PERUGIA - Il ministero delle Finanze ha fornito dei dati sulla media delle dichiarazioni dei redditi riguardanti 92 comuni dell'Umbria, facendo un confronto fra il 2008 e il 2014, dall'inizio della crisi ad oggi dunque. Il dato complessivo evidenzia una riduzione del reddito che riguarda tutti i comuni della regione, salvo poche eccezioni, con un calo medio intorno al 7-8%.

Tra i 92, ce ne sono alcuni che risultano colpiti in maniera rilevante. Fra questi, Nocera Umbra, territorio con 6mila abitanti, che si piazza al terzo posto fra le riduzioni maggiori, con un calo dell'11,4% nel 2014 rispetto al 2008; le sono davanti solo Paciano e Sellano.

Nelle posizioni immediatamente successive si piazzano Gubbio, con -9.4%, e Gualdo Tadino, con un dato simile. Queste percentuali dimostrano che la crisi non ha colpito allo stesso modo in tutta l'Umbria, ma anzi colpisce in maniera diseguale. In particolare, il dato del ministero dimostra quanto registrato anche nella mia esperienza di segretario della Cgil, ovvero che la crisi economica colpisce di più nella fascia appenninica, con in testa Nocera Umbra e la vertenza ex Antonio Merloni.

Questi dati rappresentano una fotografia realistica di una situazione drammatica.

Oggi, quindi, bisogna trovare risposte a una domanda fondamentale: come uscire dalla crisi. Bisogna impedire che prosegua il processo di impoverimento della fascia appenninica, a partire dalla vicenda Merloni e intervenendo sull'accordo di programma per concretizzare le opportunità di occupazione; è necessario superare il gap infrastrutturale del territorio, penso anche ad una situazione come quella del Nocerino, ancora privo di svincoli adeguati della Flaminia che portino alla zona industriale e al centro storico; penso, infine, all'esigenza di utilizzare meglio le risorse, a partire dalle realtà economiche presenti, come la multinazionale Omya che, a fronte dell'utilizzazione del carbonato di calcio, sta dimostrando negli ultimi tempi una riduzione della presenza occupazionale sul territorio.

I dati del ministero, dunque, dimostrano che c'è una questione della fascia appenninica che ha bisogno di un intervento concreto, a partire dalla Regione e dal governo, che dovrebbero porre l'attenzione adeguata a questo territorio contro il suo progressivo impoverimento.

Mario Bravi

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