Mentre in Italia e anche nel consiglio regionale dell’Umbria si discute del reddito di cittadinanza e/o degli strumenti di sostegno che possano contrastare la povertà, oltre 200 lavoratori umbri della ex Merloni rimarranno ad iniziare dal 12 Ottobre (quindi circa tra una ventina di giorni) senza alcun reddito.

Quindi da poco più di 600 euro al mese allo zero assoluto. Si potrebbe dire, da un punto di vista sociologico, il passaggio dalla povertà relativa alla povertà assoluta.

La realtà è drammatica anche perché si tratta prevalentemente di persone tra i 40 e 50 anni, difficilmente ricollocabili nel mercato del lavoro e grazie alla Fornero lontanissimi dalla pensione.

Ci troviamo di fronte ad una scissione inaccettabile tra lo "storytelling“ di un paese in ripresa che discute di reddito di cittadinanza e consente allo stesso tempo a centinaia e migliaia di persone di precipitare nella povertà più assoluta.

E i 200 della ex Antonio Merloni sono la punta dell’iceberg di duemila e quattrocento lavoratori che tra Umbria e Marche non hanno ancora nessuna prospettiva di risoluzione dei loro problemi lavorativi.

L’accordo di programma e la stessa JP di Porcarelli sono fermi ai nastri di partenza.

E’ necessario che da subito si assuma una iniziativa con ruolo centrale del Governo nazionale per impedire che la situazione precipiti ulteriormente.
Occorre impedire che i 200 lavoratori rimangano senza sostegno e serve una risposta vera che rilanci e concretizzi l’accordo di programma con un piano industriale all’altezza della situazione.

Per questo ribadiamo ora più che mai: SOS fascia appenninica!

                                                                      
Mario Bravi

 

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