Castiglione del Lago: la Cgil contraria alla chiusura del punto nascita
Eravamo stati facili profeti nel dire che la prossima vittima della marginalizzazione dell’area del Trasimeno, frutto di anni di politiche miopi, sarebbe stato il punto nascita di Castiglione del Lago. E puntualmente all’indomani delle elezioni regionali, a cui si è arrivati attraverso un tripudio di promesse e proclami sulle sorti magnifiche e progressive per la sanità del Trasimeno in generale e sull’ospedale di Castiglione del Lago in particolare, è arrivata la doccia che non può dirsi gelata non solo per via del clima torrido di questi giorni, ma perché, appunto, ampiamente prevedibile.
Questo fatto specifico suggerisce 3 ordini di riflessione.
Il primo, di carattere generale, riguarda quale idea di welfare abbia questo governo di centrosinistra che taglia 40 milioni alla sanità della nostra regione ma che, anche in questi giorni, bombarda sui media con abolizione di IMU TASI IRES riduzione dell’IRPEF (e chi più ne ha più ne metta) omettendo di dire che nella situazione data (cioè se non si mette mano seriamente alla piaga dell’evasione fiscale) operazioni di questo genere sono possibili solo tagliando drasticamente le prestazioni dello stato sociale.
Il secondo riguarda la già citata marginalizzazione dell’area del Trasimeno territorio sempre all’ultimo posto nei pensieri della politica “peruginocentrica” che determina i flussi di risorse all’interno della regione; abbiamo avuto modo di parlare anche recentemente del ritardo su sviluppo economico viabilità trasporti e appunto sanità. Ci si ricorda del Lago solo pochi mesi prima delle elezioni, mesi utili alle promesse elettorali, che di solito garantivano uno scranno al candidato locale di turno, ma questa volta neanche uno strapuntino.
Il terzo punto: la battaglia per la difesa del reparto di maternità, come il potenziamento dell’intero ospedale di Castiglione del Lago, non è pura difesa di interessi di campanile, ma riguarda invece un’idea integrata dei servizi sanitari tra quelli offerti a livello centrale dall’azienda ospedaliera e quelli a livello territoriale offerti dalle ASL. Del resto non più di un anno fa si diceva da parte della Regione che “in pratica il modello operativo dei punti nascita, tutti compresi nella rete dell’emergenza-urgenza, vedrà il Punto nascita perugino costituire l’Hub del sistema, essendo strutturato da una unità ostetrica ed una neonatologica entrambe di 2° livello, integrato con i p. n. di Pantalla e Castiglione del Lago e che i professionisti dell’Ospedale di Perugia e quelli di Pantalla e Castiglione del Lago costituiranno un unico pool funzionale per la gestione del percorso nascita”.
Chiudere il punto nascita, e dequalificare complessivamente le strutture periferiche, significa peggiorare le condizioni non solo dei cittadini del Lago ma anche di quelli di tutta la regione, che troveranno ulteriormente intasata la già congestionata struttura del S. Maria della Misericordia.
Da ultimo (anche se ci viene il sospetto che si stia un’altra volta chiudendo la stalla dopo che i buoi sono usciti) esprimiamo un apprezzamento per la presa di posizione del Sindaco e della coalizione che governa il comune di Castiglione del Lago contro questa assurda decisione perché la CGIL sarà sempre e comunque dalla parte di chi difende il diritto alla salute e saremo a fianco di chi vorrà fare insieme a noi questa battaglia.
Camera Del Lavoro Territoriale Perugia
Il resp. Zona Lago Trasimeno – Media Valle del Tevere
Mauro Moriconi

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