Perugia - Alla Perugina i nodi stanno venendo al pettine, l’annuncio del calo della produzione annua, da 25mila tonnellate a 23,5mila tonnellate è comprovata da esuberi di circa 300 lavoratori, dove il termine esuberi può significare licenziamenti.

Sono anni che le organizzazioni sindacali e le istituzioni hanno un atteggiamento “comprensivo” rispetto alle politiche industriali della multinazionale Nestlè, un atteggiamento che ha ridotto il calo dei volumi, la riduzione dell’occupazione e dei salari con il conseguente ridimensionamento del ruolo produttivo dello stabilimento di san Sisto di Perugia. L’ultima dichiarazione entusiastica dei sindacati è stata riservata all’annuncio della Nestlè rispetto alla sua presenza ad expo2015.

È ora di cambiare radicalmente atteggiamento nei confronti della multi nazionale Svizzera – sottolinea Stefano Vinti - basta con le concessioni unilaterali dei sindacati e delle istituzioni che non producono niente di realmente positivo in termini di aumento dell’occupazione e dei volumi produttivi.

La Nestlè perugina, come tutte le multinazionali, si muovono per massimizzare il proprio profitto, non si assumono responsabilità sociali rispetto al territorio ed il lavoro ed il salario sono una variabile dipendente dalla produzione e dal loro guadagno. È un’impostazione che va capovolta “prima l’occupazione e il salario.” Tanto più che la Nestlè sfugge al confronto – prosegue Vinti - non presenta un piano industriale di rilancio dello stabilimento di San Sisto, ignora le proposte, seppur discutibili, avanzate dai sindacati.

 Sinistra lavoro, nell’esprimere viva preoccupazione della situazione che si sta creando alla perugina, invita i lavoratori e le organizzazioni sindacali a costruire con “la lotta” le condizioni politiche e sociali per l’apertura di una vera “vertenza perugina”, sollecita le istituzioni locali a svolgere un ruolo attivo a sostegno della difesa dei livelli occupazionali della perugina e chiama il governo Renzi ad aprire un tavolo nazionale di confronto con tutte le parti in causa.

Sinistra e lavoro ritiene che la sinistra perugina debba rientrare nella più generale “vertenza Umbria” caratterizzata da 185 crisi industriali e, allo stesso tempo, auspica che tutte le soggettività della società civile di Perugia si mobilitino in difesa della fabbrica di San Sisto e dei sui lavoratori

Stefano Vinti, Associazione Sinistra e lavoro

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