Rsu Asm: no alla svendita della nostra azienda. Pronti a tutte le forme di lotta
Le Rsu di Asm Terni spa sono per l’ennesima volta allarmate e sconcertate dall’atteggiamento assunto dalla proprietà dell’azienda, il Comune di Terni, che mette costantemente in difficoltà il buon funzionamento dell’azienda e dei servizi da essa erogati ai cittadini (elettricità, acqua, depurazione, gas e igiene ambientale), non pagando regolarmente le spettanze relative al servizio di igiene ambientale. Parliamo di oltre 10 milioni di euro di arretrati non pagati, nonostante il Comune stesso abbia incassato la prima rata annuale della tassa e nonostante le garanzie date a questa stessa Rsu a fine dicembre dall’assessore del Comune, competente per le municipalizzate, che entro i primi di gennaio molti milioni di euro sarebbero arrivati dall’ente stesso per garantire continuità e regolarità ai servizi.
Che fine hanno fatto questi soldi?
Ricordiamo che Asm si trova alle prese con il difficile e costoso avvio del servizio di raccolta differenziata provinciale e che si allunga la fila dei creditori delle aziende terze che vanno in sofferenza per i pagamenti che Asm ritarda sempre di più.
Inoltre, con scelta assolutamente non condivisa da questa rappresentanza sindacale, il Comune intende vendere una fetta cospicua della sua più prestigiosa controllata. Con quali scopi? Forse per buttare nel buco nero dei bilanci comunali qualche milione di euro per poi ritrovarci l’anno prossimo con gli stessi problemi di bilancio, ma avendo nel frattempo privato i cittadini di Terni di una parte della loro azienda, che, ricordiamo, possiedono dagli anni ‘50 e che ha sempre, grazie ai lavoratori che la compongono, garantito buoni servizi a tutti i cittadini di Terni e di tutta la provincia per alcuni servizi.
Viste le difficoltà di liquidità in essere, come sopra spiegato, come si presenta alla vendita questa azienda? Forse in saldo, così da favorire una vendita, come dire, rapida?
Non sarebbe forse auspicabile, per una volta, fermarci tutti a riflettere prima di compiere scelte avventate da cui non si può più tornare indietro? Tanto per ricordare una ferita ancora aperta, pensiamo alla creazione del servizio idrico integrato ove il 25% della proprietà privata ha dettato legge e Asm si è indebitata per decine di milioni di euro, solo in parte rientrati, contribuendo così ai problemi di liquidità aziendali.
Come sempre Asm fa da banca per tutti. Noi diciamo: adesso basta!
La nostra azienda non si svende. Ricordiamo che rappresentiamo quasi 400 lavoratori, che siamo la terza azienda del territorio provinciale e che ci sentiamo di rappresentare anche altre centinaia di lavoratori dell’indotto. Potremmo, se ben amministrati, essere un volano dell’economia provinciale e fare da riferimento come multiservizi regionale. Ogni anno portiamo nelle casse comunali utili che sono costanti e in aumento. Perché vendere?
Siamo pronti e decisi ad intraprendere tutte le forme di lotta necessarie per contrastare questo progetto per noi incomprensibile.
Le rappresentanze sindacali unitarie di Asm Terni Spa

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