ROMA - I giudici della quinta sezione penale della Corte di Cassazione sono da pochi minuti in camera di onsiglio per pronunciarsi sul ricorso presentato da Amanda Knox e Raffaele Sollecito contro la condanna, rispettivamente a 28 anni e mezzo e 25 anni di reclusione, inflitta dalla Corte d'assise d'appello di Firenze per l'omicidio di Meredith Kercher.

Il presidente Gennaro Marasca non ha dato alcuna indicazione alle parti circa l'orario di conclusione della amera di consiglio: "Non sono ancora in grado", si e' limitato a dire ai difensori i quali saranno avvertiti un'ora prima della lettura del dispositivo da un cancelliere.

Prima che i giudici entrassero in camera di consiglio, aveva preso la parola uno dei difensori difensore di Sollecito, l'avvocato Luca Maori che ha chiesto di annullare la sentenza dell'appello-bis.

"In questo enorme mosaico le tessere fondamentali sono il coltello e il gancetto del reggiseno, tutto l resto e' subordinato a queste e se vengono a cadere cade tutto". E' stato uno dei passaggi della sua arringa in Cassazione.

Il legale ha sottolineato che "la Corte di rinvio" di Firenze pur asserendo che l'esame del dna non fosse del tutto regolare l'ha ritenuto forte indizio, ma forte indizio non e' prova certa". L'avvocato ha messo in discussione la perizia della Polizia postale sul computer di Sollecito, l'attendibilita' dei testimoni, in particolare rispetto all'ora in cui questi dicono di avere udito un urlo provenire dalla villetta in via della
Pergola e ha criticato lo "screditamento" della loro perizia di parte compiuta dai giudici fiorentini. Maori ha quindi concluso per l'annullamento della sentenza con cui la Corte d'assise d'appello di Firenze ha condannato il suo assistito a 25 anni di reclusione.

Prima di lui aveva pronunciato la sua arringa l’altro difensore di Sollecito, l’avvocato Giulia Bongiorno.

"Sollecito – ha detto - non ha mai depistato, anzi ha sempre collaborato alle indagini, durante l'aggressione a Meredith vedeva i cartoni animati: Raffaele Sollecito e' un puro he si vede coinvolto in vicende spettacolari e gigantesche delle quali, come Forrest Gump, non si rende conto. Assolvetelo!".

"L'approccio della sentenza fiorentina con le prove genetiche sul gancetto e sul coltellaccio e' fuorviante e anacronistico. La sentenza ammette che non vi e' la prova certa della presenza del dna di Sollecito sul gancetto. I protocolli internazionali dei prelievi e degli sami, infatti, non sono stati rispettati". Ha quindtolineato.

Contro Raffaele e' stato usato un metodo 'sospettocentrico' perche' la prova del dna e' stata fatta solo per cercare la sua traccia e non quella delle tante altre persone che frequentavano la casa di via della Pergola, tra le quali Giacomo Silenzi".

Al riguardo Bongiorno ha spiegato di non voler dire che Silenzi "e' colpevole, dal momento che ha un alibi, ma solo che su quel gancetto potevano essere trovate molte altre tracce genetiche se solo fossero state cercate". Inoltre l'avvocato ha criticato la sentenza dell'appello bis perche' ha dato all'impronta genetica di Raffaele rinvenuta sul gancetto una sorta di "valore di prova genetica a capacita' ridotta, una cosa che non esiste in questo ampo in quanto una mezza traccia genetica non e' una prova, ma una trappola. Il criterio della capacita' ridotta non si puo' applicare alla genetica, ma semmai alla valutazione delle ichiarazioni dei pentiti, come e' avvenuto nel processo Andreotti".

"Sono veramente convinta che Amanda non e' entrata nella stanza del delitto, ma se si deve credere alle sue dichiarazioni allora bisogna credere che lei usci' dalla casa di Sollecito e menti' al suo ragazzo dicendogli che andava a lavorare dopo aver ricevuto il messaggio di Patrick Lumumba che invece le aveva detto di non andare al lavoro". Ha anche sottolineato l'avvocato Giulia Bongiorno in uno dei passaggi della sua arringa finalizzato a "separare" e "individualizzare" la posizione di Sollecito da quella di Amanda Knox.

Contro Sollecito errori e sviste  

"Travisamenti probatori", "sviste", "contraddizioni". Raffaele Sollecito e' stato coinvolto ell'omicidio di Meredith Kercher in virtu' di "una cascata tragica di errori" che hanno viziato la sentenza dell'appello-bis conclusasi con la condanna a 25 anni di eclusione. Entrando in merito alle prove raccolte dalle indagini, L'avvocato Giulia Bongiorno ha impiegato meno di due ore per spiegare che il suo assistito e' estraneo all'assassinio della studentessa inglese.

"Nella stanza del delitto c'e' solo materiale probatorio, tipo tracce e impronte, riconducibile a Rudy Guede (l'ivoriano condannato definitivamente a 16 anni di carcere, ndr). E molte altre tracce, che portano ad altri soggetti, non sono mai state prese in considerazione come una macchia spermatica trovata su un cuscino e mai esaminata - ha evidenziato la Bongiorno -. In questo processo senza certezze l'unica certezza e' che il coltello da cucina preso da cassetto e poi li' riposto non e' la vera arma del delitto".

La penalista, a proposito della traccia di dna attribuita all'imputato sullo stesso coltello e sul gancetto del reggiseno della vittima, ha parlato di "approccio fuorviante e anacronistico con la prova genetica perche' non sono stati osservati appieno i protocolli internazionali. Deve essere cestinata quella prova genetica se per la scienza non e' certa. O e' o non e'. Il forse nella scienza non esiste. E contro Sollecito c'e' un mezzo dna che e' una trappola, non una traccia". Per la penalista, poi, il gancetto risulta toccato da 14 soggetti differenti ma "grazie al metodo sospettocentrico si e' voluto cercare proprio il dna di Sollecito che in quel momento era in carcere".

"Io sono convinta – ha detto poi - che Amanda non sia mai entrata in quella stanza ma non si puo' pretendere che Sollecito sia colpevole per non aver tirato in ballo quella che per una decina di giorni sarebbe stata la sua fidanzata. Raffaele non era presente nella stanza del delitto e non ci sono neppure tracce riconducibili alla Knox".

"Amanda Knox fu pressata da una stranissima medium nella stanza della polizia di Perugia, e una medium non ci deve stare in una stanza di polizia!". Ha affermato l'avvocato Giulia Bongiorno in uno dei passaggi finali della sua arringa in favore di Raffaele Sollecito. L'avvocato ha inoltre detto che, a suo avviso anche Amanda, come Raffaele, "e' innocente" e che il delitto di Meredith e' avvenuto la sera del primo novembre 2007, tra le ore 21 e le 22 e 13 minuti, quando Rudy Guede manda un mms dal suo cellulare. Secondo Bongiorno, inoltre, Meredith non e' stata uccisa dal 'coltellaccio' ma da un'arma non rinvenuta.

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