TERNI –Il presidente della Provincia di Terni Leopoldo di Girolamo e il vice presidente Giampiero Lattanzi condividono in pieno il nuovo allarme lanciato oggi dal presidente nazionale Upi Varriati sulla situazione delle Province. “Le sue parole sulla situazione dei bilanci  – dicono di Girolamo e Lattanzi - sono state da noi già ampiamente affermate pochi giorni fa (LEGGI la notizia) quando abbiamo lanciato l’allarme sul possibile dissesto finanziario a causa dei tagli della legge di stabilità”. Presidente e vice annunciano la presenza della Provincia di Terni (rappresentata da Lattanzi) domani alla conferenza nazionale indetta a Roma da Varriati per sottolineare ancora una volta l’enorme difficoltà, rimanendo tali i tagli previsti, a far funzionare scuole, strade e altri servizi essenziali per i cittadini. “Il paradosso – dicono di Girolamo e Lattanzi – è che il bilancio della Provincia in questi anni è stato sempre virtuoso, con i conti in ordine e con il rispetto del patto di stabilità. Nonostante le difficoltà evidenti, cerchiamo in tutti i modi di garantire i servizi erogati alla comunità, come il recente caso della frana di Amelia dimostra”.

Le parole di Varriati - Il presidente nazionale dell’Upi ha oggi ribadito che se le Province non chiudono i bilanci nessuno sa che fine faranno i Centri per l'impiego, le scuole e le strade. Nessuno sa come assicurare i diritti degli alunni disabili dal settembre prossimo. I cittadini pagheranno i costi per il percorso bloccato della riforma Delrio sugli enti locali". I dati e le ricostruzioni nei dossier Upi sul "dissesto dei bilanci di Province e Città metropolitane indotto dalla manovra economica 2015-2017 e l'impatto per i servizi essenziali ai cittadini" saranno illustrati dal presidente dell'Upi nel corso di una conferenza stampa che si terrà domani, 15 luglio, a Roma, al termine dell'assemblea dei presidenti di Provincia. La riunione è stata convocata per definire le iniziative unitarie dei sindaci che da ottobre 2014 guidano i nuovi enti di area vasta e accendere un faro sulle conseguenze per i servizi pubblici ai cittadini che deriverebbero dal fallimento della riforma Delrio causata dalla Legge di stabilità.

 

 

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