PERUGIA - Sono ritenute responsabili di tre rapine compiute nel 2013 in due sale giochi di Perugia – sembra anche con l'aiuto di una commessa-basista - quattro persone indagate al termine di articolate indagini condotte dalla squadra mobile della questura. Nei loro confronti il pm ha emesso un provvedimento di conclusione delle indagini preliminari.

Sono in corso ulteriori accertamenti, da parte della mobile, per risalire ad altri eventuali colpi commessi dai quattro indagati. 

La prima delle tre rapine in questione risale al 25 marzo 2013 in un'agenzia di scommesse in via Settevalli. Alle 4,30 del mattino due uomini, quarantenni perugini, gia' indagati in passato per reati specifici, entrarono nel locale - secondo la ricostruzione dei fatti da parte della polizia - indossando i passamontagna e, minacciando i dipendenti con una pistola-giocattolo (identica a un'arma vera), riuscirono a impossessarsi dell'incasso, pari a circa 8.500 euro in contanti. Fuggirono poi a bordo di una Fiat Punto della madre di uno dei due banditi. 

Qualche giorno piu' tardi, l'8 aprile 2013, con modalita' analoghe fu rapinata una sala giochi, in via Pievaiola, con un bottino di circa 15.000 euro. In questo caso, secondo la polizia, una delle due commesse - una trentanovenne di origini campane ma residente a Bastia Umbra - era la basista, e avrebbe fornito utili informazioni al suo fidanzato - 35 anni, di Viterbo, residente a Perugia - a sua volta in contatto con i malviventi. 

Quest'ultima sala giochi, il 24 giugno 2013 fu di nuovo presa di mira dai rapinatori, che riuscirono a impossessarsi di circa 7.500 euro contenuti nella cassaforte. A differenza della volta precedente, in questo caso la commessa ritenuta dagli investigatori presunta basista dei rapinatori, non era presente
al momento del colpo.

Le indagini avevano preso avvio dopo l'arresto in flagranza di uno dei due componenti "operativi" del gruppo, l'8 luglio 2013 nel corso di una successiva rapina compiuta in via Settevalli al "Banco Metalli italiano". 

Secondo quanto riferito dalla polizia, alcuni dei presunti componenti del gruppo avrebbero collaborato con i poliziotti nella ricostruzione dei fatti.

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