PERUGIA - “Martedì prossimo, nella seduta dell'Assemblea legislativa convocata appunto per il 28 luglio, presenterò un progetto strategico di sviluppo dell'Umbria alternativo a quello del presidente della Regione Umbria”. Lo annuncia il portavoce di centro destra e liste civiche, Claudio Ricci, spiegando che “il documento verrà approfondito dai consiglieri di opposizione Valerio Mancini, Emanuele Fiorini (Lega Nord), Raffaele Nevi (Forza Italia), Marco Squarta (Fratelli d'Italia), Sergio De Vincenzi (Lista Ricci presidente). Ognuno di loro affronterà specifici aspetti tematici, in linea con i venti punti del programma proposti durante le elezioni regionali”.

Claudio Ricci sottolinea che “le citazioni della Corte dei Conti del 10 luglio 2015 sono chiare e delineano le azioni utili a cui sarà chiamata la Giunta regionale, a partire da una maggiore efficienza delle società partecipate, che oggi pesano molto, in negativo e con ampie perdite, sul bilancio. Meno incarichi e consulenze, visto che la Corte dei Conti considera generiche le giustificazioni addotte. Inadeguata attività per ottimizzare i costi del personale, con troppi dirigenti e posizioni organizzative (1 ogni 2.9 persone). Fermo e senza significanti passi in avanti il Centro regionale di acquisti sanitari (nel 2013 gli acquisti erano centralizzati per il 49 percento; oggi sono solo per il 50). In generale un Documento annuale di programmazione sempre più rigido e con meno risorse disponibili”.

“Occorre - conclude Claudio Ricci - un piano di azione per risparmiate e recuperare risorse, da destinare a pochi progetti strategici, mettendo insieme pubblico, privati, fondazioni e associazioni, in grado di creare sviluppo, nuovi posti di lavoro, sostegni sociali e capacità di diminuire le tasse, a partire dall'addizionale Irpef. In assenza di concretezza economico finanziaria (peraltro la Corte dei Conti manifesta "potenziali rischi" per i titoli finanziari acquisiti dalla Regione nel 2007), il programma di governo proposto dal presidente della Regione, ben 67 pagine molto generiche, risulta poco concreto per il futuro della Regione Umbria che, con oltre 30mila famiglie povere, sta scivolando in negativo su tutti i parametri reali di qualità socio economica”.

 

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