“Tenuta della Regione è a rischio”: Squarta (FdI) su relazione Corte dei Conti
PERUGIA - “La relazione presentata questa mattina dalla Corte dei conti sulla gestione economico finanziaria della Regione è a dir poco drammatica. I rilievi mossi relativamente al 2014 coincidono sostanzialmente con quelli dell'anno precedente, dimostrando una incomprensibile perseveranza nell'errore da parte della Giunta regionale dell'Umbria, che continua ad agire al di fuori di quanto previsto dalla normativa di riferimento”. Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d'Italia all'Assemblea legislativa dell'Umbria, Marco Squarta, facendo riferimento al giudizio di parificazione del rendiconto 2014 della Regione Umbria illustrato questa mattina a Palazzo Cesaroni dalla magistratura contabile.
BILANCIO RIGIDO. “In particolare – sottolinea Squarta – la Corte evidenzia un bilancio con un elevato grado di rigidità con consistente diminuzione delle risorse libere, le uniche effettivamente utilizzabili per attuare politiche di crescita. Le uniche risorse effettivamente utilizzabili ammontano a poco meno di 14 milioni di euro, l'equivalente del finanziamento necessario a realizzare meno di 4 chilometri della strada Tre Valli. Il disavanzo finanziario presenta un saldo negativo di circa 169 milioni mentre l'avanzo contabile, rispetto al 2013, ha subito una contrazione di ben 147 milioni di euro”.
RESIDUI ATTIVI. “Ad aggravare questo quadro – aggiunge - c'è il rilievo della Corte secondo cui manca di fatto una reale verifica sull'entità dei residui attivi, ossia sussiste il dubbio concreto che i crediti vantati dalla Regione siano effettivamente esigibili. Cosa che, come si legge nella relazione, 'metterebbe a rischio la tenuta dell'equilibrio e della gestione finanziaria della Regione Umbria'”.
SISTEMA INFORMATIVO INADEGUATO. “La Corte dei conti denuncia addirittura – osserva Squarta - l'esistenza di un sistema informativo contabile inadeguato e l'impossibilità di effettuare i riscontri contabili necessari, impedendo alla Corte stessa di potersi pronunciare in merito all'effettiva attendibilità dei dati. Rilievo quest'ultimo che era stato mosso anche rispetto al rendiconto dell'anno 2013”.
GLI IMMOBILI. “Anche la consistenza del patrimonio immobiliare dell'ente – rimarca il consigliere di opposizione - non risulta concretamente rilevabile per l'utilizzo di dubbi criteri di quantificazione del valore catastale che portano a sovrastimare il valore e le quotazioni degli immobili di cui la Regione dispone. Un rilievo che solleva pesanti perplessità sull'efficacia dei programmi di politica patrimoniale attuati in questi anni dalla Giunta”.
IL DEBITO. “Sugli strumenti finanziarti derivati della Regione – prosegue - la Corte ha mosso i medesimi, gravissimi, rilievi già avanzati per il rendiconto 2013. In particolare, la nota informativa, obbligatoria per legge, relativa agli swap non offre il quadro chiaro degli effetti delle operazioni finanziarie attuate: gli unici elementi certi sono l'1,6 milioni di interessi passivi legati a scelte discutibili anche in questo settore e l'omissione, da parte della Giunta, delle indicazioni sulle penalità di estinzione (mark to market)”.
PARTECIPATE. “Pesa inoltre, sul giudizio della Corte, la mancata trasmissione dei bilanci delle società partecipate e la chiusura in perdita di UmbraFlor, Sviluppumbria e Umbria Tpl e Mobilità spa. In riferimento a quest'ultima l'assenza dei documenti di bilancio non ha consentito una valutazione sullo stato della situazione finanziaria della società”.
CONSULENZE. “Rispetto all'affidamento delle consulenze e degli incarichi – aggiunge Marco Squarta - i rilievi della Corte dei Conti sono gli stessi da anni: il mancato rispetto dei limiti di spesa, la assoluta discrezionalità nel conferimento degli incarichi, la mancata verifica dell'assenza di professionalità interne, l'unico elemento che legittimerebbe l'affidamento di un incarico. La spesa per questo capitolo è passata da 1,3 a 1,5 milioni (2013/2014)”.
SPESA FARMACEUTICA. “La tenuta dei conti della sanità regionale – conclude - viene aggravata, anche quest'anno e più del 2013, dalla spesa farmaceutica ospedaliera, per la quale l'Umbria ha superato il tetto di spesa del 3,5 per cento, attestandosi addirittura al 7,1, in un contesto generale nazionale in cui il valore medio della farmaceutica ospedaliera è pari al 4,4 per cento. La farmaceutica ospedaliera è passata dai 76 milioni del 2013 ai 118 del 2014”.

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