Conoscere le professioni: dati e numeri della psicologia umbra
PERUGIA - Chi sono gli psicologi in Umbria? Come sono impiegati? Quale è la presenza della psicologia nel Servizio Sanitario Regionale? Sono alcune delle domande cui hanno dato risposta due indagini promosse dall’Ordine degli Psicologi dell’Umbria “per fotografare la realtà di una professione, capirne i contorni e le potenzialità per rispondere ai bisogni della comunità regionale”.
Il quadro della situazione è stato tracciato stamani, mercoledì 1 aprile in un incontro alla sede dell’Ordine a Perugia da Chiara Rogante (che ha curato l’indagine sugli iscritti), Antonella Micheletti (censimento psicologi nel SSR) e dal presidente dell’Ordine David Lazzari.
Dall’analisi (che ha coinvolto 269 professionisti) è emersa la fotografia di una professione tendenzialmente giovane (età media 35 anni) dove spiccano le quote rosa (80% donne), nel complesso con una solida formazione (in media oltre 10 anni tra laurea e specializzazione) e competenze operative in molti settori diversi. Interessanti i numeri emersi in tema di impiego nel mondo del lavoro: chi lavora si mostra soddisfatto di quello che fa ma il 27% di questi professionisti è costretto a svolgere anche altri lavori e il 10% non lavora o lavora solo in altri campi. In tema di Servizio Sanitario Regionale in Umbria ci sono 90 psicologi di ruolo, tutti con specializzazione. L’attività punta molto al lavoro di equipe multiprofessionale, ma l’indagine rivela che c’è necessità di maggiori forme di coordinamento fra professioni per fornire percorsi di cura attenti sia agli aspetti fisici che agli aspetti psicologici.
L’indagine sugli iscritti all’Ordine regionale dell’Umbria
I dati sugli iscritti. Quella degli psicologi è ancora una professione abbastanza giovane: il 43% degli iscritti all’Ordine ha meno di 40 anni, il 25% appartiene alla fascia 40-50 anni e il 32% ha più di 50 anni. Prevalgono le quote rosa: in Umbria 8 psicologi su 10 sono infatti donne. Sono questi i primi dati emersi dall’indagine cui hanno risposto 269 professionisti (un terzo degli iscritti all’Ordine).
La situazione lavorativa. Sono esistenti difficoltà di inserimento nel modo del lavoro. Solo il 62% dei rispondenti all’indagine (quasi due psicologi su tre) lavora esclusivamente in campo psicologico, il 27% svolge anche altre attività (20% nel sociale, 16% pubblica amministrazione, 18% nel settore lavoro e formazione, 8% nella scuola), il 6% non lavora per mancanza di opportunità, il 4% lavora in altri campi e il 2% è in pensione.
Degli psicologi che lavorano solo o prevalentemente in campo psicologico il 39% è libero professionista, il 24% è lavoratore dipendente (il 7% di questi fa anche la libera professione), il 16% collabora con aziende senza vincoli di dipendenza. Non vi è dunque una netta divisione tra privati e dipendenti, in quanto quasi un terzo dei liberi professionisti collabora stabilmente con aziende (pubbliche o private) mentre la stessa percentuale di dipendenti svolge anche libera professione.
Dove si svolge l’attività. La metà degli psicologi lavora in studi privati, il 28% in una azienda sanitaria o ospedale, il 16% in una azienda privata, l’8% in una pubblica amministrazione.
La formazione. Quella degli psicologi è una categoria che investe molto nella formazione post-laurea: la media delle specializzazioni o corsi pluriennali è di 1,6 per ogni psicologo. Ciò vuol dire che i due terzi degli psicologi hanno più di una formazione specialistica. La maggior parte (64%) in campo clinico, seguono il settore giuridico-forense (16%), neuropsicologico (14%), della Psicologia dell’educazione (10%), di Comunità (10%), dello sviluppo (9%), del lavoro ed organizzazioni (8%), della salute ed ospedaliera (7%). In campo psicoterapico gli approcci più rappresentati sono quello cognitivo-comportamentale, familiare, dinamico, sistemico-relazionale, della gestalt, di gruppo.
Il grado di soddisfazione. Fra i dati emersi dall’indagine salta all’occhio che, in una scala a dieci punti, il 34% degli psicologi in tema di soddisfazione rispetto alla situazione lavorativa rientra nel range 1-5, mentre il 66% è nel range 6-10, con una netta prevalenza (40%) del range 7-8 (medio-alta). Gli psicologi si sentono inoltre soddisfatti della loro formazione (il 72% di loro si assegna un punteggio tra 7 e 9 su 10, solo il 12% ha una soddisfazione sotto a 5) e delle proprie competenze operative (75% nella fascia tra 7 e 9 e solo 12% sotto quota 5).
La psicologia nel Servizio Sanitario Regionale
Nel Servizio Sanitario Regionale dell’Umbria operano 90 psicologi di ruolo (tutti con specializzazione) nei servizi pubblici. Questi rappresentano poco più del 10% degli iscritti all’Ordine. Emerge un rapporto psicologi pubblici/popolazione di uno a 10.000 un po’ inferiore a quello nazionale (uno psicologo pubblico ogni 9000 abitanti). A questi si aggiungono diversi psicologi che operano o collaborano con le strutture del SSR con rapporti di lavoro precario o come specializzandi (una sessantina) e molti che lavorano nelle cooperative che collaborano con i servizi pubblici.
Gli ambiti. I contesti di lavoro sono prevalentemente territoriali (in particolare Salute Mentale, Dipendenze, Servizi per l’Età evolutiva) in cui ci lavorano il 90% dei dirigenti dipendenti del SSR. Una quota significativa, ma ancora modesta (10%), lavora in contesti ospedalieri e si occupa soprattutto degli aspetti psicologici della malattia fisica.
Le attività degli psicologi nel SSR. Sono prevalentemente cliniche e psicodiagnostiche, riferite soprattutto agli utenti dei servizi di salute mentale adulti e infanzia e agli utenti dei servizi per le dipendenze. Elevato è il lavoro di rete e di promozione della salute, grande attenzione è rivolta all’esprimere un lavoro di equipe multiprofessionale integrato con le altre figure sanitarie (medici, infermieri, assistenti sociali, fisioterapisti, logopedisti, ecc…) in modo da creare dei percorsi di cura attenti sia agli aspetti fisici che agli aspetti psicologici.
L’organizzazione. Dal punto di vista organizzativo emerge la necessità di forme di coordinamento e implementazione delle attività psicologiche che consentano una migliore risposta ai bisogni crescenti della popolazione.
Il punto. “Da queste due indagini - ha commentato David Lazzari, presidente dell’Ordine dell’Umbria - emerge un panorama variegato degli psicologi umbri, impegnati su molti fronti ma spesso penalizzati da una non chiara o riduttiva percezione della professione. Se si pensa alle necessità ed ai bisogni che emergono appare chiaro che ancora non vi è un buon incontro tra domanda ed offerta in questa area. Lo psicologo è un professionista moderno perché risponde a bisogni di grande attualità, interviene sviluppando le risorse dei contesti o dei singoli ed è un “ponte” tra gli aspetti sanitari e quelli sociali, di cui c’è molto bisogno”.

Recent comments
12 years 11 weeks ago
12 years 11 weeks ago
12 years 11 weeks ago
12 years 11 weeks ago
12 years 11 weeks ago
12 years 11 weeks ago
12 years 11 weeks ago
12 years 11 weeks ago
12 years 11 weeks ago
12 years 11 weeks ago