distanze tra le diverse civiltà' ( si possono organizzare seminari, festival, mostre, eventi musicali, condivisione di pietanze tipiche dei diversi paesi d'origine.. )
Promuovendo attività di animazione, laboratori e corsi vari tarati per un target sia fanciullesco che adulto;
Sentire gli enti di accoglienza rispetto alle carenze e ai bisogni per garantire i volontari e i mezzi necessari a colmare le mancanze;
Organizzare un'asta di beneficenza per donare alle Onlus che lavorano con i profughi;
Lavorare per progetti da presentare al fondo europeo per i rifugiati partecipando ai bandi istituiti;
Incoraggiare una pratica che riguarda l'accoglienza. Ci sono 1.800 famiglie già disponibili ad avere in affido minori non accompagnati (e solo dieci di queste ospitano minori).
Lanciare una campagna di ospitalità (noi tutti possiamo ospitare dignitosamente bambini, famiglie, ragazzi o anziani);
Organizzare una marcia tra Suruc e Kobane, perché no ripercorrendo il percorso funebre di Aylan, Galip e Rehané. E' cosa complicata ma sono state organizzate esperienze simili in Afghanistan e varie volte in Palestina. Perché non Kobane?

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