Sinistra Ecologia Libertà porta sui tavoli istituzionali la vertenza Perugina
L'incontro tra il cordinatore nazionale di Sinistra Ecologia Libertà, Nicola Fratoianni e il cordinatore dell'Rsu della Perugina, Luca Turcheria, ha dato il suo primo frutto: un'interrogazione a risposta scritta indirizzata al Ministro dello Sviluppo Economico di Lara Ricciatti deputata marchigiana dello stesso partito.
Nell'atto depositato Lara Ricciatti esprime tutta la sua preoccupazione sul possibile ridimensionamento del ruolo produttivo dell'azienda, considerando, ad oggi, l’assenza di chiarimenti sul piano industriale per la Perugina e in vista della scadenza degli ammortizzatori sociali prevista per il 2016.
Per oueste ragioni l'On. Ricciatti interroga il Ministro sull'opportunità di convocare i vertici del gruppo Nestlè al fine di ottenere chiarimenti sul ruolo che lo stabilimento Perugina di San Sisto sarà chiamato a ricoprire nelle strategie future del gruppo.
Il testo dell'interrogazione:
Al Ministro dello Sviluppo Economico:
Premesso che:
Perugina è uno storico marchio della produzione dolciaria italiana. Fondata a Perugia nel 1907 è stata acquisita dalla multinazionale svizzera Nestlè nel 1988;
l’azienda ha da sempre rappresentato una realtà economica significativa per il territorio umbro, sia sotto il profilo occupazionale - attualmente con oltre mille dipendenti - sia per l’indiscutibile prestigio del marchio;
attualmente, in Umbria, la produzione è concentrata nello stabilimento di San Sisto, in provincia di Perugia;
nel corso degli ultimi anni la produzione ha subito importanti perdite di volumi, con conseguenti ripercussioni sui livelli occupazionali;
nel 2014, a seguito della previsione di esuberi per lo stabilimento perugino, Nestlè e la RSU hanno sottoscritto un Contratto di Solidarietà, in sede Confindustria, valido sino al 2016, al fine di scongiurare il rischio che gli esuberi dichiarati si trasformassero in licenziamenti;
le organizzazioni sindacali ritengono che il calo dei volumi produttivi non dipenda esclusivamente dalla condizione di mercato, ma anche da scelte strategiche errate da parte della multinazionale svizzera, che ha nel corso del tempo ridimensionato il ruolo dello stabilimento nelle strategie del Gruppo;
con l’approssimarsi del termine del 2016 ed in assenza di un cambio di rotta sui presupposti illustrati, i lavoratori, attraverso le rispettive rappresentanze sindacali, hanno sollevato l’allarme circa il futuro dello stabilimento;
Nestlè, in risposta alle criticità ed agli allarmi citati, ha annunciato per lo stabilimento di San Sisto la fine dei contratti di solidarietà e volumi produttivi in linea con il 2014, ribadendo l’impegno a sostenere lo sviluppo della fabbrica e “un piano di riposizionamento per favorire il rilancio delle produzioni, in uno scenario comunque negativo in termini di consumi” (Ansa, 31 agosto 2015);
i sindacati, tuttavia, ritengono che al di là di tali dichiarazioni, volte a rassicurare i lavoratori, la Nestlè non stia mostrando alcun segnale concreto sul piano di rilancio per l’azienda, ed insistono per conoscere i dettagli del piano industriale;
nel corso degli anni il settore ha subito una costante diminuzione degli stabilimenti e dei livelli occupazionali. Data l’assenza, ad oggi, di chiarimenti sul piano industriale per la Perugina, e in vista della scadenza degli ammortizzatori sociali prevista per il 2016, appaiono più che fondati i timori sul futuro dello storico marchio dolciario e sull’eventualità che l’azienda ridimensioni ulteriormente il ruolo produttivo dello stabilimento
Per sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno convocare i vertici del gruppo Nestlè al fine di ottenere chiarimenti sul piano industriale e sul ruolo che lo stabilimento Perugina di San Sisto sarà chiamato a ricoprire nelle strategie future del gruppo.

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