Edilizia/ Allarme sindacati: la nostra regione è tra le più colpite dalla crisi
PERUGIA - Il settore delle costruzioni, da oltre 7 anni, vive una lunga e profonda crisi che ormai ha caratteristiche strutturali più che congiunturali. Il modello di sviluppo che ha caratterizzato il periodo di crescita antecedente alla crisi, basato su una massiccia espansione, è superato in modo definitivo.
E’ quanto emerso stamani dalla conferenza stampa congiunta di di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, nel corso della quale – è stato anche sottolineato – “Purtroppo, nonostante le numerose iniziative svolte dalle nostre organizzazioni, non riesce ad emergere una politica consapevole di questo cambiamento che sia in grado di aprire una nuova fase con nuovi presupposti:
limitare il consumo di territorio puntando al recupero, alla difesa del territorio, del paesaggio e del patrimonio storico-artistico-culturale, alla riqualificazione urbana, all’efficientamento energetico, alla messa in sicurezza delle scuole e di tutti gli edifici pubblici. Nuovi obiettivi questi, che impegnerebbero il settore in una nuova fase di crescita con notevoli benefici per l’intera collettività, in particolare sull’occupazione”.
Per riuscire in questa sfida per gli stessi sindacato edili occorre prima di tutto un nuovo protagonismo delle Istituzioni pubbliche, in grado di regolare, pianificare, controllare e rispondere meglio agli interessi generali, che non chiedono speculazioni, ma piuttosto accesso al Diritto alla Casa per i cittadini, nuove e moderne infrastrutture, la sicurezza delle città che incrocia il tema della riqualificazione urbana, la qualità della vita, lo sviluppo e la crescita.
Il titolo che può racchiudere tutto ciò – è stato detto - è una NUOVA politica industriale per il settore e nella nostra regione l’assenza di questa politica è evidente, apprezzabili invece sono state le iniziative legislative che si sono succeduti in questi anni, in particolare sul Governo del territorio e sulla tenuta del DURC congruità.
Occorre però ben altro scatto da parte delle istituzioni – hnno messo in guardi i sindacati -, visto il pericolo ormai acclarato di perdere per sempre l’intero sistema imprenditoriale e le alte professionalità costruite negli anni, che la crisi sta spazzando via inesorabilmente giorno dopo giorno. Per questo nella nostra regione, occorre una forte azione congiunta di tutte le rappresentanze sindacali e datoriali dell’edilizia, che mai come oggi, hanno il dovere di stare insieme e fare blocco comune nei confronti delle Istituzioni, per chiedere una adeguata politica industriale in grado di invertire questa tendenza negativa.
Tendenza ben rappresentata dei dati delle Casse Edili dai quali non risulta soltanto una forte perdita di volumi che vede la nostra regione tra le più colpite dalla crisi, ma anche una profonda trasformazione del sistema delle imprese, più debole, più frammentato, visto l’ulteriore riduzione della dimensione d’impresa; oltre che la diffusione di fenomeni di elusione ed irregolarità che il solo strumento del DURC congruità non riesce più a combattere efficacemente.
Il DURC congruità è uno strumento che va difeso e rafforzato, ma che occorre affiancare una adeguata politica che selezioni le imprese sane e virtuose e le aiuti a combattere la concorrenza sleale di chi opera nell’illegalità e nell’irregolarità.
Il forte aumento delle partite iva in rapporto ai dati Cassa Edile dimostra, quanto sia forte questo fenomeno di elusione e di fuga dal contratto edile, dalla contribuzione volta a proteggere un lavoro fragile come quello dell’edilizia, per sfuggire dalla tracciabilità del nostro sistema bilaterale che fino ad oggi ha garantito un buon livello di regolarità.
Emerge una chiara involuzione del sistema imprenditoriale verso una competizione al ribasso, dove le aziende strutturate e regolari vanno sempre più in difficoltà.
Occorre spingere il sistema imprenditoriale edile dell’Umbria nella direzione opposta, invertire il senso di marcia e rimetterlo sul binario della qualità.
Qualità del lavoro, sapendo che la qualità del lavoro è sinonimo di qualità delle costruzioni.
Troppe volte infatti assistiamo a fenomeni negativi a causa dei quali, opere costruite con scarsa qualità, a causa della ricerca del risparmio immediato, vengono a costare molto di più in futuro in manutenzioni e recuperi.
Anche questo fa parte dell’involuzione del settore, così come l’incapacità di realizzare opere nei tempi previsti.
Il fenomeno del massimo ribasso negli appalti è una delle cause principali di questa involuzione.
Per questo è necessaria una nuova legge sugli appalti che garantisca la qualità prima del risparmio, la regolarità e la legalità come principali criterio di selezione delle imprese.
La white list delle imprese per l’affidamento dei lavori e la costruzione di un centro comune di committenza con adeguate professionalità in grado di valutare le offerte qualitativamente vantaggiose, sono solo alcune delle proposte da portare avanti.
Oltre che sui lavori privati vi è la necessità ormai, non più rinviabile, di applicare definitivamente la norma regionale per la verifica dei DURC congruità prima del rilascio dell’agibilità, su questo i comuni non possono più sottrarsi alla propria responsabilità.
Dopo i fatti successi nei mesi scorsi nella nostra regione, dove è emerso un quadro allarmante di infiltrazione criminale nel nostro settore, dovrà essere altrettanto forte la lotta contro questi fenomeni negativi.
Il settore si deve dotare di una politica per la LEGALITA’ mettendo a sistema gli sforzi delle nostre associazioni e delle Istituzioni, favorendo protocolli d’intesa per lo scambio dei dati e per una maggiore collaborazione.
È evidente come sia necessaria una maggiore unità delle nostre parti sociali del settore edile, per essere protagonisti delle scelte e non più semplici attori.
Parti sociali che troppe volte si dividono sulle piccole questioni e non riescono ad affrontare i grandi problemi, talmente grandi che rischiano di schiacciare tutti noi.
I lavoratori e le imprese edili dell’Umbria stanno soffrendo e per questo meritano una maggiore responsabilità da parte nostra nell’affrontare i problemi veri.
Per questo proponiamo di utilizzare l’appuntamento della contrattazione di secondo livello come opportunità per realizzare obiettivi, in grado di rispondere alle esigenze pressanti del nostro mondo. Uno di questi è l’ impoverimento delle condizioni materiali ed economiche dei lavoratori e pensiamo che in questa sede si debba dare una risposta adeguata.

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